mercoledì 22 febbraio 2012

The exciting sound of Django Django


Quartetto di Edinburgo ormai naturalizzato londinese, i Django Django  fanno della stravaganza e dell'ineffabilità un valore, rendendosi in questo modo speciali e diversi da tutti gli altri. Sicuramente uno dei gruppi britannici più singolari, creativi e ambiziosi del momento, un progetto estremamente serio nelle intenzioni, eppure così divertente all'ascolto. Attivi dal 2009, (anno di pubblicazione del loro singolo di debutto: ''Storn'') i Django Django definiscono la propria musica in maniera alquanto bizzarra (lascio a voi la traduzione): ''rollicking sing-alongs, galloping into disco sunsets like whisky-addled and leather-saddled bandits on the stolen backs of prairie wild mustangs''. E in effetti nel loro omonimo album di debutto (appena pubblicato dall'ottima label francese Because) la carne al fuoco è davvero tanta. Un mix di suoni per definire il quale sono stati scomodati decine di nomi riuscendo peraltro solo parzialmente a catturare un'attitudine difficilmente catalogabile. Il gruppo ingloba bene una tendenza elettronica più o meno marcata a seconda dei pezzi, un eccitante mix groovato all'insegna di una eclettica varietà di pop trasversale e andamenti bizzarri in cui convivono armonicamente e vengono shakerate varie influenze e ispirazioni (dai Beatles ai Can, da Bo Diddley ai Beach Boys passando per i Kraftwerk; e ancora atosfere psichedeliche e orientaleggianti, danze tribali, suggestioni tropicali ed exotiche, armonie typically british e chi più ne ha più ne metta). Tutti e 13 gli episodi del disco entusiasmano pur senza chiarire il dilemma di una eventuale definizione di questo suono, che riesce ad avere, nonostante la sua eterogeneità, un vero filo conduttore. In pratica è come se il gruppo fosse riuscito a trasformare il suo lato più bizzarro e recondito, in qualche cosa di superiore e speciale a livello artistico, un po' come facevano qualche anno fa gli indimenticati Beta Band. E l'accostamento, in questo caso, sembra essere quanto mai opportuno e calzante, non solo per le doti creative impresse nella musica delle due band, ma anche in termini di patrimonio genetico (letteralmente) considerato che il Maclean (Dave) leader dei Django altri non è che il fratello minore di quel John tastierista della gloriosa e ben più famosa band scozzese. Inventori o innovatori che siano, con i piedi ben piantati nel passato, una forte coscienza presente, e uno sguardo costantemente rivolto al futuro, i Django Django sono attualmente uno dei nomi più accattivanti dell'intera scena musicale d'oltre manica, e (se escludiamo un'orribile copertina, unico piccolissimo neo), questo lavoro sembra avere tutte le carte in regola per candidarsi sin da ora come uno dei probabili protagonisti delle liste di fine anno.



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