The Pharaohs
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Due bellissimi dischi dei Pharaohs licenziati nel 1996 dalla Luv 'N' Haight: il primo, ''The Awakening'', contiene il loro unico meraviglioso album del 1971, il secondo, ''In The Basement'', raccoglie varie rarità e traccie dal vivo (tra cui una superba versione di ''People Make The Worlds Go Round'' degli Stylistics). Entrambi lasciano subito trasparire la grande energia dispensata dal combo di Chicago. Sul palco apparivano come una congrega di affiliati alla setta di Sun Ra, mentre il loro jazz-funk afro-latino, costruito su lunghe ed intensissime improvvisazioni ad alto contenuto ritmico, li rivelava come una delle più irresistibili realtà dell'allora fiorente circuito di happening-jazz. Anche attraverso la loro musica, il loro cercare le radici africane nel jazz e nel funk, passavano i temi e le caratteristiche della cultura della ''consapevolezza nera''. Quella voce collettiva che nel corso degli anni Settanta è stata forse il motivo di maggiore interesse e occasione dei più fertili stimoli creativi per una intera generazione di musicisti jazz.
Due bellissimi dischi dei Pharaohs licenziati nel 1996 dalla Luv 'N' Haight: il primo, ''The Awakening'', contiene il loro unico meraviglioso album del 1971, il secondo, ''In The Basement'', raccoglie varie rarità e traccie dal vivo (tra cui una superba versione di ''People Make The Worlds Go Round'' degli Stylistics). Entrambi lasciano subito trasparire la grande energia dispensata dal combo di Chicago. Sul palco apparivano come una congrega di affiliati alla setta di Sun Ra, mentre il loro jazz-funk afro-latino, costruito su lunghe ed intensissime improvvisazioni ad alto contenuto ritmico, li rivelava come una delle più irresistibili realtà dell'allora fiorente circuito di happening-jazz. Anche attraverso la loro musica, il loro cercare le radici africane nel jazz e nel funk, passavano i temi e le caratteristiche della cultura della ''consapevolezza nera''. Quella voce collettiva che nel corso degli anni Settanta è stata forse il motivo di maggiore interesse e occasione dei più fertili stimoli creativi per una intera generazione di musicisti jazz.
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