PINCH: FABRICLIVE 61 (Fabric, 2012)
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Con il volume 61 della serie FabricLive, Rob Ellis, alias Pinch, ci consegna l'ennesima, impeccabile prova di classe, confermando ancora una volta tutto il talento che lo contraddistingue sia come produttore che come manager discografico. Pescando a piene mani dai vinili della Tectonic (l'etichetta che gestisce), in questo mix il dj riassume alla perfezione le sue costanti creative di sempre: oscurità, innovazione e purezza. Un suono ibrido e ardito allo steso tempo, che attraverso un certo vigore ritmico, ad esclusione di qualche momento un pò più profondo e meditativo (come in Rooms Within A Room, ripresa dallo splendido disco in coppia con Shakleton ), evita di impantanarsi nella monotonia di registri troppo uniformi. Grande musica dalle atmosfere urbane e notturne quindi, con i soliti bassi che fracassano il petto. E se è vero che un genere musicale non si può solo leggere sui giornali, ma va vissuto e ascoltato in prima persona nei luoghi più adatti a determinarne le sonorità, lavori come questo ci permettono di vivere quello spirito in prima persona. Se questo è solo l'aperitivo si prospetta un'altra incredibile annata in ambito dubstep in tutte le sue possibili filiazioni. Quì è possibile ascoltare l'intero mix.
AUTHOR: AUTHOR (Tectonic, 2012)
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Dietro l'esordio di Author stanno in realtà due produttori consacrati con base a Leeds: Jack Sparrow e Ruckspin. Questo loro lavoro omonimo uscito sul finere del 2011 è l'ennesima testimonianza di come la Tectonic di Rob Ellis (di cui abbiamo appena tessuto le lodi) si stia distinguendo tra le etichette dubstep per la capacità di muoversi entro i limiti e le possibilità del genere, con un occhio rivolto ai giorni delle prime sperimentazioni che fecero del dubstep uno stile così nuovo e eccitante, prima cioè che arrivasse la diffusione massiva (e quindi modaiola) di internet. Author, in particolare, opta per una approssimazione cinematica, a volte quasi orchestrale, dei suoni e dei ritmi in bassa frequenza. Portare il downtempo di classe nella cultura dello UK Bass, insomma. Dalla Tectonic offrono come riferimento le incursioni dub e jazzy di Kruder & Dorfmeister, della Cinemati Orchestra e, in genere, dei disci della Mo'Wax. Il tema d'apertura, Turn , con la partecipazione vocale di Ed Thomas, stabilisce subito il tono e lo stato d'animo del disco, ribadito nei pezzi successivi fra soul-jazz in slo-motion, romantiche penellate di fiati e atmosfere fantasmagoriche. Un lavoro raffinato senza particolari pretese clubbistiche, ne avanguardiste, ma che delizia per equilibrio formale e per il senso di profonda intimità che riesce ad infondere in tutte le otto tracce che lo compongono. [ascoltalo su Soudcloud]
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