sabato 6 novembre 2010

African pearls: La ''pericolosa'' della musica maliana


Mandekalou, Art & Soul Of The Mandé Griots (Syllart/Melodie, 2004)

Terra con una fortissima propensione al passato e allo scambio, in considerazione del posizionamento naturale nel cuore dell’Africa Occidentale, il Mali si offre all’ascolto attraverso la ricca frammentazione derivata dallo sfaldamento dell’antico impero dei Mande, che ha portato nella regione (inclusa una buona parte della Guinea) alla formazione di tre aree linguistiche e culture principali (maninka, bambara e mandinka) accumunate musicalmente dalla presenza della figura del griot (o jeli) geloso custode della tradizione e solo deputato, sino a non molti anni fa, a potersi fregiare, per eredità di casta, del titolo di musicista professionista. Pur con qualche aggiornamento dovuto all’evoluzione dei tempi, il griot rimane ancora oggi un attore culturale importantante, adirittura fondamentale in particolari occasioni rituali e sociali come battesimi e matrimoni, momenti per i quali è richiesto un repertorio consolidato, spesso e volentieri interpretato da una voce femminile. Non è quindi un caso che le jelimusolu (termine che indica appunto le donne griot) abbiano sempre giocato un ruolo primario nella continuità e nello sviluppo della musica del Mali, a partire dalla mitica Fanta Sacko sino alla diva Kandia Kouyaté, entrambe originarie di Kita, uno dei centri nevralgici della cultura mande.

Kandia Kouyate: Kita Kan (Stern's Africa, 1999) [pt.1] & [pt.2]

Per molti anni quest’ultima ha resistito alle lusinghe di tanti produttori, Ibrahim Sylla in testa. Già famosa in Africa occidentale grazie al mercato delle cassette, coccolata dal suo fan più autorevole, un uomo d’affari maliano che le ha regalato persino un piccolo aereo perché possa andare e tornare a piacimento da Kita, idolatrata dalle comunità maliane sparse nel mondo, Koundia Kouyaté ha rimandato a lungo l’appuntamento con il mercato internazionale, fino all’uscita di ''Kita Kan'' (Stern's Africa, 1999) [ascolta], l’album che mi ha fatto scoprire per la prima volta l’enigmatica e stupefacente ''Voce di Kita'' (Kita è una cittadina collinare del Mali occidentale e, come accennato in precedenza, centro importante nella geografia storica del Mandé). Figlia di un balafonista che le ha trasmesso il suo status di cantastorie tradizionale (''Kita Kan'' Kouyate è infatti una jelimusso, cioè una griotte donna) per il modo in cui ''ubriaca'' l’audience, per questioni di carisma, presenza scenica e arte della persuasione qualcuno preferisce chiamarla ''Dangereuse'' (''La Pericolosa''). Prima di questo disco, malgrado lunghi corteggiamenti, Sylla aveva ottenuto da Kandia solo un duetto con Sekouba Bambino (poi contraccambiato proprio in ''Kita Kan''), e per farsi investire dalla sua voce scura, densa, potente, conturbante, era necessario spingersi fino a Bamako e farsi invitare a qualche festa privata, oppure procurarsi qualche scadente (parlo di qualità del suono) cassettina pirata. Ma alla fine Ibrahim Sylla ce la fece e alla schiera di regine della canzone maliana passate nel suo mixer ha potuto aggiungere anche il nome prestigioso di Kandia Kouyate. Suoni e arrangiamenti vaporosi ed effervescenti (ma con una maggior percentuale di timbri tradizionalisti rispetto alle tastiere elettroniche) e 46 violini spalmati tra la sua voce e i cordofoni tradizionali, sono gli ingredienti sonori del disco. In ogni caso, anche quando Kandia interpreta i temi e lo spirito profondo del Mali in un contesto un po’ più innovativo, l'essenza della sua musica non ne risente, grazie alla dovizia di sfumature e alla voce possente dell’artista maliana, in grado di lasciare a bocca aperta tanto i tradizionalisti quanto modernisti . 

Kandia Kouyate: Biriko (Stern's Africa, 2002)

Qualche anno più tardi, nel 2002, sarebbe uscito il suo secondo lavoro internazionale, lo splendido ''Biriko'' (Stern's Africa-Syllart) [ascolta], dove Kandia, esegue delle canzoni con un coro tradizionale, e in un brano denuncia con chiarezza la pratica della mutilazione genitale femminile. A differenza di ''Kita Kan'', ''Biriko'' è un album esclusivamente acustico e vede la presenza di alcuni mostri sacri della musica mandinga (o mandengue, che dir si voglia) come il grande chitarrista Djelimady Tounkara della Rail Band, solo per fare un nome. Alla kora, invece, il giovane Mamadou Sidiki Diabate, figlio del mitico Sidiki e fratello minore di colui che proprio nelle formazioni della Kouyate si era fatto le ossa i calli, Toumani Diabate. Purtroppo dopo solo 2 anni, nel 2004, Kandia Kouyate viene colpita da una grave malattia che non le ha più permesso di continuare a cantare, ma subito prima ha almeno il tempo di partecipate all’ambizioso progetto allestito da Sylla sulle antiche canzoni della tradizione mandinga, intitolato ''Mandekalou''  (assieme a lei Kassemady Diabate, Sekouba Bambino, Bako Dagnon, Kemo Condé, Lafia Diabate e Kerfala Kante) di cui esistono un paio di album e un documentario in DVD che devo assolutamente procurarmi (il primo volume, ''Art And Soul Of The Mande Griot'' è invece disponibile a inizio post). 


Per completare l’opera e chiudere il cerchio si può anche puntare su una paio di antologie uscite lo scorso anno: ''Ngara'' (trasversale, perché raccoglie brani di diversi periodi e situazioni) e ''Amary Daou''  (dove invece confluiscono materiali dei primi anni Ottanta). Anche se sembra difficile, l'augurio è comunque quello di poter tornare ad ascoltare presto e ancora una volta la voce possente e il ruggito della diva maliana, ''pericolosa'' come o più di prima. [Maggiori informazioni, al solito, le trovate quì].


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10 commenti:

  1. Per chi fosse interessato agli scarichi di ''Ngara'' e ''Amary Daou'', un fischio, e al solito mi incaricherò di caricarglieli.

    Saluti

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  2. Non sapevo che avesse una malattia alle corde vocali, caspita :(((

    Kita Kan e Biriko, che dischi fantastici. Il primo soprattutto, con quei 26 violini 'spalmati' (mi piace!) tra la sua voce e gli altri strumenti a corda, è qualcosa che ti prende le budella. Che musica :)

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  3. ciao
    ma da quello che ho capito non è stata una malattia alle corde vocali ma una specie di paresi dovuta forse ad un ictus...

    in ogni caso rimane una grande

    il doc di Mandekalou se vuoi posso fartelo avere, esiste anche una registrazione del live che fecero a Bamako

    il problema nel caricarti queste perle sta nel fatto che non so separare i file

    posso provare a caricarteli cmq per intero oppure se mi mandi in mail il tuo indirizzo postale te li spedisco

    dimmi tu

    grande post
    bravò
    M

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  4. In effetti io parlo genericamente di ''una grave malattia che non le ha più permesso di continuare a cantare'' e non di ''malattia alle corde vocali''. E probabile che riferendomi spesso alla voce possente di Kandia, la cosa sia stata interpretata erroneamente in questo senso. In ogni caso non conosco bene le conseguenze di questa paresi, ma spero con tutto il cuore che sia in qualche modo recuperabile, e se non potrà tornare a deliziarci con la sua musica almeno che possa condurre una vita serena.

    ReeBee: volevo ringraziati tre volte; la prima per il consiglio dell’altro giorno (alla fine sono riuscito a recuperare i due cd di ‘’Selam’’ e avevi ragione da vendere perché si tratta di un disco veramente fantastico che ho ascoltato a ripetizione in questi ultimi giorni; la seconda per la tua disponibilità rispetto al DVD e al live, ma (non ti devi disturbare perchè)sono tutti materiali che voglio comprare e che ordinerò online prossimamente (un bel ‘’pacco mandingo’’ insomma); la terza per i complimenti, che fanno sempre piacere.

    Saluti a tutti e a prestuuuuuuuuu

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  5. Ah ReeBee, dimenticavo, non ho capito bene... ma tu il disco di Tsehaytu Beraki ce l'hai o sei solo riuscito a recuperare qualche brano quà e là, perchè in questo caso te lo carico volentieri.

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  6. no no ho l'originale di Beraki
    anche io sto in fissa con il possesso :)

    guarda capisco il doc Mandekalou
    ma il concerto di Bamako sfido che riuscirai a trovarlo

    io l'ho preso a Bamako produzione hand made della Syllart.
    dimmi tu come e quando vuoi...

    a propos di Sidiki Madou Diabate... hai ascoltato il progetto musicale Mali Latino? è nato quando Madou e Alex Wilson si sono trovati con Kandia (prima dell' "incidente") e hanno registrato un brano nel 2004. Troppo è stato l'entusiasmo che si sono messi sotto a costruire intorno a quest'evento altri brani con Ahmed Fofana... e qualche mese fa è uscito Mali Latino.
    Dagli un orecchio, il disco è molto interessante e il pezzo con Kandia (porta un titolo diverso ma è una versione di Jarabi) è notevole.

    a presto
    M

    PS
    di Mandekalou esiste anche il vol.2

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  7. Avevo letto di ''Mali Latino'' tra le righe del bellissimo post che T.P. Africa aveva dedicato a Buru Ju di Madou Sidiki Diabate, e me l'ero anche appuntato da qualche parte, salvo poi dimenticarmene clamorosamente. Se dici che è interessante mi darò da fare per trovarlo.

    Certo che voi di T.P Africa siete proprio preziosi; non finirò mai di lodare l'applicazione, il rispetto e la passione con cui parlate del continente Africano e in particolare della sua musica.

    Gracias!

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  8. rosso in volto....
    grazie

    ma anche tu non scherzi

    eppoi in questa passione più si è e meglio si sta'

    PS
    tu non stai vicino roma vero?
    no perchè il 18 novembre abbiamo organizzato un dj set di VOODOO FUNK!!!
    conosci vero?

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  9. Sì, conosco Dj Franc/Soulpusher e seguo Voodoo Funk. Inutile dire che mi piacerebbe un casino esserci, oltre al fatto che è ormai da qualche anno che non metto piede a Roma, sai mio padre è della lega e ... eh eh eh, scherzo naturalmente. Comunque la vedo dura anche perchè quando esco da Venezia, dove abito, di solito divido il mio tempo tra Cadice (che oramai posso considerare la mia seconda città) e Madrid. Comunque mai dire mai. In caso affermativo ti faccio sapere e magari ci si conosce personalmente.
    Salutoni

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  10. dai se ci riesci, lega a parte, sei il benvenuto

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