venerdì 20 marzo 2009

È Primavera!

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Volevo essere puntuale con la primavera (sembra ci sia riuscito) e far coincidere la realizzazzione di questo post con il suo arrivo. In realtà (per questo sopra leggerete 20 Marzo e non 21) manca ancora qualche minuto a mezzanotte. Sarà che mi è sempre piaciuto arrivare in anticipo agli appuntamenti importanti, sarà che ho voglia di fumarmi una sigaretta, sara quel che sarà...quello che volevo fare è stato fatto: ''regalarvi'' un grazioso racconto della nicaraguense Gioconda Belli e assieme un po' di foto colorate. Buona Primavera a tutti.
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LA FABBRICA DELLE FARFALLE
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Le farfalle non pesano quasi niente. Sono leggere. Sono appena come lo sfolgorio della luce del sole, come se al sole bruciassero gli occhi e battesse le palpebre mandando raggi rossi e gialli. Siccome ce ne sono di tanti colori, si potrebbe pensare anche che sono starnuti dell'arcobaleno...o frammenti che se ne staccano quando l'arco non è completo.
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Molto tempo fa le farfalle non esistevano. I Disegnatori di Tutte le Cose avevano il permesso di disegnare gli animali del Regno Animale e, separatamente, i fiori, i frutti e le piante del Regno Vegetale. C'era, però, tra i disegnatori, un giovane molto irrequieto che si chiamava Odaer, il quale era estremamente infastidito da questa proibizione perchè gli piaceva fare esperimenti e pensare a come mescolare le specie. Odaer era molto ingegnoso ed era sempre intento a costruire delle cose con le mani. Lui e un gruppo di amici si riunivano segretamente in una grotta in mezzo a un bosco e parlavano e discutevano di tutto ciò che si sarebbe potuto creare se i Disegnatori di Tutte le Cose fossero stai più trasgressivi e intraprendenti. ''Un albero che canti come un uccellino; o un uccello che invece delle uova deponga frutta...'' diceva Odaer ai suoi amici. L'ossessione segreta di Odaer era, però, quella di creare una combinazione tra un uccello e un fiore. Questo era il sogno più ambito, al quale pensava giorno e notte, senza riuscire, per quanti sforzi facesse, a dar forma con la sua immaginazione a qualcosa che potesse nello stesso tempo voare come un uccello ed essere bello come un fiore.
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Le Orchidee di mia madre (Foto: Tricky, 03-2009)
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Odar e i suoi amici passavano molto tempo nella grotta in mezzo al bosco pensando a cosa inventare, tanto che l'Anziana Custode della Sapienza, capo dei Disegnatori di Tutte le Cose, si preoccupò e decise che bisognava fare qualcosa per impedire che le idee di Odaer si diffondessero mettendo n pericolo l'armonia della creazione. Un giorno, l'Anziana Custode della Sapienza mandò a chiamare Odaer e i suoi amici e li rimproverò severamente.''L'ordine del cosmo si basa sull'armonia'' disse loro, ''su leggi la cui perfezione sta nella semplicità. Affinchè comprendiate che persino le cose più piccole sono disegnate con sapienza e non vi venga in mente di prendervi gioco delle leggi della creazione, abbiamo deciso di affidarvi un nuovo lavoro'' disse.L'Anziana scostò le pesanti tende della sua camera e ai ragazzi apparve un vecchio laboratorio polveroso le cui pareti erano tessute con ragnatele. ''D'ora in poi lavorerete nel Laboatorio degli Insetti'' comunicò.Il laboratorio degli insetti non godeva di buona fama tra i Disegnatori di Tutte le Cose. Lo consideravano di scarsa importanza perchè gli insetti erano piccoli e avevano soltanto il compito di ripulire le foreste dalle foglie secche e dai residui Provocavano, inolte, punture e fastidi agli animali grandi e le loro larve mangiavano le foglie degli alberi. I disegnatori di insetti erano timidi, portavano occhiali spessi e stavano poco assieme agli altri. E più di tutto erano orgogliosi di aver creato i ragni, delle cui tele resistenti e prodigiose erano proprio soddisgatti.''Ma gli insetti non sono belli...'' si lamentò Odaer.''E chi dice che non possano esserlo?'' rispose l'Anziana. ''Fateli belli! Dipende da voi. Avete tutta la libertà di disegnarli come meglio vi pare. Potete fare insetti molto diversi: insetti che cantino o che si possano confondere con le piante; che assomiglinoall' erba o alle foglie. L'unica regola che dovete osservare è quella di non mescolare il Regno Vegetale con il Regno Animale.
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Odaer e i suoi amici uscirono a testa bassa dalla dimora dell'Anziana Custode della Sapienza. La sera, dopo aver cenato, si riunirono nella grotta in mezzo al bosco a lamentarsi della loro sorte. ''Pensate a che punto siamo arrivati...disegnare insetti!'' disse Oleb, colpendo con disperazione un masso. Gli altri tacquero fino a quando Etra disse: ''Potremmo inventare un insetto che brilli come una stella e chiamarlo Lucciola''.
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''Potremmo inventare un insetto che canti più forte di un uccello'' disse Asum, ''e chiamarlo Grillo''.''Potremmo inventarne uno che salti come un Canguro e chiamarlo Cavalletta'' disse Romip.A poco a poco gli altri misero da parte tristezza e malumore e presto intervennero tutti proponendo nuovi tipi di insetti.''Io ne disegnerò uno che sia come una Tartaruga, ma con una corazza rossa acerchi neri... una Coccinella'' disse Oleb.''E io uno che sia verde, verde come la speranza'' diceva Odaer.
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Finalmente andarono a dormire, eccitati all'idea che il nuovo lavoro avrebbe potuto, in fin dei conti, dar loro l'opportunità di far disegni belli e divertenti. Odaer rimase per vari giorni nel Laboratorio degli Insetti, disegnando complicate creature dai colori cangianti. Ne disegnò anche una minuscola, ma molto forte, che chiamò Formica. Ma non era soddisfatto. Presto la sua ossessione di creare una creatura che fosse una combinazione tra un uccello e un fiore tornò a tormentarlo. Non gli piacevano il Laboratorio degli Insetti con le sue parei di ragnatela e i disegnatori anziani con gli occhiali spessi. Preferiva sedersi in riva allo stagno e perdersi nelle sue meditazioni. Nel mondo dei Disegnatori di Tutte le Cose c'erano terre in cui le stagioni non cambiavano mai. Per esempio, ce n'era una in cui era sempre inverno perchè coloro che avevano l'incarico di disegnare i grandi animali delle zone fredde potessero vivere nell'ambiente più adatto a elaborare il disegno dei grossi Orsi Bianchi oppure dell'elegante vestito dei Pinguini. In riva allo stagno, dove Odaer si sedeva a pensare, era sempre estate; il sole splendeva alto nel cielo, gli alberi erano pieni di foglie e di frutti, e una moltitudine di uccelli volava e cantava facendo acrobazie. Odaer rimaneva estasiato alla vista dei colori intensi della Natura e si chiedeva spesso come riuscire a realizzare il sogno di creare qualcosa che fosse un uccello e un fiore, una creatura alata che, in un batter d'occhio, mostrasse la sua meravigliosa bellezza. Il trasferimento al Laboratorio degli Insetti e la proibizione dell'Anziana Custode della Sapienza avevano reso la sua missione ancor più difficile. A Odaer non piacevano gli insetti. Etra discuteva con lui dicendogli che erano importanti, che svolgevano il ruolo di messaggeri degli alberi e dei fiori, che non potevano spostarsi da un luogo all'altro come gli animali. Lei aveva disegnato -e ne andava molto orgosgliosa- l'Ape, che trasportava il polline dei fiori e produceva il delizioso miele. Ma l'Ape era pelosa, piccola e grassa. Odaer voleva disegnare qualcosa di grande bellezza, qualcosa di sublime come l'arcobaleno che aveva disegnato suo nonno, dopo aver sognato il sole che si tuffava nell'acqua.
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Gli amici di Odaer cercavano di consolarlo, ma il ragazzo diventava sempre più taciturno e solitario. Di sera, quando tutti riposavano, lo si poteva vedere nel laboratorio, chino sul suo tavolo, che faceva un disegno dopo l'altro, mescolando e rimescolando forme, senza riuscire a ottenere ciò che desiderava. Gli esperimenti di Odaer cominciarono ad essere motivo di derisione per i Diegnatori più esperi. ''Guardate questo ragazzo ostinato'' dicevano, ''impegnato a disegnare qualcosa di unico, come se si potesse disegnare qualcosa di meglio di tutto quello che già esiste!''. Una sera Odaer uscì dal Laboratorio urlando. Aveva posto ali molto sottili a un piccolo esimpatico Topolino che gironzolava per la sala e aveva creato un piccolo animale nero e brutto: il Pipistrello.
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Mentre correva per sfuggire alla sua stessa creatura, Odaer sentiva le risa degli altri, che si burlavano di lui. ''Devi fare attenzione, Odaer'' lo avvertì l'Anziana custode della Sapienza, ''nella ricerca del disegno perfetto, puoi creare dei mostri. La tua ansia di rendere la vita più gradevole e bella, può provocare, se non stai attento, dolore e paura ad altre creature''. ''Ma io voglio creare qualcosa di bello'' piangeva Odaer''. ''La ricerca della bellezza e della perfezione è costellata di ostacoli. Molti si sono perduti per quella strada. Fà attenzione'' ripetè l'Anziana. Il giorno dopo, quando Odaer giunse nel luogo in cui era solito sedersi presso lo stagno, vi trovò un Cane. ''Questo è il mio posto'' gli disse, ''per favore, lasciami sedere''. ''Mi farò da parte'' rispose il Cane. ''Io mi sistemo dappertutto. Sono già felice di avere un posto in cui sdraiarmi''.
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Losar De La Vera, Spagna, Tricky con Trol  (Foto: Sara Ortiz, 01-2009)
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''Ah!'' esclamò Odaer. ''A volte anche a me piacerebbe essere come te; essere felice che le cose siano come sono, ma non ci riesco. Non avrò pace finchè non potrò disegnare qualcosa che sia bello quanto un uccello e un fiore insieme''.''Non capisco perchè ti tormenti tanto'' gli disse il Cane. ''Sembra che a nessuno importi che non esista quel che tu vuoi disegnare. Stà tranquillo, vivi la tua vita, non molestare nessuno e nessuno ti molesterà''.''Ma io ho un sogno che può portare più bellezza e armonia nel mondo'' disse Odaer, ''se rinuncio a questo sogno solo perchè c'è chi non mi capisce e si burla di me, dovrò smettere di credere nella bellezza dei sogni e nell'importanza di perseguirli fino in fondo''.''Io non ho alcun sogno da realizzare. Per me, la vita è sdraiarmi sull'erba, dormire, mangiare, e andare a spasso con chi vuole portarmi con sè''.''La tua vita è molto semplice'' disse Odaer, ''perchè non ti sei mai sentito custode di niente''.''Se qualcuno attacca il mio padrone io lo difendo. Mi sento custode di questo'' replicò il cane.''Vedi? Ma per me la vita non consiste solo nel difendersi. Sento la responsabilità di renderla più bella per gli altri. Mi piace pensare che molte piante, animali ed esseri umani godranno la bellezza dei miei disegni...se un giorno otterrò quel che desidero''.''L'otterrai'' disse il Cane, alzandosi sulle quattro zampe, già annoiato per la conversazione e con la voglia di allungare le gambe.''Perchè dici questo?'' chiese Odaer.''Perchè a me succede. Se sogno un osso quando dormo e continuo a sognarlo da sveglio, generalmente lo trovo''.Detto questo, il cane se ne andò saltellando allegramente per il prato. Odaer rimase a lungo a riflettere su quel che aveva detto il Cane, quindi ritornò nel laboratorio degli Insetti per lavorare a nuovi disegni. A tarda sera, dopo aver lavorato per ore e ore, Odaer pensò di aver realizzato finalmente il suo sogno. Aveva creato un insetto alato dal corpo cangiante, con ali sottili e trasparenti che mandavano riflessi metallici. Soffiò sulla carta perchè l'insetto volasse via e un paio di Libellule apparvero nella sala. Ne prese una e, in segreto, andò a chiamare Etra, la sua amica. Etra e Odaer contemplarono l'insetto che volava alla luce della luna.
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''E' molto bello'' disse lei. ''Ed è veloce come un Colibrì''. ''E' senz'altro molto bello'' disse Odaer, pensieroso. ''Ma quel che io sogno dovrà essere ancora più bello''.''Perchè ti impegni tanto, Odaer? Il mondo è pieno di bellezza. Devi imparare a essere umile e devi renderti conto che, spesso, le cose non possono essere come si vorrebbe che fossero''.''Ma Etra!'' disse Odaer, ''noi siamo i disegnatori di Tutte le Cose. Se rinunciassimo ai nostri sogni, che senso avrebbe la nostra esistenza?''.''Forse quello che ti sei proposto è molto difficile'' disse lei.''Proprio per questo devo continuare a tentare'' rispose Odaer, con ostinazione.E Odaer continuò i suoi esperimenti nel laboratorio, nonostante le risa degli altri, nonostante i suoi amici lo guardassero con tristezza, nonostante molti lo considerassero superbo e lo criticassero severamente.La vita di Odaer divenne molto solitaria. Passeggiava da solo per i boschi e le montagne. ''Le cose belle sono fragili'' gli diceva il Vento''.''Guarda come lascio senza fiori gli arbusti soltanto gonfiando le mie gote e soffiando''''Guarda me'' disse il Vulcano ''Se soltanto prendo freddo e mi capita di starnutire, le mie ceneri distruggono tutto ciò che toccano''.''Ma i fiori crescono di nuovo'' diceva Odaer.
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Madrid, Orto Botanico (Foto: Tricky, 02-2009) 
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''E l'erba torna a nascere. Quel che a me piace della bellezza è che non si dà mai per vinta''. ''Ma che senso ha un fiore?'' chiese una Roccia nera e appuntita. ''Appassisce subito e muore''.''Diventa frutto'' rispose Odaer. ''E inoltre è molto bello. La bellezza non si può spiegare, si sente''.''La bellezza è come quando io appaio nel cielo e illumino tutto ciò che sfioro'' disse il Fulmine. ''Ma tu fai paura'' disse il Serpente.''Senti chia parla'' rispose il Fulmine.''Io voglio qualcosa che dia felicità'' disse Odaer, e s'incamminò sulla riva di un ruscelletto.Un giorno Odaer fece un sogno. Sognò che suo nonno soffiava su un arcobaleno e l'arcobaleno si spezzava in minute particelle che si alzavano in volo. Si svegliò di soprassalto per disegnare i frammenti dell'arcobaleno, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu una Cicala che saltò fuori dal foglio di carta cantando. Pensando a suo nonno, versando salate lacrime di frustrazione, quel pomeriggio, poco prima del crepuscolo, Odaer si addormentò sulla riva dello stagno.
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Fu svegliato dal fruscio di veloci ali che gli passarono vicino sfiorandogli un orecchio. Si sedette, si sfregò gli occhi e, in quel preciso momento, vide un piccolo Colibrì che affondava il lungo becco nella corona di un fiore azzurro. Il Colibrì continuò il suo volo, saltando di fiore in fiore, fino a che non ebbe bevuto tutto il nettare dei fiori che erano sulla riva dello stagno dove si trovava Odaer. Quindi volò sull'acqua, dirigendosi verso un cespuglio di rose che si trovava sull'altra riva.
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Odaer lo guardò affascinato. Abbassò lo sguardo, triste, pensando che forse lui non sarebbe mai riuscito a creare una cosa tanto bella, e in quel momento il suo sguardo si posò sull'ombra del Colibrì che fluttuava lieve nel riflesso dello stagno, colorandosi del rosa e dell'azzurro del crepuscolo. L'ombra pareva avere vita propria. Batteva le ali, si muoveva, si trasformava; ora sembrava un uccello, un istante dopo un fiore. Allora nel cuore di Odaer si accese una grande luce. Ecco finalmente la forma che lui stava cercando! La perfetta combinazione di fiore e uccello! La vedeva lì, sull'acqua dello stagno! Aveva finalmente trovato il suo disegno. Il disegno che avrebbe chiamato Farfalla.
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Di corsa ritornò al laboratorio e disegnò e disegnò senza tregua le eli e il corpo della Farfalla. Perchè le ali fossero trasparenti e leggere , le fece di squame minute appoggiate le une sulle altre, come fossero un tetto di tegole. Quindi disegnò un piccolo corpo di insetto e vi applicò una lingua molto lunga perchè potesse alimentarsi col nettare dei fiori e portare sulle zampette il polline da un fiore all'altro. Quando terminò chiamò i suoi amici Etra, Asum, Oleb e Rotnip e li condusse nella grotta in mezzo al bosco, per mostrargli il disegno. Illuminò la grotta con molte candele e, davanti ai loro sguardi stupiti, soffiò sul disegno e una farfalla arancione intenso con fasce gialle nella parte superiore delle ali volò via dal foglio. ''E' un fiore che vola!'' esclamò Asum. ''E' un piccolo uccello!'' disse Rotnip. ''Ci sei riuscito!'' gridò Etra. ''E noi che credevamo che non ci saresti mai riuscito'' disse Oleb, provando un po' di vergogna. ''Non ci burleremo mai più dei sogni''.E tutti si abbracciarono e abbracciarono Odaer, piangendo di felicità.''Non abbiamo violato le regole della creazione'' disse Odaer molto contento, quando tutti si calmarono e si asciugarono le lacrime di gioia.''Sarà un insetto, ma avrà la bellezza dei fiori e sarà veloce come gli uccelli. Gli esseri umani ammireranno la sua bellezza e ne parleranno nei loro racconti e nei loro miti. Ogni paio d'ali sarà magnifico. Se siete d'accordo, chiederemo un laboratorio soltanto per noi, un laboratorio in cui disegnare soltanto farfalle''.Gli atri guardarono Odaer senza riuscire a contenere la loro eccitazione e il loro stupore. Che un disegnatore chiedesse un laboratorio proprio era un evento che non accadeva spesso. Avrebbero chiesto una riunione speciale presieduta dall'Anziana Custode della Sapienza alla presenza dei Disegnatori Maggiori e dei loro artigiani. Si sarebbe presentato il nuovo disegno alla comunità e, se tutti avessero applaudito e avessero espresso approvazione, si sarebbe deciso che il Disegnatore meritava un laboratorio proprio.''Dovremmo disegnare molte farfalle per presentarle'' disse Asum. ''Ho pensato a tutto'' disse Odaer. ''Lavoreremo in segreto perchè sia una vera sorpresa''. Il giorno dopo, i ragazzi si presentarono molto presto al Laboratorio degli Insetti e si riunirono nella sala in cui lavorava Odaer.''Per prima cosa'' disse questi, ''dobbiamo distrarre gli altri''.E mentre parlava, disegnava e ridisegnava su un foglio di carta un insetto piccolo, brutto e nero con ali molto veloci.''Creeremo questo insetto impertinente incapace di capire quando deve smettere di molestare. Lo chiameremo Mosca''. Detto ciò, Odaer schiuse la porta della sala e, prima di richiuderla, soffiò sul foglio su cui aveva copiato molte mosche uguali. Le mosche volarono all'interno del laboratorio e si posarono sui calamai, sugli occhiali, sui dipinti, sui capelli, sui vestiti, sulle orecchie, insomma, dovunque potessero molestare i poveri Disegnatori di Insetti. La lotta con le mosche perchè li lasciassero lavorare richiese tutta l'energia dei vecchi Disegnatori, che non ebbero più né tempo né voglia di preoccuparsi di ciò che stavano facendo i giovani che si erano chiusi nel laboratorio con Odaer. I ragazzi lavorarono per molti giorni a porte chiuse, ascoltando musica e immaginando le differenti e belle località della Terra in cui avrebbero abitato le farfalle. Disegnarono così farfalle che potessero vivere nelle umide foreste tropicali, nei boschi delle zone temperate, nelle steppe, nelle vaste praterie... Al termine del quinto giorno, Odaer andò a trovare l'Anziana Custode della Sapienza e le chiese l'udienza speciale per la presentazione di un nuovo disegno. L'Anziana rimase un po' sorpresa perchè non si era accorta di nulla. Chiese più volte a Odaer se si trattava di un insetto e non di un incrocio proibito dalle leggi della creazione.''E' un insetto'' continuava a ripetere Odaer.''Sei sicuro che il tuo disegno meriti che io riunisca tutti i Disegnatori? Non ci deluderai?''''Sono sicuro'' disse Odaer.Convinta dalla determinazione del ragazzo e pensando con tenerezza ai suoi sforzi e alle sue sofferenze, l'Anziana accettò la richiesta e fissò l'udienza per il giorno seguente. La Sala delle Udienze era un luogo magnifico che veniva utilizzato soltanto per le grandi occasioni. Aveva un tetto di cristallo, e le pareti erano fatte dello stesso materiale delle nuvole. Si trovava in una zona in cui era sempre PRIMAVERA, e per questo la sala aveva la luminosità di un soleggiato mattino di inizio Maggio.
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Palacio de Cristal, parque del Retiro, Madrid (Foto: Tricky, 02-2009)
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Odaer e i suoi compagni avevano lavorato tutta la notte senza sosta; arrivarono all'udienza un po' stanchi per la veglia, portando enormi casse di vetro coperte da veli che impedivano di vederne il contenuto. Convocati dall'Anziana Custode della Sapienza, i Disegnatori di Tutte le Cose cominciarono ad arrivare. Fecero la loro comparsa i giganti responsabili del disegno dei grandi animali. Erano uomini e donne robusti. Avevano disegnato i Leoni, gli Elefanti, le Giraffe, i Rinoceronti. Giunsero poi i Disegnatori dei Gatti. Avevano gli occhi graffiati e si muovevano con fare sinuoso e silenzioso. I Disegnatori dei Cani erano giovani e rumorosi. Dopo aver tanto disegnato Cani, gli era cresciuta la coda e ora si agitavano manifestando la loro eccitazione. I Disegnatori della Vita Marina erano snelli e luminosi e portavano berretti di squame che risplendevano come ristalli al sole. Giunsero anche i placidi Disegnatori degli Alberi, che indossavano sontuosi vestiti verdi. Li accompagnavano i Disegnatori egli Arbusti che erano piccoli e grassi e le Disegnatrici dei Fiori che erano bellissime, con i volti bianchi dipinti di molti colori e vestite con aiti di petali di grande bellezza. Quelle che disegnavano gli uccelli arrivarono volando, avvolte in cappe di piume multicolori. Evitavano di avvicinarsi ai Disegnatori dei Rettili che erano molto seri e avevano il corpo tanto flessibile da poter passare attraverso le fessure delle porte. Infine apparveo, assordando con il loro passo di pietra, i Disegnatori dei Metalli e le luminose e quasi invisibili Disegnatrici di Mondi e di Astri. Quando tutti furono nella sala, un istante prima che si chiudessero le porte, fecero la loro apparizione, timidi e molto miopi, i Disegnatori di Insetti. Odaer e i suoi compagni erano nervosi. A Etra sudavano le mani, e Oleb non sapeva che fare con le sue; le infilava in tasca e le tirava fuori in continuazione. Nella Sala delle Udienze si sentiva il mormorio di molte conversazioni. Tutti si chiedevano che cosa potevano aver disegnato quei ragazzi da meritare una riunione tanto singolare. Quelli che si erano presi gioco di Odaer erano infastiditi perchè avevano dovuto interrompere il lavoro per essere presenti alla convocazione del giovane testardo. Non pensavano che meritasse un laboratorio proprio. Finalmente l'Anziana Custode della Sapienza prese posto nella parte più alta della sala e si fece un profondo silenzio. Odaer chiese che si chiudessero le finestre. I ragazzi vennero avanti con le casse di cristallo e, a un segnale di Odaer, sollevarono i veli che coprivano le casse e le aprirono di colpo.
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Miriadi di farfalle multicolori inondarono l'aria di rossi, azzurri, gialli, viola, arancioni, verdi e bianchi. Volarono formando un arcobaleno, disegnarono un arco perfetto sopra le teste dei presenti che guardavano muti, senza riuscire a capire ciò che vedevano. Odaer battè le mani e le farfalle ruppero la formazione e si mescolarono le une con le altre in un'onda di toni inimmaginabili, strappando questa volta a tutti i presenti espressioni di stupore e meraviglia. A un altro battito di mani di Odaer, le farfalle si posarono sulla struttura di cristallo del tetto della sala, offrendo alla vista i disegni e i colori delle ali che assomigliavano alla vegetazione dei tropici, del bosco temperato, della steppa, delle alte montagne innevate. L'Anziana Custode della Sapienza si commosse fino alle lacrime, come le succedeva tutte le volte che vedeva qualcosa di ineffabile bellezza. Il ragazzo ci era riscito! La farfalla era la perfetta combinazione di un uccello e un fiore! Non per niente Odaer era il nipote del Disegnatore dell' Arcobaleno. Seguendo la tradizione familiare, il giovane aveva disegnato una creatura effimera, una creatura dalla vita breve, ma la cui bellezza avrebbe lasciato un'eterna impressione nel cuore delle piante, degli animali, degli esseri umani. Neppure i Disegatori i Tutte le Cose riuscirono a contenere lo stupore. Contemplavano e non si stancavano di contemplare la bellezza delle farfalle che volteggiavano attorno a loro come fiori alati, mostrando la delicata architettura delle loro ali e l'audacia della loro forma. Coloro che si erano burlati del ragazzo, esaminavano le farfalle che si posavano loro sulle mani e avevano timore a sollevare lo sguardo perchè provavano un po' di vergogna per essere stati tanto increduli. Infine, dai loro abiti fatti di petali, le Disgnatrici dei Fiori cominciarono ad applaudire con le loro mani delicate, e subito l'intea sala si riempì di applausi e di evviva per la nuova creazione. Odaer sentì che i pensieri di tutti cominciavano a immaginare il mondo pieno di farfalle. E così si riempivan di felicità. Pensò che i suoi momenti di tristezza, di angoscia e di solitudine, le sue notti di veglia, non erano stati vani. La farfalla era nata anche dalle sue lacrime. Pensò che, per ricordare i suoi sforzi e perchè nessuno si ingannasse credendo che la bellezza non costasse fatica, avrebbe fatto in modo che le farfalle fossero delle brutte larve che in seguito si sarebbero trasformate nell'insetto più bello del Creato. Infine pensò che era vero ciò che aveva detto il suo amico cane: i sogni diventano realtà. Non smettere mai di sognare, non darsi mai per vinti: questo era il segreto. Odaer costruì il suo laboratorio con pareti fatte di frammenti di arcobaleno, in riva alla Pozza del Colibrì, e da quel momento lui e i suoi amici disegnarono migliaia e migliaia di farfalle.
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La Fabbrica delle farfalle è un racconto scritto per i bambini e per tutti gli esseri umani cha hanno saputo conservare un animo di bambino.
(Gioconda Belli, 1994)
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In rete



È PRIMAVERAA!!!!!!!!!!!

1 commento:

  1. Che bello trovare questa fantastica fiaba online...
    Io la stavo proprio cercando!!!Grazie :D :D :D

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