mercoledì 3 ottobre 2012

Modus Operandi



In un bilancio globale di vent'anni di musica elettronica Ruper Parker, aka Photek, merita senza ombra di dubbio un posto nell'olimpo dei migliori produttori. Inglese, nato artisticamente durante l'esplosione dell' acid house di fine '80, inizia a produrre nel preciso momento in cui breakbeat ed hardcore iniziano a trasformarsi in jungle. Soprattutto i suoi primi anni, per chi come il sottoscritto ha vissuto l'esplosione di quei suoni, sono pura leggenda. Scientifico del beat, alchimista delle atmosfere opressive, i suoi tappeti ritmici e le sue tessiture sonore danno vita a veri e propri incubi espressionisti e labirinti cretesi con conposizioni che obbediscono a un rigore ossessivo: il minimo dettaglio risponde a un bisogno particolare e le pulsazioni sono calcolate con estrema precisione. La sua musica è molto esigente e solo un'attenzione particolare può rivelare all'ascoltatore le sfumature, le sottigliezze delle tessiture, i rumori di fondo astratti tra i silenzi. Dato come pioniere di quella che fu chiamata, suo malgrado, intelligent jungle, Photek ha sviluppato un suono personalissimo: nonostante la sua ispirazione sia da ricercarsi tanto dalla parte dell'hip-hop e del jazz quanto da quella della techno di Detroit, ha inventato un linguaggio che trascende i generi, ribelle a ogni definizione, che ha trovato il suo punto di massima ispirazione e la summa della sua arte nel sensazionale esordio ''Modus Operandi'' (Science, Virgin, 1997) anticipato dall''EP ''The Hidden Camera'' (g) e dal mitico singolo ''Ni-Ten-Ichi-Ryu'' (g), entrambi ripresi nell'album.  



Recuperando i suoi primi singoli e facendoli 'manipolare' da un gruppo di amici attitudinalmente a lui vicini, ''Form & Function'' (Science, Virgin, 1998) rappresenta un altro piccolo capolavoro di ingegneria drum'n'bass. Dopo qualche anno di stasi, Parker reagisce a uno stato di crisi creativo con il successivo ''Solaris'' (Science, Virgin) in cui il produttore sembra prendere atto della crisi di uno stile troppo statico e ripiegato su se stesso e svolta a favore di una purificazione del suono abbeverandosi a fonti ritmiche di chiara derivazione house e techno, con distese cinematiche, incanti di inedito calore, irradiazioni soul, e la presenza vocale di un mito come Robert Owens (g) in un paio di pezzi. Nulla a che vedere con gli esordi, ''Solaris''  resta comunque un ottimo lavoro. Poi, l'ennesimo, lungo, periodo di stasi creativa interrotasi con l'improvviso risveglio dello scorso anno che dall'eccellente singolo ''Closer'' - un aprossimazione personale al dubstep per la Tectonic di Pinch - alla rinata attività della sua label personale (Photek Productions), ha trascinato il produttore inglese alla realizzazione di uno dei migliori ''Dj-Kicks'' che io ricordi (mi riferisco alla mitica serie  edita dalla casa discografica teutonica !K7, he vanta ormai 27 lunghi anni di attività) presentato dallo stesso Photek  con queste parole: ''È musica con atmosfera, introspettiva. Ho immaginato che questo fosse il mixtape da ascoltare dopo la discoteca, è più intimo. Non ho cercato di mostrare cosa suonerei in una serata, è qualcosa di completamente diverso. Ho voluto creare un’esperienza di ascolto che fosse classica: queste tracce le puoi mixare con gli attuali successi dance, puoi farne una colonna sonora o puoi renderle un viaggio”  



E in un mercato saturo di mix senza identità e selezioni musicali prescindibili, quello di Parker è davvero assolutamente imperdibile. Ispirato dai mix tapes classici di inizio anni Novanta (da Doc Scott a LTJ Bukem), Photek scommette su suoni e stili differenti (beats tribali, tech-house, dubstep, aperture di d'n'b ammorbidito su spazi dub..) per poco più di un ora di musica drammatica, solenne e vertiginosa che gioca su un feeling fortemente emozionale in un passaggio continuo tra anni '00 e anni '90. Particolarmente riuscite le collaborazioni con Pinch (''M25FM'') e  Kuru (''Fountainhead'') dense e penetranti al pari delle altre tracks di questo fantastico mix, un valido espediente per (ri)collocare Photek nell'olimpo dei produttori più talentuosi e visionari dell'elettronica contemporanea. In attesa del nuovo disco che spero arrivi presto.


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