domenica 27 novembre 2011

La nuova passionaria della musica sudamericana



Nata a Buenos Aires nel 1978 Soema Montenegro è una magnifica cantante, multistrumentista e compositrice argentina (ma anche scrittrice, guaritrice e, come afferma qualcuno, ottima cuoca). Una poetessa surrealista e sciamanica. "Passionaria" (Acqua Records; Western Vinyl, 2011), che non esito a definire uno dei dischi più belli e riusciti tra quelli ascoltati quest'anno [Borguez ce lo offre, e noi lo ringraziamo per questo], è la sua seconda prova dopo ''Uno Una Uno'' (Noseo Records, 2008) l'esordio di tre anni fa. Una raccolta di canzoni libere e sperimentali, con la voce di Soema che si lancia liberamente nell'aria, e gli strumenti che la seguono e la guidano. A differenza del primo lavoro, più introspettivo e focalizzatto su canzoni di chitarra e voce, nel nuovo disco la giovane artista di Haedo ha voluto lasciare più spazio alle strumentazioni e ai timbri, prestando al solito molta attenzione al ruolo giocato dall'improvvisazione, uno degli assi portanti della sua opera. Il disco si apre con un brano interpretato a cappella da Soema, ''Leyenda del Cururu'', che introduce le altre 11 composizioni nelle quali la cantante si fa invece coadiuvare da una confraternita di notevoli musicisti/interpreti come il trio 1000 Hongos (bombardino, batteria, percussioni e sassofono), Mariano Borghi (contrabbasso), Carli Aristide (roncoco e chitarra elettrica), José Plaza (tuba), Javier Schirmo (piano), Barbara Zabala (violino) e Nancy Richter (violoncello), capaci di dar vita ad orchestrazioni che si muovono con disinvoltura attraverso molteplici linguaggi musicali, che trovano eco tanto nella musica contemporanea e sperimentale quanto nel carnevalito, nella copla norteña, nel fado, nella milonga, nel valzer, nel tropicaliasmo, nel cabaret, nel jazz ecc. Le diverse tessiture musicali, permettono che la voce di Soema si ramifichi plastica in vibrati, dissonanze e brusche virate verso differenti tonalità e coloriture; uno strumento aggiunto capace di intrecciare senza strappi le tecniche della musica academica con gli ammiccamenti della tradizione popolare (suoni gutturali e gemiti), il passato ancestrale con il futuro, sempre facendo perno sul suono delle parole e dei silenzi. La sua voce racconta, narra, trasmette.. poi torna a tacere o si infila in atmosfere spesso cupe, spettrali, drammatiche, misteriose ("Invocación a la Passionaria", "El Camalote" "Molecularmente" ...), a volte appena più festose (la sagra della magnifica "Flores del desierto" ) o rincorrendo sonorità che dipingono paesaggi del folclore latinoamericano e di città portuali, amalgamando poesia, sensazioni e suoni.


Ma il disco possiede un altro ingranaggio essenziale: la produzione di Juan Ignaco Serrano detto Juanito el Cantor (che però in ''Passionaria'' suona la chitarra) e del multistrumentista Jorge Sottile, che oltre ad essere il di lei compagno di vita, con Soema forma la colonna vertebrale del progetto. Ricco di sfumature e di soluzioni timbriche, ''Passionaria'' inaugura uno stile che ha pochi eguali nell'ambito delle voci sudamericane oggigiorno. Deve essersene accorto anche il regista Vincent Moon, visto che ha scelto proprio l'artista argentina (''Soema è la mia cantante favorita in tutto il mondo'') come soggetto per un documentario (sotto la prima parte) con il quale il cineasta francese ha chiuso di recente il suo ciclo di Take Away Shows  favorendo a Soema Montenegro la possibilità di farsi conoscere anche fuori dai confini nazionali e di esibirsi in posti così dissimili come l'istituto Cervantes di Casablanca, il Petit Bain di Pargi o la Cave Citadelle di Zurigo.

C'è una vibrazione che si avvicina, che risuona, una musica che ci salta all'orecchio quando il silenzio ci contempla, l'immensità di tutto il suo oceano ci riempie, e la vertigine di essere, senza giudizi e ragionamenti, poco a poco, minuto a minuto, ci guarisce, solo è.. 

sabato 26 novembre 2011

Sorrisi beffardi ed epiche wilsoniane



Le opinioni correnti sulla scena surf sono in genere derivate dai dischi di successo dei Beach Boys. Ai primi degli anni Sessanta la loro immagine personale era tracciata in base al culto del sole della California, tavole da surf, hot rods, ragazze in bikini ecc ecc. I loro dischi descrivevano dettagliatamente questo mondo: ''Surfin Safari'',  ''Surfin' USA", "Surfer Girl""Little Deuce Coupe"... Wilson è l'uomo simbolo della ''surf music'' benchè non abbia mai messo piede su una tavola da surf in vita sua. L'uomo della spiaggia aveva paura del mare. E quando suo fratello Dennis morì in acqua (nel 1983) la paura trovò nei fatti della vita la sua più tragica conferma. Dalla metà degli anni Sessanta in poi l'immagine surf dei Beach Boys è divenuta sempre meno importante di quanto non fosse quando apparvero nel 1962. Nello stesso tempo le capacità creative del loro leader sono aumentate esponenzialmente. Brian Wilson aveva portato passo passo il suo gruppo di surfer ad una impensabile complessità artistica. Il gioco delle voci ha fatto scuola così come l'uso di strumenti originalissimi e mai prima d'ora iscritti nel repertorio della musica pop. Di tutto questo in Europa ce ne siamo accorti tardi, e per molto tempo i Beach Boys sono rimasti solo quelli di ''Barbara Ann'' , gli allegri ragazzi da spiaggia che erano riusciti a mettere su disco il suono di un party. Ma dopo aver cantato il gaudente paradiso giovanile della California, Wilson aveva impresso al gruppo tutt'altre ambizioni. Il suo sogno era quello dell'utopia del tempo, creare il nuovo, disegnare altri mondi attraverso la tavolozza dei suoni. E ci riuscì nel capolavoro ''Pet Sounds'' , ovvero, con deliziosa ironia, ''suoni domestici'', familiari, ma che per l'epoca di familiare avevano ben poco in ambito musicale. Non a caso nel concepire quella pietra miliare Brian incontrò molte resistenze; dal padre Murry Wilson ad alcuni membri della band, scettici sulla nuova direzione musicale intrapresa dal loro leader, vedevano in quel disco un vero e proprio suicidio commerciale. Nonostante congetture, frustrazioni e opinioni varie, Pet Sound uscì il 16 Maggio 1966.


Fu il trampolino dal quale Wilson prese lo slancio per il volo definitivo. Il "sorriso" con cui dichiarava morto il vecchio surf era la chiave per aprire un'altra porta. ''Surf's Up'' , il surf è finito, cantava Wilson e neppure i suoi Beach Boys lo capivano più (''sei furi di testa, Brian'' gli dicevano). Era oltre. In tutti i sensi. Non tutti erano disposti a fidarsi, ma per l'uomo di genio dopo Pet Sounds non poteva che esserci ''Smile'', il ''sorriso beffardo'', il ''musical del mare'', con gli archi, VanDyke Parks e tutto il resto. Canzoni frantumate ma incredibilmente salde, e melodie che apparivano dal nulla, come in un film di Walt Disney. Avrebbe dovuto essere (sarebbe stato?) il Sgt. Pepper americano (o meglio californiano), la grande sinfonia della terra promessa. Così non fu, perchè lo slancio portò Wilson a un volo rovinoso, bruciato per essersi troppo avvicinato al sole, e a distruggere in una sola notte il lavoro realizzato per mesi in una sala di incisione. Beffa del destino i Beatles dichiaravano, intanto, che per l'inarrivabile Pepper si erano ispirati proprio a Pet Sounds (la leggenda racconta che appena entrarono in possesso dell'album Lennon e McCartney affittarono una suite in un albergo londinese e si tapparono dentro per ascoltarlo senza distrazioni, più volte, a lungo, per capire/carpire tutto quello che c'era da capire/carpire). Troppo tardi. Brian non si riprenderà mai completamente da una strisciante instabilità psichica. I gravi disturbi nervosi e i problemi con la droga lo avevano condannato a una ''twilight zone'' dalla quale non si sapeva se e quando ne sarebbe uscito. Cominciò a ''sentire (quel)le voci''. Abbandonò (o fù costretto a farlo) i Beach Boys, i quali, orfani del suo genio, saranno sempre più (e soltanto) celebrazione, quando non triste parodia, di un grande passato. Così la gara avvincente giocata sulle due sponde dell'oceano si fermò a Pet Sounds, ma per un momento la sfida con i Beatles sembrava incredibilmente ancora aperta.


Da quel 1967 Smile si è caricato del peso della leggenda, il sacro Graal del Rock, un opera la cui incompiutezza viene confermata, anzichè fugata, dai tanti periodici ritorni destinati ad essere infinitamente non finiti ("Smiley Smile", "20/20", "Sunflower", "Surf's Up" ecc, più i numerosissimi bootleg circolati in tutti questi anni), e aggiungiamo pure l'opera di splendida clonazione dello stesso Brian che nel 2004 (quindi la bellezza di 37 anni più tardi), ha recuperato la forza necessaria per riprendendersi la sinfonia a Dio, senza però usare le antiche sequenze vocali, ne i vecchi nastri, ma rifacendo tutto con nuovi arrangiamenti e la sua voce di 62enne. Ed è ancora lui ad avallare l'operazione "definitiva" di restauro (''Smile Sessions'' ) che la EMI ha da poco pubblicato: due cd (o Lp), che diventano cinque (più un libro e due 45 giri) nell'edizione deluxe (con demo, sessions, dialoghi di studio, making of e quant'altro), anche se la casa discografica non si sbilancia del tutto (non gli si può certo dar torto, considerato che Smile non ha mai avuto e mai avrà una fisionomia definitiva) e nella cartella stampa si preoccupa di specificare di come la scaletta di queste Sessions sia "quella che approssimativamente avrebbe dovuto essere la versione finale''.


Intanto i Beach Boys festeggiano il loro cinquantesimo compleanno, oltre che con l'uscita di questo mostro di disco, attraverso una probabile ''reunion tour'', ma non si è ancora capito se il buon Brian si unirà ai vecchi compagni, impegnato com'è a promuovere il nuovo ''In The Key Of  Disney'', ultima perla del degnissimo (e per certi versi commovente) percorso solista dell'uomo che ha saputo dire Beach Boys, quell'anima bambina capace di uccidere il tempo portando nell'età matura, dopo anni di travaglio umano e psichico, gran parte della sua arte, nonostante tutto. A lui, la quintessenza del pop, e alla sua discografia ''matura'', ho voluto dedicare una delle compile del Giardino (sotto) in cui è facile riconoscere i tipici tratti dell' arte wilsoniana in un'altalena capace di incrociare la maschera del surf e il cuore di certa musica colta con una autorevolezza in grado di fare a pezzi la maggior parte del pop odierno.


Il Nuovo Giardino Magnetico presenta:
"Wilsonmania!!!'' (Selected songs from the Brian's solo discography)



Tracklist
     
01 - I Got Rhythm - da ''Reimagines Gershwin'' (2010)
02 - The Man With All The Toys - da ''What I Really Want For Christmas'' (2005)
03 - Baby Mine (from Dumbo) - da ''In The Key Of Disney'' (2011)
04 - Nothing But Love - da ''Reimagines Gershwin'' (2010)
05 - Rhapsody In Blue (Reprise) - da ''Reimagines Gershwin'' (2010)
06 - God Rest Ye Merry Gentlemen - da ''What I Really Want For Christmas'' (2005)
07 - California Feelin' - da ''Beach Boys, Classics Selected By B. Wilson'' (2002)
08 - Listen To Me - da ''Listen To Me: Buddy Holly'' (2011)
09 - California Role - That Lucky Old Sun - da ''That Lucky Old Sun'' (2008)
10 - You've Got A Friend (from Toy Story) - da ''In The Key Of Disney'' (2011)
11 - Colors Of The Wind (from Pocahontas) - da ''In The Key Of Disney'' (2011)
12 - O Holy Night - da ''What I Really Want For Christmas'' (Arista, 2005)
13 - Good Vibrations - da ''Smile'' (2004)
14 - Wonderful - da ''I Just Wasn't Made For These Times'' (1995)
15 - Orange Crate Art - da ''Orange Crate Art'' [with Van Dyke Parks] (1995)
16 - Lullaby - da ''Orange Crate Art'' [with Van Dyke Parks] (1995)

mercoledì 23 novembre 2011

Feel The Beat, Take The Groove!



Volevo informare gli amici del Giardino e chiunque ne fosse interessato che è appena uscito un mio mix su Funk U, il bellissimo web-magazine dedicato alla musica black (visitatelo!!!) gestito dal dj e collezzionista Orlando Cacciola aka NdujaBitz. Il mix, che potete ascoltare in streaming appena sotto (o scaricarvi nella versione non mixata quì) si intitola ''Feel The Beat'', Take The Groove!'' ed è stato così presentato dal sottoscritto: ''Un vulcano di suoni che erutta a ritmo di funk e soul. Il formato può sembrare antico, in realtà c’è dentro una propensione da parte di nuovi gruppi ed artisti a diffondere e condividere influenze, mondi che stanno dentro James Brown, Fela Kuti, Jimmy Smith, Booker T & The Mg’s, Curtis Mayfield e moltissimi altri. Lo scopo del Nu Soul/Nu Funk e di tutte le band che lo attraversano forse è proprio questo, tanto più se i componenti erano/sono bianchi (non facevano lo stesso Beatles e Rolling Stones negli anni Sessanta con blues e r&b?). Bianco e nero, nero e bianco. Perchè, a dirla tutta, non è vero nemmeno che Elvis ha inventato il rock’n'roll e Jimmy Page l’hard rock, per molti proprio quei due generi sarebbero stati formalizzati da Chuck Berry e Jimi Hendrix. Anche il Nu Soul (si diceva), stà rivendicando un genere portato fuori da barriere etniche e popolarizzato orizzontalmente, come vuole dimostrare questo mixtape (in molti casi frequentato proprio da artisti bianchi) che si propone di offrire esattamente quello che l’orecchio del funk-appassionato cerca da sempre in questa musica: breaks percussivi scalcinati e vitali, ritmi sincopati e sottilmente afro che si mescolano a impennate Stax e Motown, fiati a rotta di collo, sciabolate di hammond, grooves compatti e torridi; un cocktail ballabilissimo riletto in chiave neo-funky (più funky che neo) ma sempre nel solco della più incrollabile fede funk & soul dei ’60-’70. Buon Ascolto a tutti!''.


MIX TRACKLIST

01 - KINGS GO FORTH - One Day
da "The Outsiders Are Back" (Luaka Bop, 2010)
02 - KING KHAN & THE SHRINES - Mr. Supernatura
da "Mr. Supernatural" (Hazelwood, 2004)
03 - SOUL SNATCHER - Good Foot Down (f. Curtis T.)
da "Sniffin' And Snatchin'" (Social B., 2007)
04 - MIGHTY SHOW STOPPERS - Hippy Skippy Moonstrut
da "Hippy Skippy M..." (Freestyle, 2007)
05 - THE SOULJAZZ ORCHESTRA - State Terrorism
da "Manifesto" (Do Right! Music, 2008)
06 - QUANTIC SOUL ORCHESTRA - She Said What (f. J-Live) 
da "Tropidélico" (Tru Thoughts, 2007)
07 - MARKSCHEIDER KUNST - Kvasa-Kvasa
da "Russendisko 2" (Buschfunk Records, 2004)
08 - THE SHAOLIN AFRONAUTS - Shira
da "Flight Of The Ancients" (Freestyle Records, 2011)
09 - THE LIBERATORS - Denga (feat. Jojo Kuo)
da "The Liberators" (Record Kicks, 2011)
10 - TERRAKOTA - Slow Food
da "World Massala" (Ojo Musica, 2011)
11 - MR COMICSTORE - Are You Ready.. (f. Nicole Willis)
da "Are You ..?" [7''] (Mamushi, 2006)
12 - THE SOUND STYLISTICS - The Players Theme
da "Play Deep Funk" (Freestyle Rec., 2007)
13 - M.F.O.S. - El Padrino
da "El Padrino" [7''] (Freestyle Records, 2005)
14 - THE SWEET VANDALS - Do It Right
da "The Sweet Vandals" (Unique Records, 2007)
15 - THE QUALITONS - Mellbimbo
da "Panoramic Tymes" (Tramp Records, 2010)


martedì 22 novembre 2011

Il Nuovo Giardino Magnetico presenta: Esplendor Geométrico




TRACKLIST

                             01 - FOUR TET - There Is Love In You - da ''There Is Love In You'' (Domino, 2010)
                             02 - SILKIE - Feel (Feat. Truth) - da ''City Limits Volume 2'' (Deep Medi M., 2011)
                             03 - MACHINEDRUM - Now U Know The Deal 4 Real - da ''Room(s)'' (P. Mu, 2011)
                             04 - ZOMBY - Witch Hunt - da ''Dedication'' (4AD, 2011)
                             05 - PINCH - Qawwali - da ''Worth The Weight: Bristol D..'' (Punch Drunk, 2010)
                             06 - FORSAKEN - Hypnotise - da ''Worth The Weight: Bristol D..'' (Punch Drunk, 2010)
                             07 - KODE9 & THE SPACEAPE - Love Is The Drug - da ''Black Sun'' (Hyperdub, 2011)
                             08 - DFRNT - True - da ''Emotional Response'' (Nu-Directions, 2011)
                             09 - KUEDO - Vectoral - da ''Severant'' (Planet Mu, 2011)
                             10 - CHLLNGR - Haven - da ''Haven'' (Green Owl Records, 2011)
                             11 - SEPALCURE - Pencil Pimp - da ''Sepalcure'' [2 × Vinyl, 12"] (Hotflush, 2011)
                             12 - ZOMBY - A Devil Lay Here - da ''Dedication'' (4AD, 2011)
                             13 - ANSTAM - Statical - da ''Dispel Dances'' (Fifty Weapons, 2011)
                             14 - BURIAL - Archangel - da ''Untrue'' (Hyperdub Records, 2011)
                             15 - DESOLATE - Divinus - da ''The Invisible Insurrection'' (Fauxpas Musik, 2011)




sabato 19 novembre 2011

Artificial Beats Under The Sea




TRACKLIST

01 - PLAID & BOB JAROC - Launching Of Big Face - ''Greedy Baby'' (Warp, 2006)
02 - RONE - Spanish Breakfast - da ''Spanish Breakfast'' (Infiné, 2009)
03 - TIPPER - Tit For Tat - da ''Broken Soul Jamboree'' (Tipperm., 2010)
04 - PLAID - Myopia - da ''Not For Threes'' (Warp, 1997)
05 - MOUSE ON MARS - Saturday Night W.F. - ''Iaora Tahiti'' (Too Pure, '95)
06 - WAGON CHRIST - Rendleshack - da ''Tally Ho!'' (Astralwerks-Virgin, 1998)
07 - AMON TOBIN - Yasawas - da ''Bricolage'' (Ninja Tune, 1997)
08 - MOUSE ON MARS - Tamagnocchi - da ''Autoditacker'' (Too Pure, 1997)
09 - CONSOLE - My Dog Eats Beats - da ''Rocket In The Pocket'' (Payola, 1999)
10 - IGOR VDOVIN - Russian Sailors Trip In Brazil - da ''Gamma'' (Лёгкие, 2003)
11 - TIPPER - Class 5 Roaming Vapour - da ''Broken Soul Jamboree'' (Tipperm., 2010)
12 - BOARDS OF CANADA - Roygbiv - da ''Music Has The Right..'' (Warp, '98)
13 - PLAID - Assault On Precinct Zero - da ''Double Figure'' (Warp, 2001)
14 - HIGH LLAMAS - Homerun übershow [Scheider Tm Rx] - ''Lollo Rosso'' (V2, '98)
15 - MOUSE ON MARS - Sui Shop - da ''Autoditacker'' (Too Pure, 1997)
16 - WAGON CHRIST - Crazy Disco Party - da ''Tally Ho!'' (Astralwerks-V., 1998)
17 - FRIVOLOUS - Allen Town Jail - da ''Meteorology'' (Cadenza, 2011)


giovedì 17 novembre 2011

Dreaming Californian Routes 1968-78




TRACKLIST

01 - THE EAGLES - Take It Easy 
da ''Eagles'' (Asylum Records, 1972)
02 - NEW RIDERS OF THE PURPLE - Panama Red 
da ''The Adv.s Of P.R.'' (Columbia, '73)
03 - COUNTRY JOE McDONALD - Pastures Of Plenty 
da ''Thinking of W. G.'' (Vanguard, 1969)
04 - GENE CLARK [aka WHITE LIGHT] - White Light
da ''White Light'' (A&M, 1971)
05 - JOHN PHILLIPS - April Anne 
da ''Wolfking Of L.A.'' (Dunhill, 1970)
06 - JIMMY BUFFETT - I Have Found Me A Home 
da ''A White Sport Coat...'' (Dunhill, 1973)
07 - NEIL YOUNG & THE C. H. - Thrasher 
da ''Rust Never Sleeps'' [1978] (Reprise, 1979)
08 - THE EAGLES - Tequila Sunrise 
da ''Desperado'' (Asylum Rec., 1973)
09 - DILLARD & CLARK - Don't Come Rollin' 
da ''Fantastic Expedition Of..'' (A&M, 1968)
10 - NEW RIDERS OF THE PURPLE - I Don't Know You
da ''NROTP'' (Columbia, 1971)
11 - JIMMY BUFFETT - My Lovely Lady
da ''A White Sport Coat...'' (Dunhill, 1973)
12 - JOHN PHILLIPS - Down The Beach
da ''Wolfking Of L.A.'' (Dunhill, 1970)
13 - THE BEAU BRUMMELS -Turn Around
da ''Bradley's Barn'' (Warner Bros, 1968)
14 - JOHN STEWART - California Bloodlines
da ''California Bloodlines'' (Capitol, 1969)
15 - NEIL YOUNG - Ambulance Blues
da ''On The Beach'' (Reprise, 1974)
16 - CROSBY, STILL, NASH, YOUNG - Helpless
da ''Déjà Vu'' (Atlantic, 1970)
17 - RON ELLIOTT - Deep River Runs Blue
da ''The Candlestickmaker'' (Warner Bros, 1969)
18 - GENE CLARK - Some Misunderstanding
da ''No Other'' (Asylum Reords, 1974)




lunedì 14 novembre 2011

Il Nuovo Giardino Magnetico presenta: Pais Tropical. Seconda parte (''Braziloscopic'' + ''0-Brazil'')



La MPB è espressione di una grande varietà di stili regionali che fondono musiche tribali africane (l'eredità degli schiavi), ballate portoghesi, suoni amerindi, una quantità di stili caraibici (a loro volta ibridi) e le musiche dei gruppi di immigrati europei arrivati in tempi più recenti. Certo poi l'ondata Tropicalista nei tardi anni Sessanta, ha saputo rinnovare parecchio mettendoci dentro di tutto un po', dal beat alla successiva rivoluzione psichedelica, dall'atonalità alla canzone di protesta, aprendo le porte a una nuova generazione di artisti (tropicalisti e post tropicalisti) che daranno alcuni dei suoi frutti migliori proprio sul finire degli anni Sessanta e nella decade successiva. Nelle città dello stato di Bahia, dove è cresciuta la maggior parte dei tropicalistas il meltin pot razziale e musicale è sempre stato particolarmente pronunciato. Quando Gilberto Gil, Caetano Veloso, Tom Ze, Gal Costa e compagnia bella si incontrarono nei primi anni Sessanta all'università di Bahia conoscevano bene lo stile dominante della bossa nova, che suonavano con le loro chitarre acustiche e cantavano con le loro voci dolci, ma anche le marce samba del carnevale e la musica da ballo rurale a base di fisarmoniche (forrò soprattutto) mentre alla radio si ascoltava il R&B, Celia Cruz, Duke Ellington, Elvis Presley... Solo Tom Zé studiava musica classica all'università (con Ernst Wildmer, un seguace di Stravinskij), università che in quel periodo erano una specie di focolaio delle arti, con nuove scuole di cinema, teatro e danza, oltre che di musica. I futuri tropicalisti erano esposti e sempre più interessati alla filosofia e all'estetica modernista a 360%, tanto che Caetano, Gilberto e gli altri elaborarono una nuova idea di rock, rivoluzionaria per l'epoca; non solo Beatles, Bob Dylan e Jimi Hendix dunque: volevano usare la loro musica per scaraventare il pop brasiliano fuori dai suoi confini nazionalisti rifiutando il ruolo di artisti di un paese del terzo mondo che vive all'ombra di quelli più sviluppati e, a quanto pare, ci sono riusciti. Ma arriviamo ai brani di queste due raccolte che rappresentano (o vorrebbero farlo nelle intenzione del sottoscritto) uno spaccato di questa visione 'kailedoscopica' (appunto) ed 'emancipata' della MPB, ieri come oggi, attraverso autori (più o meno noti) e alla comune voglia di deliziare e stupire, tra spigoli e melodie. Oltre a ''Braziloscopic!'' (a cui ho dato il sottotitolo di ''New Directions in Brazilian Music 1969-1979'') mi è sembrato opportuno recuperare e riproporre per l'occasione (in una nuova veste - i-pod restayling - e a portata di - unico - click ), una doppia raccolta di canzoni intitolata semplicenmente ''0-Brazil'' che presentai nel blog qualche tempo fa (per chi ne fosse interessato QUESTO IL LINK con tracklist e download) in una sorta di filo rosso che lega attitudinalmente le due antologie. Trattasi di brani assai più recenti (anche se con qualche autore in comune con ''Braziloscopic!") prelevati, come si può evincere dal titolo della raccolta, da lavori usciti in un lasso di tempo che interessa una quindicina d'anni e in particolare la decade dei cosidetti anni zero. Buon ascolto a tutti voi.


BRAZILOSCOPIC
New Directions in Brazilian Music 1969-1979



TRACKLIST

01 - GAL COSTA  - Não Identificado - da ''Gal Costa 1969'' ('69)
02 - NARA LEÃO - Atrs Do Trio Eltrico - da ''Coisas Do Mundo'' ('69)
03 - TOM ZÉ - Namorinho De Portao - da ''Grande Liquidaçao'' ('68)
04 - JORGE BEN - Menina Mulher Da Pele Preta - da ''A Tábua De..'' ('74)
05 - ALCEU VALENÇA & G. AZEVEDO - Me Dá Um Beijo - da ''s/t'' ('72)
06 - DOM SALVADOR E ABOLIÇÃO - Uma Vida - da ''Som, Sangue..'' ('71)
07 - MARCOS VALLE - Garra Garra - da ''Garra 1971'' (1971)
08 - PAULO DINIZ - Ponha um Arco-Iris.. - da ''Quero Voltar Pra Bahia'' ('70)
09 - ZÉ RAMALHO - Vila Do Sossego - da ''Zé Ramalho [Avôhai]'' ('78)
10 - EDNARDO - Carneiro - da ''O Romance Do Pavão Mysteriozo'' ('74)
11 - SÉRGIO SAMPAIO - Cala a Boca Zebedeu - da ''Eu Quero é Botar..'' ('73)
12 - TOM ZÉ - Sem Entrada E Sem Mais Nada - da ''Grande Liquidaçao'' ('68)
13 - GAL COSTA - Tuareg - da ''Gal 1969'' (Philips, 1969)
14 - GILBERTO GIL - Queremos Guerra - da ''G.G. [Cérebro Eletrônico]'' ('69)
15 - JORGE BEN - Magnólia - da ''A Tábua De Esmeralda'' ('74)
16 - CHICO BUARQUE - Caçada - da ''Quando o Carnaval Chegar'' ('72)
17 - LÔ BORGES - Equatorial - da ''A Via Láctea'' ('78)
18 - MARCOS VALLE - Vinte e Seis Anos De Vida Normal - da ''Garra'' ('71)
19 - ALCEU VALENÇA & G. AZEVEDO - Seis Horas - da ''s/t'' ('72)
20 - ZÉ RAMALHO - A Noite Preta - da ''Zé Ramalho [Avôhai]'' ('78)
21 - DOM SALVADOR E ABOLIÇÃO - Hei! Voce - da ''Som, Sangue..'' ('71)
22 - JORGE BEN - Zumbi - da ''A Tábua De Esmeralda'' ('74)
23 - GAL COSTA - Índia India - da ''Índia'' (1973)
24 - LUIZ EÇA Y LA F. S. - Pais Tropical - da ''La Nueva Onda..'' ('78)