giovedì 29 ottobre 2009

Jazz, A Love Supreme

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Nel mio vecchio Blog (Il nuovo giardino magnetico), avevo dedicato un lungo post alla storia del jazz. All'epoca stavo ascoltando, in quantità davvero importanti, materiali appartenenti a questa splendida pagina della musica afroamericana, allo stesso modo in cui adesso sto togliendo la polvere a molti vecchi vinili di soul music. Sono fatto così, non mi accontento, amo ritornarci su, analizzare, approfondire, emozionarmi una, due, tre, mille volte di più, (ri)scoprire in gusto di nuovi dettagli, di nuove vibrazioni. Ieri con il jazz, oggi soprattutto con la soul music, domani chissà, potrebbe toccare ancora al reggae ( di cui non mi sono occupato abbastanza fino a questo momento nel blog) o al folk del Turzbekistan... Insomma, il piacere della buona musica a tutto tondo. Ma di cosa vi stavo parlando? Ah, si, del vecchio post sul jazz. Ebbene, ho deciso di riproporlo/rimpolparlo e sono andato a ripescarlo in toto per schiaffarlo quasi identico in questo contenitore (anche se notevolmente cambiato da un punto di vista grafico). Intanto il raffreddore continua a perseguitarmi impietoso. Sarà la polvere che sto togliendo dalle copertine di tutti questi eterni capolavori?
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Il Jazz occupa uno spazio importante, oltre che tra i miei scaffali, anche nel mio cuore. Oramai gli anni di felice "fidanzamento" con questa musica mi hanno dato la possibilità e il privilegio non di considerarmi un esperto del genere (sarebbe un atteggiamento davvero troppo presuntuoso pensare di conoscere a fondo la storia di una musica che è allo stesso tempo "epopea" umana, politico-sociale e culturale, e dove per ogni singola pedina che va a comporne la complessa scacchiera sarebbe limitativa un enciclopedia), ma almeno di cogliere via via nuove appassionanti sfumature. Soprattutto mi ha regalato la capacità di far lievitare, in modo esponenziale nel tempo, gli umori e le emozioni derivate e scatenate dal suo ascolto. Una questione di cuore si diceva. Un gioco assolutamente personale (soprattutto nella scelta delle discografie), teso a filtrare i poliedrici aspetti del jazz attraverso un ottica di gusto strettamente soggettivo: colore, passione, rivoluzione, afrocentrismo, esotismo, libertà espressiva, spiritualità..., insomma le prospettive che più mi affascinano di questa musica. Per dirla (concludendo) con il celeberrimo titolo di un brano del mitico Coltrane: indubbiamente A LOVE SUPREME!!!!!
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E IL JAZZ IN PILLOLE

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