sabato 9 ottobre 2010

Hermina do Sal


L'isola di Sal, nell'arcipelago di Capo Verde

Sarà che la parola necrologio mi piace poco, sarà che la visibilità di certi personaggi della musica a livello mediatico non è degna della loro bontà artistica (sarà quel sarà), quel che è certo è che, come nel caso di Lobi Traoré , scopro a malincuore e con qualche mese di ritardo, della scomparsa della cantante capoverdiana Hermínia d'Antónia de Sal, conosciuta semplicemente come Herminia, che è venuta tristemente a mancare l’otto Febbraio scorso all’età di 65 anni. Visibilità si diceva; purtroppo nella sua vita la cantante ne ha avuta ben poca, e quella poca, come nel caso di altri illustri colleghi, e arrivata tardi, troppo considerando che Herminia iniziò a cantare quando era ancora una bambina nell’ isola natale di São Vicentee, ma che ha dovuto attendere ben 56 anni prima di immortalare la sua splendida voce su disco (in ''Coraçon Leve'' nel 1998). Rimasta orfana di padre a 11 anni, Herminia ha imparato da sua madre a suonare la chitarra e il cavaquinho (la piccola chitarra portoghese) e a cantare le morne composte dallo stesso padre. A 11 anni raggiunse la sorella sull’isola de Sal dove rimase per un quarto di secolo e dove all’aeroporto cantava le morne agli equipaggi e ai passeggeri in transito. Al suo ritorno a São Vicente iniziò a esibirsi regolarmente al Caffè Calypso e dove (probabilemnte per il suo accento) fu soprannominata Herminia de Sal. Ma solo a 45 anni Herminia riuscì a cantare alla Radio Nazionale di Capo Verde. La canzone era ''Cavole ta bai, cavole ta ben'' (video sotto), una morna struggente che aveva imparato dalla madre all’età di sei anni e che lei rese abbastanza popolare in tutto il paese. Fu proprio questa canzone, in assoluto tra le preferite dell’artista capoverdiana, a influenzarla a tal punto da spingerla a iniziare a comporre brani propri, in particolare morne (aveva 16 anni quando scrisse la prima dedicata al suo primo amore) che Herminia considerava canti di sentimento e tristezza e con i quali amava identificarsi. 


Ma l’artista, oltre ai ricordi di morne e coladeire, portava sempre con se una piccola foto, l’unica della sua giovinezza che le apparteneva come il mare della sua isola, quello stesso mare che cantava nella bellissima ''Segrede é So Pa Um ''. Il brano è contenuto nello splendido ''Coraçon Leve'' (Mélodie-Celluloid, 1998) esordio tardivo, ma lavoro di grade delicatezza, con la voce leggera e sensibile di Herminia in contrasto con le rughe profonde del suo volto. Il disco è stato curato ed arrangiato da Vasco Martins, che è anche l’autore dei testi e delle musiche di tutte le canzoni. ''Do Sal'' (Mélodie-Celluloid), il secondo e (purtroppo) ultimo lavoro della cantante arrivò solo nel 2006 ed è un'altro disco bellissimo, ma per certi versi più ''classico'' rispetto a ''Coraçon Leve'', se non altro perché contiene alcuni brani noti della musica tradizionale capoverdiana e perché vede la partecipazione, tra gli altri, di musicisti come Morgadinho e Teófilo Chantre con cui Herminia si esibisce in duo. Gli arrangiamenti sono invece curati da Voginha, che aveva accompagnato Herminia alla chitarra anche in ''Coraçon Leve''. 


Anche se i suoi registri musicali sono quelli tipici della malinconia capoverdiana, sarebbe un’errore considerare Herminia come un clone di Cesaria Evora perchè è stata una cantadeira di classe, con un suo preciso stile di canto, distinto nell'uso delle parole e della pronuncia e perchè Herminia, pressappoco della stessa generazione della diva dai piedi nudi e come lei nata nell’ isola di São Vicente, ha passato un quarto di secolo cantando nei locali di un'altra isola dell'arcipelago (Sal, appunto) dove si era trasferita all'età di dodici anni e di cui ha inevitabilmente assorbito l'accento. Ma Herminia non ha mai avuto invidia del successo di Cesaria Evora e al contrario l’ha sempre adorata: ''Ammiro la sua voce e la sua intensità. E’ grazie a lei che il mondo intero oggi conosce la musica del nostro umile paese sprofondato nel mare''.


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