Numerose anche le pellicole dedicate al surf, a testimonianza di un fenomeno che si è arricchito nel tempo di valori extrasportivi. Il ''surf'' quasi come una filosofia di vita, insomma, con tutti i riti che ne derivano. A questo proposito ho provato a stilare una lista con alcuni tra i più significativi surf movies, dagli anni Sessanta ai giorni nostri, scelti con la stessa passione che anima la lunga e meticolosa preparazione della tavola e la paziente attesa dell' ''onda giusta''.
.
0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0
0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0II0
. .
.
[Beach Party: trailer]
Scomparso il 16 Luglio del 2012, William Asher è il regista che ha diretto il pokerissimo no budget del surf-cinema: Beach Party (1963), Muscle Beach Party (1964), Bikini Beach (1964), Beach Blanket Bingo (1965) e How To Stuff A Wild Bikini (1965). Viene anche ricordato per aver lanciato il duo Frankie Avalon e Annette Funicello (''Dee Dee''), immaginati dal regista nei propri film come ''avrei voluto fossero i miei figli''. Tessitura a base di sabbia, sapore di mare, bikini, rock music, danze sfrenate e adrenalina surfosa (con veri campioni di tavola come Jody McCrae e John Ashley). Brian Wilson è stato l'eminenza grigia di molti dei film di Asher, scrivendo la maggior parte delle canzoni cantate da Frankie e Dee Dee.
.Scomparso il 16 Luglio del 2012, William Asher è il regista che ha diretto il pokerissimo no budget del surf-cinema: Beach Party (1963), Muscle Beach Party (1964), Bikini Beach (1964), Beach Blanket Bingo (1965) e How To Stuff A Wild Bikini (1965). Viene anche ricordato per aver lanciato il duo Frankie Avalon e Annette Funicello (''Dee Dee''), immaginati dal regista nei propri film come ''avrei voluto fossero i miei figli''. Tessitura a base di sabbia, sapore di mare, bikini, rock music, danze sfrenate e adrenalina surfosa (con veri campioni di tavola come Jody McCrae e John Ashley). Brian Wilson è stato l'eminenza grigia di molti dei film di Asher, scrivendo la maggior parte delle canzoni cantate da Frankie e Dee Dee.
.
.
.
[The Girls On The Beach: trailer]
Nella pellicola The Girls On The Beach, diretta nel 1964 dal regista William Witney, i Beach Boys, assieme ai Crickets e a Leslie Gore dominano non solo il soundtrack (con brani come ''The Lonely Sea'', ''Little Honda'' e, appunto, ''The Girls On The Beach''), ma anche la fiction essendo le vedette di un concerto rock organizzato da un gruppo di studentesse che fanno credere di aver scritturato addirittura i mitici Beatles. Altre apparizioni dei Beach Boys su grande schermo: The Monkey's Uncle (1965), produzione Walt Disney diretta da Robert Stevenson, e The Tami Show (1964) , film-concerto di Steve Binder.
Nella pellicola The Girls On The Beach, diretta nel 1964 dal regista William Witney, i Beach Boys, assieme ai Crickets e a Leslie Gore dominano non solo il soundtrack (con brani come ''The Lonely Sea'', ''Little Honda'' e, appunto, ''The Girls On The Beach''), ma anche la fiction essendo le vedette di un concerto rock organizzato da un gruppo di studentesse che fanno credere di aver scritturato addirittura i mitici Beatles. Altre apparizioni dei Beach Boys su grande schermo: The Monkey's Uncle (1965), produzione Walt Disney diretta da Robert Stevenson, e The Tami Show (1964) , film-concerto di Steve Binder.
.
.
.
.
.
.
.
.
[Ride The Wild Surf: video]
Nel '60 la cantante italoamericana Connie Francis appare nel suo primo film,Where The Boys Are, con regia di Henry Levin; le avventure di quattro collegiali dell'east coast che vanno da sole in vacanza in Florida e affrontano per la prima volta le delizie del fuori famiglia (alcool, danza tutta la notte, sesso prematrimoniale..), ma anche qualche traumatica esperienza. Tab Hunter, l'attore feticcio di John Waters si rivela invece nel 1964 con la versione maschile di Where The Boys Are, il tutto mare e sabbia Ride The Wild Surf, diretto nel '64 da Don Taylor. E' la storia di tre amici che arrivano alle Hawaii, esattamente a Oahu, in cerca delle onde più gigantesche del mondo. La colonna sonora è scritta da Jan And Dean con canzoni di Brian Wilson e Roger Christian.
Nel '60 la cantante italoamericana Connie Francis appare nel suo primo film,Where The Boys Are, con regia di Henry Levin; le avventure di quattro collegiali dell'east coast che vanno da sole in vacanza in Florida e affrontano per la prima volta le delizie del fuori famiglia (alcool, danza tutta la notte, sesso prematrimoniale..), ma anche qualche traumatica esperienza. Tab Hunter, l'attore feticcio di John Waters si rivela invece nel 1964 con la versione maschile di Where The Boys Are, il tutto mare e sabbia Ride The Wild Surf, diretto nel '64 da Don Taylor. E' la storia di tre amici che arrivano alle Hawaii, esattamente a Oahu, in cerca delle onde più gigantesche del mondo. La colonna sonora è scritta da Jan And Dean con canzoni di Brian Wilson e Roger Christian.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
[Wild On The Beach, trailer]
Lennie Weinrib è l'Asher di serie B con i suoi Beach Ball (1964), tutto black music (Supremes, Hondelles, ma anche Four Seasons e Jerry Lee Lewis) e lo spy-beach Out Of Sight (1966) con i Turtles. Sulla stessa linea Maury Dexter con Surf Party (1964) e Wild On The Beach, dell'anno successivo, dove appaiono anche Sandy Nelson, gli Astronauts e Sonny And Cher. Rachel Welch interpreta invece A Swingin' Summer, di Robert Sparr. Nella colonna sonora del film gruppi come The Chords, The Righteous Brothers e Gary Lewis And The Playboys.
Lennie Weinrib è l'Asher di serie B con i suoi Beach Ball (1964), tutto black music (Supremes, Hondelles, ma anche Four Seasons e Jerry Lee Lewis) e lo spy-beach Out Of Sight (1966) con i Turtles. Sulla stessa linea Maury Dexter con Surf Party (1964) e Wild On The Beach, dell'anno successivo, dove appaiono anche Sandy Nelson, gli Astronauts e Sonny And Cher. Rachel Welch interpreta invece A Swingin' Summer, di Robert Sparr. Nella colonna sonora del film gruppi come The Chords, The Righteous Brothers e Gary Lewis And The Playboys.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Nel 1968 Warhol si trasferì per tre settimane con un gruppo di artisti e la troupe della Factory a La Jolla, San Diego, con l’obbiettivo di filmare una pellicola 16 mm a colori sulla cultura del surf, intitolato San Diego Surf. La trama (una coppia in rottura che affitta la propria casa di La Jolla ad un gruppo di surfers) doveva essere nel puro stile di quella che in quegli anni fu la trilogia di Flesh, Trash e Heat, dove i colori sparati si mischiavano a storie di scaramucce, sesso, droga, vagabondaggio, prostituzione. “La Jolla è uno dei più bei posti che ho mai visto” ha spiegato Warhol. “Tutti erano così felici di essere lì al punto che i problemi che ci affliggevano a New York sembravano improvvisamente svaniti. Cercavo di provocare degli scontri tra i protagonisti per poterli filmare, ma tutti erano troppo rilassati. Così tutto si è risolto in una grande vacanza di un gruppo di amici.”
Non bastasse fu il tentativo di assassinio del regista ad opera di Valerie Solanas, a mettere virtualmente fine al progetto che restò così irrealizzato per molti anni fino a quando, nel 1995 la Warhol Foundation, sotto la supervisione del curatore della fondazione, Dara Meyers-Kingsley, diede l'incarico a Paul Morrissey -lo stesso ex assistente di Warhol e co-regista della trilogia- di completare il montaggio del film, che venne così proiettato per la prima volta in una particolare occasione nel 2011 e successivamente per una settimana al Museo d’Arte Moderna di New York
Dal museo di Andy Warhol: It was filmed in color on 16mm with two cameras, shot by Andy Warhol and Paul Morrissey, and featured superstars Viva, Taylor Mead, Louis Waldon, Joe Dallesandro, Tom Hompertz, Ingrid Superstar, and Eric Emerson, plus Nawana Davis and others. Its loose narrative concerns an unhappily married couple (Taylor Mead and Viva) with a baby who rent their beach house to a group of surfers. After it was shot, it was only partially edited and never released.
.
.
.
.
Non bastasse fu il tentativo di assassinio del regista ad opera di Valerie Solanas, a mettere virtualmente fine al progetto che restò così irrealizzato per molti anni fino a quando, nel 1995 la Warhol Foundation, sotto la supervisione del curatore della fondazione, Dara Meyers-Kingsley, diede l'incarico a Paul Morrissey -lo stesso ex assistente di Warhol e co-regista della trilogia- di completare il montaggio del film, che venne così proiettato per la prima volta in una particolare occasione nel 2011 e successivamente per una settimana al Museo d’Arte Moderna di New York
Dal museo di Andy Warhol: It was filmed in color on 16mm with two cameras, shot by Andy Warhol and Paul Morrissey, and featured superstars Viva, Taylor Mead, Louis Waldon, Joe Dallesandro, Tom Hompertz, Ingrid Superstar, and Eric Emerson, plus Nawana Davis and others. Its loose narrative concerns an unhappily married couple (Taylor Mead and Viva) with a baby who rent their beach house to a group of surfers. After it was shot, it was only partially edited and never released.
.
.
.
.
.
.
Nel lontano 1964 il regista-surfista Bruce Brown decise di seguire Mike Hynson e Robert August nel loro viaggio intorno al mondo. Durante l'inverno fredde correnti oceaniche rendono inospitali le onde della California. I due surfisti decisero quindi di abbandonare la loro patria per raggiungere le più belle spiagge del globo in un viaggio alla ricerca dell'onda perfetta e vivere così il proprio sogno di un'estate senza fine. Dall' Africa all'Australia, e ancora Tahiti, Nuova Zelanda, Hawaii.. Nasce così ''Endless Summer'' ("L'estate infinita"). Distribuito per la prima volta nei cinema nel '66 il documentario divenne subito un'icona generazionale, un classico senza tempo che continua a catturare l'immaginazione dei surfisti di ogni generazione. Nel 2002 il film è stato selezionato dal Library of Congress per essere preservato nel National Film Registry degli Stati Uniti per la sua importanza di pellicola "culturalmente, storicamente ed esteticamente rilevante".
.
.
. .
.
.
.
.
.
.
.
[Big Wednesday: original trailer]
Dopo aver scritto la sceneggiatura di ''Apocalypse Now'' (capolavoro successivamente realizzato da Coppola) John Milius dirige nel '78 una commovente parabola sull'amicizia dedicato al mondo del surf: ''Big Wednesday'' (in Italia ''Un mercoledì da leoni''). Nell'estate del '62 Jack, Matt e Leroy (Star J. M. Vincent, Gary Bursey - anche su ''Point Break'' - e William Katt) sono giovani e pazzi per il surf. Ma ben presto è tempo di Vietnam: Jack vi trascorre tre anni d'inferno, mentre gli altri due riescono ad evitare la chiamata. Nella primavera del '74 i tre si ritrovano nuovamente sulla spiaggia, profondamente cambiati ma ancora innamorati delle tavole e ossessionati dall'idea della grande mareggiata in arrivo. All'inizio sembra il classico film giovanilista, ma poi irrompe il fantasma del Vietnam e l'atmosfera vira su connotati generazionali.
Dopo aver scritto la sceneggiatura di ''Apocalypse Now'' (capolavoro successivamente realizzato da Coppola) John Milius dirige nel '78 una commovente parabola sull'amicizia dedicato al mondo del surf: ''Big Wednesday'' (in Italia ''Un mercoledì da leoni''). Nell'estate del '62 Jack, Matt e Leroy (Star J. M. Vincent, Gary Bursey - anche su ''Point Break'' - e William Katt) sono giovani e pazzi per il surf. Ma ben presto è tempo di Vietnam: Jack vi trascorre tre anni d'inferno, mentre gli altri due riescono ad evitare la chiamata. Nella primavera del '74 i tre si ritrovano nuovamente sulla spiaggia, profondamente cambiati ma ancora innamorati delle tavole e ossessionati dall'idea della grande mareggiata in arrivo. All'inizio sembra il classico film giovanilista, ma poi irrompe il fantasma del Vietnam e l'atmosfera vira su connotati generazionali.
.
.
.
[A Scene At The Sea/Silenzio Sul Mare: trailer]
Nel suo terzo film, ''A Scene At The Sea'' (''Silenzio Sul Mare''), Kitano narra la storia di una giovane coppia di sordomuti e della loro passione per il surf nell'oceano impetuoso dell'esistenza. Si tratta di un passo difficile per l'autore, tant'è che butta via i risultati della prima settimana di lavoro. L'esito sarà invece sorprendente, un film lirico e sconvolgente sulla trasparenza dei sentimenti e la tragicità dell'esistenza umana. Kitano alle prese con l'immagine ricorrente dei suoi film: il mare. Placido e impetuoso, simbolo di armonia e violenza. Che nella poetica ed estetica del cineasta giapponese rappresentano l'intimo dell'idea di bellezza. L'oceano e i silenzi che lasciano spazio alle emozioni. Anche una riflessione tenera sul tema della morte, tutti elementi che ritroveremo qualche anno più tardi nel ben più noto ''Hana-Bi''.
.
Nel suo terzo film, ''A Scene At The Sea'' (''Silenzio Sul Mare''), Kitano narra la storia di una giovane coppia di sordomuti e della loro passione per il surf nell'oceano impetuoso dell'esistenza. Si tratta di un passo difficile per l'autore, tant'è che butta via i risultati della prima settimana di lavoro. L'esito sarà invece sorprendente, un film lirico e sconvolgente sulla trasparenza dei sentimenti e la tragicità dell'esistenza umana. Kitano alle prese con l'immagine ricorrente dei suoi film: il mare. Placido e impetuoso, simbolo di armonia e violenza. Che nella poetica ed estetica del cineasta giapponese rappresentano l'intimo dell'idea di bellezza. L'oceano e i silenzi che lasciano spazio alle emozioni. Anche una riflessione tenera sul tema della morte, tutti elementi che ritroveremo qualche anno più tardi nel ben più noto ''Hana-Bi''.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
KATHRYN BIGELOW
[Point Break: trailer italiano]
Trama stranota in ''Point Break'' ('91): quattro rapinatori terrorizzano le banche di L.A. coperti dalle maschere degli ultimi presidenti USA. Un anziano agente dell'FBI intuisce che i gangsters provengono dall'ambiente dei surfisti. Un suo collega, il novellino ma audace Johnny Utah, si infiltra e verifica l'esattezza dell'ipotesi. Il lavoro però è solo all'inizio e la caccia si svolge tra colpi di scena per concludersi in modo drammatico quanto spettacolare. Montaggio ritmato ai limiti della frammentazione stilistica, panoramiche a perdita d'occhio, primi piani assillanti, psicologie stereotipate da telefilm, piani sequenza con respiro d'autore... C'è di tutto, per amarlo fortemente o rifiutarlo con fastidio: in ogni caso provoca l'intelletto e prende allo stomaco..
.
.
.
.
.
.
.
.
.
[Riding Giants: trailer]
''Riding Giants'' è il documentario che ha inaugurato il Sundance nel 2004. Realizzato dal regista-surfista Stacy Peralta, racconta la storia dei surfer che dagli anni ’50 in poi cavalcarono le onde giganti del Pacifico. Una storia fatta di sfide e drammi, amicizia e coraggio, raccontata dalla viva voce dei protagonisti. Si va dai pioneri degli anni '50 ai giorni nostri. Alcune parentesi sono dedicate all'evoluzione delle tavole o al rapporto con il cinema (nel film interviene anche John Milius). Dedicato al surfista giapponese Mark Foo, ucciso da uno squalo mentre cavalcava le onde di Maverick, in California, il documentario comincia raccontando la figura di Greg 'Da bull' Noll, che inaugurò la sfida alle grandi onde e ancora si commuove pensando alle epiche cavalcate, e si chiude con le parole di Laird Hamilton considerato il genio innovatore e creativo del surf.
.
.
.
.
.
ASH BRANNON e CHRIS BUCK
[Surf's Up - I Re Delle Onde: trailer italiano]
''Surf's Up: I Re Delle Onde'' è un animazione statunitense del 2007 diretta da Ash Brannon e Chris Buck e prodotta dalla Sony Pictures. Ha il suo apice spettacolare nelle grandi ondate sulle quali si esibiscono i suoi strambi personaggi: Cody Maverick, un giovane pinguino surfista deciso a partecipare alla sua prima competizione professionistica, e Freaky, surfista vecchio e fallito, da cui Cody comprenderà che non è importante arrivare primi per ritenersi vincitori. Nonostante ogni singolo aspetto della normale narrazione da animation studios venga quì preservata, si tratta comunque di un film divertente e simpatico, che racconta una storia già vista senza essere monotono. E poi mi piaceva l'idea di inserire nella lista almeno una pellicola di animazione (a proposito: le animazioni sono comunque strepitose, le interazioni con gli sfondi ottimi e l'acqua dei tube davvero incantevole) e tant'è.
.
.
.
.
.
SARA BLECHER
[Otelo Burning: official trailer]
Lo sfondo del film ''Otelo Burning'', pellicola della regista sudafricana Sara Blecher (che nel 2011 ha diretto anche un documentario intitolato ''Surfin Soweto''), è quello tragico dell'apartheid nel periodo della scarcerazione di Nelson Mandela, ma la vicenda riguarda un gruppo di ragazzi che attraverso l'ebrezza del surf spera di trovare la propria libertà. Sudafrica, 1989. La lotta contro l’apartheid è al suo culmine. Otelo, 16 anni, suo fratello minore Ntwe, e il suo migliore amico New Year, sono invitati nella casa al mare dove lavora il nuovo compagno della madre. Lì vedono Mandla cavalcare le onde e la scoperta del surf rivela ai ragazzi un nuovo mondo, il rovescio del sobborgo in cui vivono, che è costantemente minacciato da violenti contrasti politici.
.
.
.
Per i ragazzi volare sull’acqua diventa il modo per vivere l’ebbrezza della libertà, il surf come unica strada per fuggire dal loro villaggio e da una vita di miserie. Ma proprio quando sembrano a un passo dal riuscirvi, i protagonisti si voltano le spalle e da questo momento in poi, il film diventa una storia sull’avidità, il tradimento e la gelosia; la spietata metafora di una nazione alle prese con la propria difficile e sofferta libertà.
.
''Riding Giants'' è il documentario che ha inaugurato il Sundance nel 2004. Realizzato dal regista-surfista Stacy Peralta, racconta la storia dei surfer che dagli anni ’50 in poi cavalcarono le onde giganti del Pacifico. Una storia fatta di sfide e drammi, amicizia e coraggio, raccontata dalla viva voce dei protagonisti. Si va dai pioneri degli anni '50 ai giorni nostri. Alcune parentesi sono dedicate all'evoluzione delle tavole o al rapporto con il cinema (nel film interviene anche John Milius). Dedicato al surfista giapponese Mark Foo, ucciso da uno squalo mentre cavalcava le onde di Maverick, in California, il documentario comincia raccontando la figura di Greg 'Da bull' Noll, che inaugurò la sfida alle grandi onde e ancora si commuove pensando alle epiche cavalcate, e si chiude con le parole di Laird Hamilton considerato il genio innovatore e creativo del surf.
.
.
.
.
[Surf's Up - I Re Delle Onde: trailer italiano]
''Surf's Up: I Re Delle Onde'' è un animazione statunitense del 2007 diretta da Ash Brannon e Chris Buck e prodotta dalla Sony Pictures. Ha il suo apice spettacolare nelle grandi ondate sulle quali si esibiscono i suoi strambi personaggi: Cody Maverick, un giovane pinguino surfista deciso a partecipare alla sua prima competizione professionistica, e Freaky, surfista vecchio e fallito, da cui Cody comprenderà che non è importante arrivare primi per ritenersi vincitori. Nonostante ogni singolo aspetto della normale narrazione da animation studios venga quì preservata, si tratta comunque di un film divertente e simpatico, che racconta una storia già vista senza essere monotono. E poi mi piaceva l'idea di inserire nella lista almeno una pellicola di animazione (a proposito: le animazioni sono comunque strepitose, le interazioni con gli sfondi ottimi e l'acqua dei tube davvero incantevole) e tant'è.
.
.
.
.
[Otelo Burning: official trailer]
Lo sfondo del film ''Otelo Burning'', pellicola della regista sudafricana Sara Blecher (che nel 2011 ha diretto anche un documentario intitolato ''Surfin Soweto''), è quello tragico dell'apartheid nel periodo della scarcerazione di Nelson Mandela, ma la vicenda riguarda un gruppo di ragazzi che attraverso l'ebrezza del surf spera di trovare la propria libertà. Sudafrica, 1989. La lotta contro l’apartheid è al suo culmine. Otelo, 16 anni, suo fratello minore Ntwe, e il suo migliore amico New Year, sono invitati nella casa al mare dove lavora il nuovo compagno della madre. Lì vedono Mandla cavalcare le onde e la scoperta del surf rivela ai ragazzi un nuovo mondo, il rovescio del sobborgo in cui vivono, che è costantemente minacciato da violenti contrasti politici.
.
.
Per i ragazzi volare sull’acqua diventa il modo per vivere l’ebbrezza della libertà, il surf come unica strada per fuggire dal loro villaggio e da una vita di miserie. Ma proprio quando sembrano a un passo dal riuscirvi, i protagonisti si voltano le spalle e da questo momento in poi, il film diventa una storia sull’avidità, il tradimento e la gelosia; la spietata metafora di una nazione alle prese con la propria difficile e sofferta libertà.
.
La lista naturalmente è stata stlilata da una prospettiva prettamente soggettiva, un personalissimo mix dove trovano spazio sia pellicole che ho ritenuto abbastanza rilevanti da un punto di vista cinematografico (Milius, Kitano, lo stesso Warhal..), sia opere artisticamente assai meno rimarchevoli, ma importanti nel contribuire a definire il genere (vedi il filone americano degli anni Sessanta..). Ripeto, nessuna pretesa di stilare una lista veramente esaustiva, insomma, ma solo indicativa. Anche perchè tener conto di quasi tutte le proposte che dagli anni Sessanta in poi hanno interessato il genere sarebbe stata cosa ardua. Inoltre, come detto, essendo il post rimasto in cantiere per qualche tempo, inevitabilmente non tiene conto delle proposte più recenti (tra le tante cito la prima che mi viene in mente: Drift - Cavalca l'onda) rispetto alle quali però, non essendomi nel frattempo interessato, mi astengo da ogni giudizio.
RispondiElimina