domenica 13 settembre 2009

Note dal sottosuolo: Sam Cooke

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Signora, mi ha sparato!
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Contemplando l'impatto (soprattutto mediatico) della morte di Michael Jackson, la memoria retrocede. Evoca altre morti, altrettanto brusche, rileva scomparse che sconvolsero l'immagine ufficiale dei suoi sfortunati protagonisti. Tra queste, poche furono squallide come quella di Sam Cooke. E' importante ricordare che nel 1964 non esisteva una voce più duttile, tenue, emotiva e sensuale di quella di Sam Cooke. Esponente del circuito gospel, passò con fortuna e ottimi risultati al pop profano. Anticipò l'esplosione della soul music e incarnò un modello emancipato di artista nero: compositore, produttore, gestore di una casa discografia, proprietario dei masters che editava la RCA... Per lui si aprirono varie possibilità: convertirsi in una stella convenzionale, con destino finale Las Vegas, oppure approfondire la sua arte, senza cadere in alcun compromesso, come suggeriva la sua mitica A change is gonna come, futuro inno e manifesto di lotta per i diritti civili. Sam viveva a Los Angeles. I rapporti con sua moglie non erano dei migliori, e entrambi si comportavano come due giovani senza nessun compromesso di unione matrimoniale. Sam usciva a ''cacciare'' favorito da una brillante capacità di dialogo, da una buonissima presenza fisica e, soprattutto, dalla fama. La notte del 10 Dicembre visitò un paio di locali abituali dello show business californiano. Era già abbastanza ubriaco quando si fissò in Elisa Boyer, una bellezza euroasiatica di 22 anni. Non gli fù difficile invitarla a salire sulla sua Ferrari: normalmente la ragazza si muoveva tra i musicisti e pare fosse dedita alla prostituzione. Terminarono in un motel chiamato Hacienda, squallido ma anonimo. Si registrarono come coniugi, pagarono tre dollari e occuparono la stanza. Sam era su di giri. Secondo il racconto di Elisa, iniziò a spogliarla di getto, senza contemplazione; lei la considerò una violazione. Quando Sam entrò nel bagno la ragazza raccolse impulsivamente i suoi vestiti e quelli del cantante e sparì in fretta.
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Quando lo scoprì, Cooke si mise le scarpe, si coprì con l'unica giacca rimasta e si diresse arrabbiatissimo verso la reception del motel. Lì stava Bertha Franklin, una signora diffidente e sospettosa. In particolare fu' infastidita dal fatto che quel tipo seminudo interrompesse bruscamente la sua seduta televisiva, chiedendo della sua ragazza. Non volle aprire. Indignato, Sam ruppe la porta e controllò gli uffici. Elisa non si nascondeva lì. Insistette con l'addetta, sicuro che le stesse nascondendo qualcosa. La donna impugnò la sua pistola. Tre colpi,... incredulità: ''Signora, mi ha sparato!'' disse. Aveva 33 anni.
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La costernazione tra la comunità afroamericana fu enorme. Si cercò un capro espiatorio: una vendetta della mafia, qualche razzista che volle spezzare le ali a un negro arrogante... Nonostante gli anni trascorsi, sembra che questi brusii non siano stati messi del tutto a tacere, e tutt'oggi vengono puntualmente rispolverati in riviste e emittenti. Gli amici e conoscenti di Cooke si unirono al clamore, ma con discrezione: sapevano che era un accannito donnaiolo, anche quando era un cantante religioso. Contrattarono un detective, che risolse l'enigma: La specialità di Elisa Boyer era derubare i suoi clienti, aprofittando soprattutto delle situazioni a lei favorevoli per poi darsi alla fuga. Nulla, però, si seppe delle carte di credito e del fascio di biglietti che probabilmente Sam portava con se quella notte. La famiglia preferì tacere i risultati di queste indagini. Un giudice indugiò pochi minuti nel dichiarare innocente la signora Franklin: ammazzare Sam Cook fu ''legittima difesa, un omicidio gistificabile''
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In Rete
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