Già da mesi accarezzavo l'idea di dedicare un volume all'argomento, ma una volta rituffatomi nel mondo delle fascinose soundtrack appartenenti al cosidetto cinema di genere
degli anni '60 e '70 (dall'horror al soft-esotico, dallo spy-thriller
all'action movie, tutti filoni in cui anche l'Italia ha saputo esprimere
talenti di primo ordine) ho subito realizzato come splalmare un tale patrimonio musicale in poco più di una ventina di titoli sarebbe stato a dir poco riduttivo (ad essere sincero mi capita spesso quando compilo) e che meglio avrei fatto a prendermi tutto il tempo necessario allo scopo di concepire qualcosa di più ambizioso. Detto fatto mi sono armato di pazienza e tra uno spostamento e l'altro ho trovato il modo di ascoltare e annotare, setacciando accuratamente le pepite che ho scelto per comporre il mosaico di questi (primi?) quattro capitoli. Naturalmente il titolo omaggia non solo una delle maggiori icone cinematografiche degli ultimi anni, ma anche la figura che più di altre ha contribuito a una rinnovata attenzione nei confronti di un mondo di celluloide di cui molti dei suoi film sono chiaro omaggio e/o riscrittura. Pellicole con sceneggiature spesso inverosimili, carenti negli effetti speciali, involontariamente o consapevolmente kitsch, i migliori film di serie B sono riusciti nondimeno a creare atmosfere surreali e avvincenti, a risucchiare lo spettatore in dimensioni ''alterate'' con ritmi e idee del tutto peculiari. Negli '80 e '90 invece, complice lo strapotere del mezzo video-televisivo, abbiamo purtroppo assistito alla graduale emarginazione del cinema a basso costo. Le grandi produzioni hanno finito col stritolare le piccole imprese cinematografiche (un po' come è successo in campo discografico), si sono quindi dispersi o riciclati in nuovi ambiti i team tecnico-artistici che avevano dato lustro e vigore alla macchina produttiva di gran parte di questi filoni, parzialmente rivalutati negli anni successivi da Tarantino & company, come detto.
Fra gli ''effetti collaterali'' della tarantinomania, non è da trascurare neppure la riscoparta delle colonne sonore e la conseguente nascita (soprattutto a cavallo tra i due secoli) di tutte quelle piccole etichette, italiane e non, che rovistando tra le bobine di centinai e centinaia di oscuri b-movies hanno avuto il merito di riportare alla luce dimenticate gemme di un patrimonio nazionale che tutto il mondo ci invidia e di autori (Morricone, Umiliani, Piccioni, Ortolani, Cipriani, Martelli, Trovajoli, Ferrio, e moltissimi altri ) che hanno avuto il merito di uscire dagli stereotipi delle più classiche colonne sonore orchestrali (alla ''Via Col Vento'' per intenderci) che rappresentavano lo stile canonico della musica da film, trovandosi nella condizione di poter sperimentare formati e segni espressivi musicali con una libertà inconsueta, alla stregua di un territorio franco nel quale poter sperimentare e inventare soluzioni sonore fino ad allora inconsuete - quando non totalmente sconosciute - alla nostra tradizione musicale (ad esempio sarebbe il caso di andare a studiare come, attraverso molti di questi artisti si sia andata formando una sensibilità tutta italiana al jazz..), libertà che sono riusciti a ritagliarsi fuori dalla rigidità di certa musica colta e dagli implacabili meccanismi di mercato. Se nella tradizione hollywoodiana ad ogni bacio gli archi avvolgono pubblico e protagonisti in un solo abbraccio, in questo caso ad ogni promiscuità sessuale corrisponde un groove rotolante, un coro sussurrato e/o un organo sensuale. Sesso piuttosto che amore. E già, perchè non bisogna dimenticare che stiamo parlando di film che hanno titoli come ''Svezia, Inferno e Paradiso'', ''Il Corpo'', ''Le Foto Proibite di una Signora per Bene'', ''L'Amica di Mia Madre'', ''Colpo Rovente'' ecc. ecc. Senza dimenticare il tipico cinema d'azione all' italiana (e a basso costo) del ramo poliziottesco o mafia movie (''Milano Calibro 9'', ''Mark Il Polizziotto'', ''La polizia Incrimina La Legge Assolve'' ecc.), la commedia leggera in tutte le sue salse (quella dei dabadaba dei mah ma' mah e delle bossette che hanno reso celebri maestri come Piccioni e Umiliani e che si è soliti associare ai film con Sordi) ecc. E ancora beat solare, funk di matrice shaftiana, psichedelie assortite, derive prog, orchestre pop, micidiali jazz grooves.. tutti straordinari esempi di narrazione in musica che meriterebbero di essere apprezzati anche al di là della cerchia degli appassionati. Scores di insolita ricchezza ai quali ho attinto cercando di mantenere una linea di assemblaggio il più possibile coerente nei suoni e nella resa delle atmosfere (anche nei rari casi in cui ho scelto di inserire traccie provenienti dall'ambito delle sonorizzazzioni o mi sono spinto al di là dei confini nazionali). Una successione di brani che più che al filone cinematografico d'apparteneza o ai nomi dei compositori coinvolti (la cui bravura sta proprio nella capacità di passare da un genere all'altro anche all'interno della stessa colonna sonora o adirittura dello stesso brano) bada alla contestualizzazzione musicale, cercando di non perdersi troppo nel gran calderone di una proposta e di un patrimonio così vasto e variegato. Buon ascolto.
Fra gli ''effetti collaterali'' della tarantinomania, non è da trascurare neppure la riscoparta delle colonne sonore e la conseguente nascita (soprattutto a cavallo tra i due secoli) di tutte quelle piccole etichette, italiane e non, che rovistando tra le bobine di centinai e centinaia di oscuri b-movies hanno avuto il merito di riportare alla luce dimenticate gemme di un patrimonio nazionale che tutto il mondo ci invidia e di autori (Morricone, Umiliani, Piccioni, Ortolani, Cipriani, Martelli, Trovajoli, Ferrio, e moltissimi altri ) che hanno avuto il merito di uscire dagli stereotipi delle più classiche colonne sonore orchestrali (alla ''Via Col Vento'' per intenderci) che rappresentavano lo stile canonico della musica da film, trovandosi nella condizione di poter sperimentare formati e segni espressivi musicali con una libertà inconsueta, alla stregua di un territorio franco nel quale poter sperimentare e inventare soluzioni sonore fino ad allora inconsuete - quando non totalmente sconosciute - alla nostra tradizione musicale (ad esempio sarebbe il caso di andare a studiare come, attraverso molti di questi artisti si sia andata formando una sensibilità tutta italiana al jazz..), libertà che sono riusciti a ritagliarsi fuori dalla rigidità di certa musica colta e dagli implacabili meccanismi di mercato. Se nella tradizione hollywoodiana ad ogni bacio gli archi avvolgono pubblico e protagonisti in un solo abbraccio, in questo caso ad ogni promiscuità sessuale corrisponde un groove rotolante, un coro sussurrato e/o un organo sensuale. Sesso piuttosto che amore. E già, perchè non bisogna dimenticare che stiamo parlando di film che hanno titoli come ''Svezia, Inferno e Paradiso'', ''Il Corpo'', ''Le Foto Proibite di una Signora per Bene'', ''L'Amica di Mia Madre'', ''Colpo Rovente'' ecc. ecc. Senza dimenticare il tipico cinema d'azione all' italiana (e a basso costo) del ramo poliziottesco o mafia movie (''Milano Calibro 9'', ''Mark Il Polizziotto'', ''La polizia Incrimina La Legge Assolve'' ecc.), la commedia leggera in tutte le sue salse (quella dei dabadaba dei mah ma' mah e delle bossette che hanno reso celebri maestri come Piccioni e Umiliani e che si è soliti associare ai film con Sordi) ecc. E ancora beat solare, funk di matrice shaftiana, psichedelie assortite, derive prog, orchestre pop, micidiali jazz grooves.. tutti straordinari esempi di narrazione in musica che meriterebbero di essere apprezzati anche al di là della cerchia degli appassionati. Scores di insolita ricchezza ai quali ho attinto cercando di mantenere una linea di assemblaggio il più possibile coerente nei suoni e nella resa delle atmosfere (anche nei rari casi in cui ho scelto di inserire traccie provenienti dall'ambito delle sonorizzazzioni o mi sono spinto al di là dei confini nazionali). Una successione di brani che più che al filone cinematografico d'apparteneza o ai nomi dei compositori coinvolti (la cui bravura sta proprio nella capacità di passare da un genere all'altro anche all'interno della stessa colonna sonora o adirittura dello stesso brano) bada alla contestualizzazzione musicale, cercando di non perdersi troppo nel gran calderone di una proposta e di un patrimonio così vasto e variegato. Buon ascolto.
=========================Tarantino In Paradise Vol.1: Psychobeat & Fuga Shake
=========================Tarantino In Paradise Vol.2: Exotic/Erotic Dreams
========================Tarantino In Paradise Vol.3: Jazz & Groooovy
Tarantino In Paradise Vol.4: Shake & Bossa