domenica 2 dicembre 2012

Ritorna La Casa Dell'Amore



Gli House Of Love hanno sempre occupato uno spazio esclusivo nella galleria dei miei ricordi. Avevo quindici anni quando ascoltai per la prima volta la voce di Guy Chadwick, leader e compositore della band di Camberwell, un quartiere a sud di Londra, e fui immediatamente rapito dal profondo languore, dallo spleen tipicamente britannico e dalle dolci sfumature poetiche della sua musica. Sensazioni forti, difficilmente descrivibili, ma che ho sentito subito come mie. ''Shine On'', in particolare, è stata una delle canzoni della mia adolescenza. Romantica, sincera, sognante, pura, densa: poco più di tre minuti di assoluta bellezza. Un sovrapporsi di laudaniche visioni, simile per enormità  emozionale, più che per il carattere strettamente musicale, ad altri splendidi pezzi di quegli anni quali ''Primitive Painters'' dei Felt o ''In Power We Entrust The Love Advocated'' dei Dead Cand Dance. Erotici e conturbanti, l'incanto e l'eccitazione generati dai primi singoli fù grande. Poi arrivò la struggente radiosità dell' omonimo album di debutto (Creation, 1988) e fù allora che le porte della Casa dell'Amore si spalancarono definitivamente, accogliendomi nelle sue stanze da sogno. Dalla ballata lisergica ''Christine'' (altro grande capolavoro della band, video sotto), attraverso ''Hope'', ''Sulphur'', ''Road'', si avverte l'incandescenza  bruciante e l'attrazione profonda di un opera prima di grande livello, lontana anni luce dalle consuetudini pop giovanili che si esauriscono in un istante.  Chadwich ama le immagini forti, il sangue, la morte, Dio, il mare, il sesso, le lacrime e canta con sublime trasporto di questi temi, reminescenze certe d'una lunga attività interiore. Il legame intenso tra il pop e e la cultura neo-psichedelica inglese si completa magistralmente in ''Man To Child'' e ''Love In A Car'', in  cui armonie licquide vengono tratteggiate da raggianti arpeggi chitarristici. Lo stato di profondo languore regna sovrano e i brani sono accarezzati da dolci sfumature poetiche degne dei migliori momenti di casa Creation. Le melodie disegnano percorsi ritmici e perfezionano contrasti armonici utilizzando idee di grande immaginazione. Dai fosforescenti lidi sonori di ''Touch Me'', alla romantica fuga elettrica di ''Salome'' si viaggia con inusitata agilità attraverso labirinti di cristallo. Un lavoro che merita una partecipazione emotiva totale, capace di affrontare senza timori lo scorrere del tempo e che ora torna disponibile in un una lussureggiante edizione deluxe in triplo cd pubblicata dalla Cherry Red in cui trovano opportunamente spazio anche i primi singoli e una marea di b-sides, rarità, demos e versioni alternative. Uno scrigno di tesori luminosi che raccoglie praticamente tutto (o quasi) inciso da Chadwick e compagni nei primi tre anni di attività, quelli in cui la band riuscì a trarre il meglio dalla propria vena compositiva, prima del lento declino che a partire dal 1991, all'indomani del botto in classifica del Fontana album, porterà la Casa dell'Amore a dissolversi lentamente, come un graffito al sole.

 
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