Che gran personaggio J.Mascis, e quanti ricordi. Svogliato e indolente al punto da risultare persino simpatico, con quella voce (nasale) un po' così, tanto da far pensare a una sorta di Neil Young imbottito di valium, con i suoi Dinosar Jr. riuscì a smuovere le acque della scena indie americana a cavallo tra anni Ottanta e Novanta. Lui, che quando gli chiesi un'autografo, impugnò il pennarello in maniera improbabile divertendosi a pasticciare le copertine dei miei/suoi vinili con delle ''J'' sbilenche e dei mostriciattoli abbozzati; lui, che alla fine di un concerto di quasi vent'anni fa, a una precisa domanda che gli rivolsi riferendomi proprio alla foto di copertina di uno dei dischi dei Dinosaur Jr (''Green Mind'') che nel frattempo stava barbaramente imbrattando, si limitò a rispondermi (giuro!) con questa frase: ''I tipi simpatici vivono sugli alberi!''. Nel frattempo i suoi lunghi capelli si sono fatti bianchissimi, e un posticino nel gotha della musica indipendente americana che conta il buon ''J'' è anche riuscito a ritagliarselo. Ma nella carriera di un musicista da sempre alla ricerca inquieta di un disequilibrio in chiave pop-rock, probabilmente mancava un disco come ''Several Shades Of Why'' (Sub Pop, 2011) [quì], la prova della completa maturità di un artista in forma smagliante, il lavoro in grado di mettere a nudo l'anima di un uomo.
Dimenticatevi distorsioni a palate e muri di chitarre, quì messi da parte a favore di un suono più austero, quasi completamente acustico e diametralmente opposto a quello a cui il musicista americano ci ha abituati, soprattutto con la band madre. Registrato ai Bisquitten Studios di Amherst (Massachusetts) ''Several Shades Of Why'' è invece un elegante raccolta di soffici melodie folk-rock, canzoni autoprodotte create anche grazie alla preziosa collaborazione di una nutrita schiera di amici e colleghi: Kurt Vile, Sophie Trudeau (A Silver Mount Zion), Kurt Fedora, Kevin Drew (Broken Social Scene), Ben Bridwell (Band of Horses), Pall Jenkins (Black Heart Procession), Matt Valentine (The Golden Road), Suzanne Thorpe (Wounded Knees), più gli esperti John Agnello e Greg Calbi che hanno aiutato Mascis in sede di missaggio. Ma a dispetto dei numerosi ospiti “Several Shades Of Why” è un album che fa della dimensione intima il proprio punto di forza con arrangiamenti asciutti in grado di esaltare le qualità di compositore e la particolarissima voce del Nostro. Un lavoro davvero molto bello che riesce a stabilire una relazione diretta e istantanea con l'ascoltatore, o almeno questo è il mio caso. Grazie J, e alla prossima.
LOL, forti i tuoi ricordi legati a J, la dicono lunga sul personaggio :D
RispondiEliminaGradevole disco, e splendida copertina :)
Spesso capita che un giudizio possa essere condizionato da un certo trasporto emotivo, soprattutto ogni qual volta si parla del ritorno di personaggi (ciascuno con i suoi) a cui, in un modo o nell'altro, si legano e/o associano ricordi della propria giovinezza, ma in questo caso, francamente, credo che ''Several Shades Of Why'' sia davvero un bellissimo disco.
RispondiElimina.. oddio, non che ora sia così vecchio ..
RispondiElimina!!!Fantástica portada!!!
RispondiEliminaEl DinoJr sólo se atreve a asomar la cabeza, ¿subliminal?.
Me has hecho reir con lo de Neil Young cargado de valium. :-D