La storia è abbastanza nota. Se in quel giorno del 1989 David Byrne, che si trovava in gita culturale in Brasile, non fosse entrato in un negozio di dischi di Rio de Janeiro; se non gli fosse capitato fra le mani un 33 giri dal titolo Estudando O Samba (Continental, 1976); se l'ex Talkig Heads non si fosse incuriosito incontrando, pur solo in fotografia, quel viso sofferto, spiritato e beffardo; se non si fosse successivamente innamorato del disco suddetto a tal punto da rintracciare l'autore e sceglierlo quattro anni dopo come titolare del primo album non antologico della serie, The Hips Of Tradition, probabilmente nessuno si sarebbe più ricordato di Tom Zé e forse oggi farebbe il benzinaio. Cosa pessima per lui, ma anche per noi che mai avremmo goduto di dischi come l'ultimo Tropicália Lixo Lógico (Independent Release, 2012) [yuhuu!]. Da tempo la musica aveva smesso di dargli pubbliche soddisfazioni e anche il pane quotidiano. Lui, genio musicale e uno dei fondatori del tropicalismo, nel momento in cui Byrne entrava nel negozio di Rio stava per tornare nel villaggio natale (Irarà, Bahia) per iniziare a lavorare nella stazione di servizio del cugino come lavamacchine, meccanico, benzinaio.. Ma un giornale brasiliano scrisse: ''Byrne telefonerà a Tom Ze''; sua moglie lo lesse e poco dopo il telefono squillò. Nel 1990 uscì Brazil Classics 4: The Best Of Tom Zé il primo dei dischi che la Luaka Bop avrebbe dato alle stampe (anticipando la pubblicazione del citato The Hip Of Tradition e successivamente di Com Defeito De Fabricação). Era una compilazione tratta da vecchi dischi come Tom Zé; Grande Liquidação (Rozemblit, 1968), Tom Zé (1970), Tom Zé (Continental, 1972), Estudiando O Samba (Continental, 1976), Correio Da Estação Do Brás (Continental, 1978), Nave Maria (RGE, 1979).
Nel 1968 Zé, il cui vero nome è Antonio José Santana Martins, aveva partecipato con Caetano Veloso, Gilberto Gil e compagnia bella, al disco che sancì la nascita del tropicalismo: quel Panis Et Circensis (Philips, 1968) con il quale un gruppo di musicisti si staccava dalla tradizione della bossa nova e si dichiarava alle altre musiche (pop, rock, psichedelia, jazz d'avanguardia, dodecafonia ecc). Veloso e Gil si esiliarono a Londra. Zé rimase in Brasile. Qualunque movimento ideologico gli sarebbe stato stretto. Lui era (ed è) un battitore libero, un outsider, un lucidissimo folle. Gli anni Ottanta gli furono fatali. Fu, come lui dice ''sepolto vivo dall'industria discografica''. Poi con Byrne le cose cambiarono e negli anni arrivarono altri notevoli lavori (e numerose preziosissime ristampe), fino alla recente pubblicazione di Tropicália Lixo Lógico l'ultimo bislacco e magnifico tassello della discografia del nostro uomo, ancora una volta qualcosa di unico fra pop e avanguardia: brani pazzamente spumeggianti, ricchissimi di invenzioni ritmiche e melodiche con Zé che (ma questa non è una novità) si diverte a scomporre e ricomporre tutto (una specie di meccanico, appunto), frullare, frantumare, distuggere e ricreare. Con genio e irriverenza. E considerato quanto sia difficile descrivere a parole la musica di Zè non vado oltre e lascio l'incombenza a un suo illustre collega che ha voluto spiegarci perchè il ''NOVO ÁLBUM DE TOM ZÉ É O MELHOR DISCO DESDE SEU RENASCIMENTO''.
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Sembra che la vita e l'arte di questo genio musicale siano indissolubilmente legate alla casualità! Complimenti per l'articolo e condivido ovviamente il giudizio sull'album, splendido. ciao
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