Prima di Sly Stone e di Jimi Hendrix c’erano loro, ma pochi se li ricordano. Quando nel 1966 registrarono il loro classico, ''Time Has Come Today'' (che poi diede anche il titolo al magnifico album del 1967 - che qui potete prelevare nell'edizione ristampata nel 2000 con quattro traccie in più rispetto a quelle dell' lp originale) la Columbia si rifiutò di pubblicarlo. Troppo 'estremo', troppo oltre per l’epoca, con quella miscela di soul, gospel, folk urbano e psichedelica vertiginosa. Mesi dopo l’etichetta si convinse e il pezzo arrivò all’undicesimo posto delle classifiche USA. I Chambers Brothers furono fondamentali. In breve: dal Mississippi si trasferirono a Los Angeles esibendosi in chiesa come artisti gospel; poi il cambio di rotta: l’esordio come folkster, prima acustici e poi elettrici; il concerto al festival di Newport nel 1965 dove furono cacciati dopo aver eseguito proprio ''Time Has Come Today'', ma dove allo stesso tempo si costruirono un seguito inossidabile.
Chambers Brothers: Time Has Come-The Best Of |
Poi Dylan li volle alle session di Highway 61 Revisited e fece da tramite per l’ingresso nella band di Brian Keenan (il bianco che spunta nelle foto delle copertine), batterista già con il celebre gruppo britannico Manfred Mann. I Chambers Brothers, che superarono a sinistra il psych-folk di Byrds e Moby Grape, ebbero anche un altro merito: furono molto groovy e molto black. Basta ascoltare la straordinaria raccolta ''Time Has Come: The Best Of Chambers Brothers'' (Columbia, 1996) per rendersi conto. Meraviglie.
Urca, questi fanno troppo per me! Grazie mille Pau :)
RispondiEliminaNon ne dubitavo. Salutoni
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