martedì 2 ottobre 2012

Entre Tierras



Frontiere e interessi politici ci fanno dimenticare di come i limiti tra una tradizione e l'altra spesso siano separati solo da una linea nebulosa impossibile da sostenere in maniera evidente attraverso le metodiche della musicologia. Attraverso le note del loro secondo disco ''Entre Tierras'' (TempsRecord, 2012) [yuhuu!] il collettivo Coetus ci tiene a aprecisare come ''dall'inizio dei tempi le persone, e con loro la musica, hanno viaggiato da un luogo all'altro incrociandosi e influenzandozi reciprocamente. Da questi movimenti si generarono melodie, parole e ritmi che perdurarono nei secoli trasformandosi in tradizione. Culture e tradizioni sono il frutto di tutte queste interazioni e legami''. Con questo solido principio l' Orquesta de Percusión Ibérica Coetus formata da dieci membri, quasi tutti giovani, virtuosi e appassionati, riuniti in quel di Barcellona sotto la direzione di Aleix Tobías (che fondò il progetto nel 2009) e con la partecipazione del maestro Eliseo Parra (e di numerosi altri ospiti tra cui Sílvia Pérez Cruz, Iñaki Plaza, Ion Garmendia, Xavi Lozano e Guillem Aguilar) continua a proporci un repertorio tradizionale variegato in quanto a provenienza: A Coruña, Peñaparda, Xàbia, Castilla, Valencia, Canarias, Huelva, Mallorca, Sanabria, Madrid... Pezzi che acquistano nuova vita anche attraverso multipli strumenti a percussione, molti dei quali ormai quasi completamente sconosciuti, che nel corso della storia servivano per accompagnare balli, canzoni, romanze o semplicemente per scandire il tempo nelle processioni e che venivano suonati per lo più separatamente: dal pandero cuadrado (Peñaparda e León) all' adufes portoghese, dal tamburello basco e asturiano alla xilomba, dalle cañas rocieras alle almireces... L'esperimento di Coetus consiste nell'unione/interazione di questi strumenti, dotati di un linguaggio proprio di ispirazione tradizionale, attraverso un dialogo attivo con la voce. Obiettivo perfettamente reggiunto, direi.


  

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