lunedì 2 giugno 2014

Surf Safari Part.1: La storia e i protagonisti del Surf Sound

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Tramonto con cori.

Qualora mi fosse possibile scegliere di cavalcare l'onda spazio-temporale, non nego che tra le numerose destinazioni possibili, una delle preferenze andrebbe alle assolate spiagge californiane di fine anni Cinquanta dove, contemplando tramonti mozzafiato, numerosi ragazzi decidevano di riunirsi per terminare la loro lunga giornata balneare con una cantata di gruppo. Non era solo l'iconografia di una generazione nata con il rock'n'roll. Era anche un nuovo stile di vita. Quell'appuntamento quotidiano divenne in breve tempo una delle ''istituzioni certificate e pubblicamente riconosciute'' della categoria ''spensierati ragazzi della costa occidentale'' (aria aperta, pochi schemi, ribellione ma non troppa, qualche mercoledì da leoni). La surf music nacque così, per osmosi, attraverso una serie di aggiustamenti graduali. Il punto di partenza furono i generi in voga dalla fine degli anni Cinquanta. I ragazzi delle tavole scoprirono la musica ascoltando la radio, e il loro grido, il celebre ''Cowabunga!'', il ''banzai'' dei surfisti, si confuse con le schitarrate di Chuck Berry (che Dick Dale, il maestro della chitarra surf, rielaborò col suo inconfondibile ''twanging'').

Quello dell surf sound è un fenomeno che ha avuto vita breve. Eppure la sua influenza è stata così rilevante che ancora oggi sono molti i gruppi e gli artisti che si lasciano affascinare da Beach Boys, Jan & Dean, Astronauts, Surfaris e mille altri. Il genere si era imposto quasi esclusivamente in California al principio degli anni Sessanta, ed esattamente tra il 1963 e il 1965 aveva avuto il suo massimo consenso tra il pubblico bianco ed adolescenziale. Anche per gli adulti ''suonava bene''; era infatti la colonna sonora di un decennio iniziato con un nuovo presidente, John F. Kennedy, e con la promessa di una nuova frontiera, metaforica e reale. Il surf non era solo sport e non era solo musica. Era una vera e propria cultura, una globalizzazzione degli interessi giovanili nella West Coast.
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Non a caso si era imposto in California, in quella che fu subito definita la ''promised land'' d'America per giovani baciati dal sole e pronti a trasformare la loro vita in un mix di capelli corti e bell'aspetto, musica e ballo, amore e onde. Era lì che i genitori avevano deciso di far crescere i propri figli, in quelle casette tutte uguali ed economicamente abbordabili. In quel regno di periferia in espansione e di sogni a portata di mano. Quì un esercito di ragazzini poteva permettersi di sbarcare in spiaggia e giocare con le onde.


La mania del surf

La mania del surf come sport veniva direttamente dalle Hawaii dove era nato. Ma il surf aveva seguaci anche in Nuova Zelanda, Australia e Messico. Adirittura gli Incas si erano innamorati ''di una tavola nell'acqua'' e vi sono prove che praticassero qualcosa di simile al surf al largo delle coste di Lima, in Perù, mentre nei suoi diari il capitano James Cook scrisse di aver avvistato alcuni surfer nelle isole Hawaii. Nel 1907 George Freeth passò alla storia come il primo surfer californiano. Ma fù soprattutto Duke Kahanamoku (detto the big Kahuna), hawaiiano, che contribuì a diffondere la mania dello sport, ed è da molti considerato l'inventore del surf moderno. Infine nel 1959, con le Hawaii divenute il 50° stato USA e con il turismo in espansione verso le isole, le tavole cominciarono a spopolare anche in America.
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Che in quel periodo esistesse già una subcultura giovanile legata alla tavola e alla surf music è dimostrato anche da una pellicola di Paul Wendkos (sempre) del 1959, intitolata ''Gidget'' (i ''Cavalloni'', in Italia), che dotò l'ambiente della California meridionale di un atmosfera bohemienne. Un chiaro segnale di come anche Hollywood avesse iniziato lo sfruttamento del mondo del surf californiano con una serie di film balneari. Nella pellicola la bella Sandra Dee e i suoi amici si riuniscono nelle spiaggie per praticare il nuovo sport e per ballare brani strumentali dell'epoca (è questa la grande stagione dell'istrumental sound, importante antecedente del surf vero e proprio, con pezzi di Sandy Nelson, Duanne Eddy, Link Wray, Lonnie Mack, Champs, Ventures e innumerevoli altri).


The King Of Surf Guitar

Infine nel 1961 arriva Dick Dale, re della surf guitar, e con Let's Go Tripping, nasce di fatto il surf sound. Prima di quel brano il musicista aveva anche inciso alcune canzoni in cui, cantando, introduceva il termine ''surf'', parola  che serviva a rendere onomatopeicamente il rumore della risacca, rendendo l'eccitazione dello sport favorito dei californiani. Ma Dick Dale è noto ai più soprattutto grazie all'eterna ''Misirlou'' (il termine significa donna egiziana) pezzo ispirato a un'antica canzone folkloristica greca le cui prime interpretazioni conosciute furono quelle di Tetos Demetriades nel 1927 e di Michalis Patrinos nel 1930, ma riproposta più di recente anche dal nostro Vinicio Capossela nel suo ''Rebetiko Gymnastas'' in una interpretazione filologica in stile rebetiko, appunto. La più nota resta tuttavia la versione di Dick Dale con i suoi Deltones (trait d'union fra rock strumentale, surf music e garage sound) , divenuata popolarissima soprattutto grazie alla colonna sonora di Pulp Fiction, a cui viene immediatamente associata dai più. Twang impetuoso, drumming staccato e fiati calienti, Misirlou (decisamente più travolgente dell'innocua seppur seminale ''Let's Go Tripping''), diventerà la colonna sonora di una sottocultura, il simbolo di un epoca. Dale stabilì anche la formazione tipica del surf strumentale: due chitarre, basso, batteria e sassofono. Meglio se con il suono della chitarra passato attraverso un'unità di riverbero. Su suo consiglio addirittura l'amico Leo Fender, propietario dell'omonima ditta, si convincerà a produrre amplificatori con riverbero incorporato.
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Il surf era suonato da bianchi ma, come per il rock'n'roll, doveva moltissimo ai neri. Uno su tutti: Chuck Berry; e a una sua canzone del 1958 in modo particolare: Sweet Little Sixtee. A questa si sono (più che) ispirati, tra gli altri, i Beach Boys quando tre anni più tardi pubblicarono il loro primissimo 45 giri, intitolato semplicemente Surfin'. Quando il gruppo cominciò a farsi notare lo stile non era ancora del tutto definito. Esso conteneva da una parte l'apporto narrativo e strumentale di Dick Dale, dall'altra quello più elegante di Jan And Dean, il duo vocale più noto dell'epoca, con i cori che pian piano stavano prendendo il sopravvento, attingendo dalle armonie vocali (nere e bianche) del doo wop, dal suono dei gruppi di Phil Spector (Ronettes, Crystals ecc) e, ovviamente, dal rock'n'roll.


Brian Wilson e i ''Ragazzi da Spiaggia''

Nonostante il predominio commerciale non fù sempre assoluto (si pensi, ad esempio, ad uno strumentale del 1963 come ''Wipe Out'' dei Surfaris, capace di vendere un milione di copie arrivando in cima alle classifiche dell'epoca ed eguagliando in popolarità ''Surfin USA'' degli stessi Beach Boys) il controllo del mercato del surf sound da parte di Brian Wilson e soci fu agevolato da una progressiva evoluzione stilistica e dall' estensione della gamma dei loro temi, qualità che confermarono poco a poco la musica dei Beach Boys come lo stile surf popolarmente riconosciuto, anche se, specialmente per Wilson, il mondo del surf rappresentò qualcosa di più che un'occasionale ispirazione o un soggetto su cui limitarsi a speculare come autore di canzoni.
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I Beach Boys sono stati forse il primo gruppo degli anni Sessanta a esprimere in modo esplicito quel senso di identità tra artisti e pubblico che è una delle chiavi della filosofia rock del decennio. La ricerca della libertà, del contatto fisico con la natura, era inoltre il risvolto solare della personalità tormentata e sofferta di Brian Wilson, un genio riconosciuto della scrittura pop. Il loro stile si basava su tecniche di incisione che utilizzavano effetti, registrazioni multiple e accurate manipolazioni. Come madrigali del ventesimo secolo, i Beach Boys trasformarono cinque voci in un coro pieno e una manciata di strumenti in un'orchestra completa. Musica così delicata e complessa nello stesso tempo non aveva precedenti nella storia del rock. Pur essendo legata al passato la musica dei Beach Boys raggiunse un nuovo livello a dimostrazione di come il surf sound rappresentò ben più di una semplice moda popolare.


L'espansione dello stile

Nonostante l'indubbia importanza ricoperta da molti dei protagonisti sin quì citati, sarebbe un errore identificare il genere limitandosi allo stile musicale espresso dai soliti nomi noti. Essendo, come detto,  frutto di una doppia ricerca lo stile si sviluppò inizialmente su due fronti: quello strumentale e quello vocale. Parallelamente la crescita esponenziale degli studi di registrazione discografica rese possibile l'accesso di moltissimi esordienti all'industria del 45 e la nascita di una galassia di band i cui destini restarono per lo più anonimi, ma che contribuirono ad allargare lo spettro della produzione e dello stile in tutte le sue forme e sfaccettature (riverberi, twang impetuosi, vibrati, ritmi indiavolati, western pre-morriconiani, melodie/armonie vocali, punk ''primordiali'', ecc). A partire dal 1963 la mania si estese anche a Filadelfia, New York, Chicago, ed altre città dove le grandi onde dell'oceano erano inaccessibili. Persino un gruppo di Denver, chiamato The Astronauts, fece un disco surf, mettendo insieme il fior fiore di tutte le tendenze musicali del momento. Tra queste, una che prenderà piede nel 1964, la hot rod music, ovvero una sorta di colonna sonora delle corse di hot rod, vecchie macchine con il motore rifatto e dai colori sgargianti che filavano come matte. Tanti i gruppi che si adoperarono in questo campo (i suoni erano simili a quelli del surf strumentale, ma le chitarre hot rod suonavano decisamente più metalliche), dai Marketts agli stessi Astronauts, e che producevano indistintamente sia per quello che fù considerato il ''mercato d'acqua'' (surf sound) che per quello di terra (hot rod sound). C'erano poi hot rodder veri e propri come ad esempio i Trashmen (quelli di Surfin' Bird) i Knight ecc.
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Death Of Surf Music
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Storia: il 18 giugno del 1967 il grande Jimi Hendrix ha appena iniziato la sua performance al festival di Monteray quando ad un certo punto sentenzia malignamente dal palco: ''Avete appena ascoltato la fine della musica surf''. Il chitarrista non si riferiva solo ad una tendenza impostasi all'interno della discografia del tempo, ma anche alla defezione dei Beach Boys che proprio quella sera avrebbero dovuto suonare a Monterey. Non c'erano. Brian Wilson aveva capito che il tempo delle grandi mareggiate era finito. Perchè effettivamente nel 1967 tante cose erano cambiate negli Stati Uniti da un punto di vista politico e sociale. C'era una guerra in corso (Vietnam), nuove droghe e i ghetti in ebollizione. Concetti ''surf'' come amore e ventro tra i capelli sembravano fin troppo lontani. Tutto questo (nonostante l'aura che continua a circondare il genere) trasformò il surf in una musica ''stagionale''. E tale è rimasta. Ma i grandi artisti cresciuti con ''la tavola in mano'' o che hanno raccontato quei giorni a qualche metro di distanza dalla risacca, hanno comunque rivendicato il diritto di rappresentare un epoca. E su tutto, ancora oggi, la sensazione di aver garantito non solo la mitica ''endless summer'', ma anche un periodo di grande sensibilità musicale e culturale.
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ALCUNI PROTAGONISTI DEl SURF SOUND
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THE ASTRONAUTS
Provenienti da Boulder, Colorado, conoscono per la prima volta l'Oceano Pacifico in occasione della registrazione a Los Angeles del primo album, Surfin' With The Astronauts (1963). Baja (1963) è il loro pezzo più noto. Maniaci del tremolo e del riverbero hanno inciso dozzine di album e singoli e sono stati tra i gruppi più affascinanti dall'ondata hot rod music.
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THE BEACH BOYS
Servono presentazioni? Nati a Hawthorne, California, sono il gruppo vocale più noto (e importante) del surf. Con Surfin' (1961), primo 45 giri sulla minuscola Candix, celebrano la mitologia del surfer. Il pezzo è il corrispettivo vocale di Let's Go Tripping di Dick Dale. Tra i loro hit: Surfin' Usa, Surfin' Safari, Surfer Girl, Barbara Ann e moltissimi altri. Capitanati da Brian Wilson, uno dei maggiori geni musicali del secolo scorso, amavano anche incidere sotto pseudonimo (The Survivors..). Nel 1966 usci l'album che segnò di fatto la morte del surf sound, il capolavoro Pet Sounds, tra i primi concept della storia (niente più semplici canzoncine scollegate una dall'altra) e illustre antecedente di Sgt. Pepper's dei Beatles.
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THE BELAIRS
Sono stati per la South Bay quello che Dick Dale ha rappresentato per Orange Country. Mr. Moto (1961) è stato tra i primi strumentali surf ad essersi imposto nei college californiani. Nel 1964 il chitarrista Eddie Bertrand formò un nuovo gruppo Eddie And The Showmen (vedi sotto) assieme a Dick Dodd, primo batterista dei Belairs e successivamente nella famosa garage band The Standells.
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THE BLAZERS
Provenienti da Fullerton divennero una delle band più quotate di Orange Country, tra i centri di riferimento della musica surf. Attivi dalla fine degli anni Cinquanta, si imposero nel 1963 con un paio di singoli strumentali: Beaver Patrol e Bangalore, usciti entrambi su Acree Records, piccola etichetta formata da Vern Acree, chitarrista del gruppo. Con loro suonava spesso la chitarra Kathy Marshall, mai apparsa su disco e denominata ''la regina della chitarra surf''.
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THE CHALLENGERS
Gruppo strumentale attivo a Los Angeles e formato nel 1962 da Richard Balvy, che è stato anche membo dei Belairs. Il loro album di debutto, Surf Beat (1963), è diventato uno dei surf album più venduti di tutti i tempi (200 mila copie), mentre K39 (1964) è probabilmente la loro composizione di maggior successo.
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THE CHANTAYS
Pipeline è il loro pezzo più noto nonchè il primo singolo surf ad essere entrato in classifica in Gran Bretagna, al 16° posto, nel Giugno del 1963. Il titolo era un omaggio al leggendario spot hawaiiano. Provenivano da Santa Ana, California e si erano conosciuti al liceo.
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THE CROSSFIRES
Considerati il miglior gruppo surf di Los Angeles, alternavano stumentali a brani cantati. La band sfoggiava due sassofonisti e Al Nichol, maestro della Fender Stratocaster. Tra il 1963 e il 1964 hanno inciso alcuni singoli (poi raccolti nell'antologia Out Of Control - dall'omonimo brano - edita per la prima volta dalla Soundazed nel 1981) prima di convertirsi nei ben più famosi Turtles.
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DICK DALE AND THE DEL-TONES
E' il re della chitarra surf. Addirittura Jimi Hendrix prenderà lezioni da lui. Tra il 1961 e il 1962 Dick Dale e i suoi The Del-Tones travolsero la sala da ballo Rendezvous di Balboa, California, inventando di fatto il surf sound. Leo Fender costruì per lui una chitarra mancina e proprio grazie a Dale iniziò a commercializzare gli amplificatori Dual Showman. Tra i suoi classici: Let's Go Tripping, Surf Beat, Miserlou (di cui è stato detto) e moltissimi altri.
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EDDIE & THE SHOWMEN
Gruppo formato da Ed Bertrand, ex chitarrista dei Belairs (vedi sopra). Nel 1963 pubblicarono Squad Car (1963) considerato un'illustre antecedente della musica garage grazie al solismo frenetico dello stesso Bertrand e alla batteria di Dick Todd (fondatore degli Standells). Il loro singolo più venduto è però Mr.Rebel, dello stesso anno.
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THE FANTASTIC BAGGYS
Duo formato da Phil Sloan (autore di Eve of Destruction) e Steve Barri. Si impongono inizialmente come coristi di Jan & Dean, per i quali compongono anche. Scriveranno inoltre per Rip Chords, Bruce & Terry, Herman's Hermits, Searchers, Turtles ecc. Il loro album del 1964, si intitola Tell'em I'm Surfin', dall' omonimo brano, mentre la loro più nota composizione è probabilmente  Summer Means Fun dello stesso anno.
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THE FENDER IV
Tra i pochi a provenire da San Francisco erano guidati da Randy Holden, grande chitarrista prima con The Other Half e poi con i Blue Cheer. Il loro sound fu chiaramente influenzato sia dai Ventures che da Dick Dale (con i suoi Del-Tonres). Il loro 45 giri più noto è il selvaggio strumentale Mar Gaya (1964).  Dopo due anni di attività come Fender IV (1963-1964) il gruppo decise di cambiare nome in Sons Of Adam optando per uno stile prevalentemente vocale.


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THE HONEYS
Trio femminile noto soprattutto per un paio di singoli: Surfin' Down The Swanee River (1963) e Shoot The Curl (1963). Vi faceva parte Marilyon Rovell (futura moglie di Brian Wilson), oltre alla sorella Diane e la cugina Ginger Blake. Il nome deriva da un verso di Surfin' Safari dei Beach Boys.
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JAN & DEAN
Il duo vocale più noto del surf. Jan Berry e Dean Torrence si conoscono al liceo e crescono frequentando i Beach Boys. Brian Wilson scrive per loro Surf City (1963), travolgente hit del duo. Altri brani importanti sono: Linda, Ride The Wild SurfDead Mean's Curve, brano del 1963 che racconta di un tremendo incidente automobilistico. Il pezzo è profetico perchè nel 1966, nei pressi dell'Ucla a Los Angeles, Jan Berry resta coinvolto in un identico, gravissimo, incidente automobilistico.
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BRUCE JOHNSTON
Il suo singolo Do The Surfer Stomp, anticipa di pochissimo l'uscita di Surfin' (Beach Boys) e nel 1961 si impone come il primo brano di surf vocale. In seguito Johnston, che diventerà un componente dei Beach Boys, si unisce a Terry Melcher formando l'ennesimo duo surf (Bruce & Terry). Summer Means Fun (1964) è il loro classico.
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THE LIVELY ONES
Tra i gruppi con maggiore presenza scenica. Venivano da Orange Country e si avvalevano di Jim Masoner, chitarrista che era solito suonare la sua Fender Jaguar con i denti oppure tenendola dietro la testa. Tra i loro classici più famosi, Surf Rider (1963), buon esempio di surf tropicale.
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THE MARKETTS
Gruppo di riferimento della scena di Balboa, hanno inciso Surfer's Stomp (1962) e Out Of Limits (1963), classico del surf. La band era costituita da musicisti di studio e nasceva da un'idea del loro compositore principale, Michael Z. Gordon e del produttore Joe Saraceno (lo stesso dei Ventures).
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THE ORIGINAL SURFARIS
Formatasi a Fullerton, California, come Surfaris all'inizio degli anni Sessanta, la band fù poi costretta a cambiare nome in Original Surfaris per distinguersi dagli omonimi colleghi di Wipe Out (1963). Il loro pezzo più noto è invece Bombora (slang australiano per indicare un'onda gigante quando rompe), strumentale potentissimo, pubblicato nel 1963.
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THE PYRAMIDS
Considerata la band più pazza del surf, si presentavano sul palco con le teste rasate (quì in una scena del film Bikini Beach, diretto nel 1964 da William Asher), calandosi dagli elicotteri o scendendo da poderosi elefanti. Provenienti da Long Beach, hanno inciso Penetration (1964), uno dei grandi classici del surf strumentale.
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THE RIVIERAS
Attivi dall'inizio degli anni Sessanta, erano provenienti da South Bend, Indiana. Hanno composto California Sun (1964), pietra miliare del surf,  in seguito ritualizzata anche dai Ramones. Il pezzo, in realtà, era a sua volta una cover di Joe Jones, cantante r&b di New Orleans.
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THE SENTINALS
La dizione è dubbia. In alcuni casi compare anche la ''e'' (Sentinels). Si tratta comunque del gruppo di Latin'ia (1962), brano che evidenzia l'influenza della musica latina sul surf. Provenienti da San Luis Obispo (tra Los Angeles e San Francisco, dunque non appartenenti alla scena della California del sud, grande epicentro del genere) si ispirarono per quel pezzo a Slave Girl (1959), canzone di Santo & Johnny. Del gruppo faceva parte John Barbata, in seguito batterista di Jefferson Airplane e Turtles.
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THE SURFARIS
Quintetto di Glendora, California, il cui 45 giri Wipe Out (1963) è divenuto uno dei pezzi più riconoscibili e di successo del surf sound. Aperto da una risata isterica del manager Dale Smallin, il brano arrivò al milione di copie piazzandosi anche al primo posto delle classifiche dell'epoca. In origine si intitolava ''Stiletto''.
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THE TRASHMEN
Il gruppo di Surfin' Bird (1963), tra i pezzi più travolgenti del surf e in generale del rock. Per due settimane nella top 10 del 1964, il pezzo era un chiaro plagio di Papa Oom Mow Mow e Bird Is The Word dei Rivingtones, gruppo doo woop-soul, di cui parlammo anche da queste parti. Provenienti da Minneapolis sono stati, a differenza degli Astronauts, particolarmente apprezzati in California. Hanno dedicato buona parte della loro carriera alla scena hot rod.
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GARY USHER
Gary Uscer ha scritto molti pezzi insieme a Brian Wilson e ha fatto parte di gruppi hot rod come Four Spreed e Customs. Ha curato la fondamentale raccolta Hot Rod City ed ha anche inciso a nome proprio.
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THE VENTURES
Provenienti da Tacoma, Washington, hanno inciso Walk Don't Run (1960), numero 2 su Billboard, trasformandosi in una delle più rilevanti formazioni di rock strumentale Usa. Anche se molti non la considerano una surf band, incisero però diversi singoli influenzati dal genere (che loro stessi contribuirono ad influenzare) e in particolare l'album Surfing With The Ventures (1963).
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