OMAGGIO A ROSSINI
''Pulcinella è più bello, ha qualcosa di più, e questo qualcosa di più è preziosissimo e appartiene alla poesia'', afferma Federico Fellini in una lettera del marzo 1974 a Emanuele Luzzati e Giulio Giannini, a proposito della loro ultima fatica, il film d’animazione Pulcinella.
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Luzzati, scomparso nella sua Genova il 26 gennaio 2007, ha sempre lavorato come scenografo anche per l’opera lirica a partire dal 1959, quando esordì col ''Cordovano'' di Petrassi alla Scala, mentre segna un momento particolarmente felice il suo ''Flauto magico'' per il Festival di Glyndebourne. L’opera di Mozart lo avvicina infatti al cinema di animazione. A quella prima rilettura lirica ne seguirono altre, e la sua ''Gazza ladra'' nel 1964 ottenne una nomination all’Oscar e un’altra arrivò nel 1973 per ''Pulcinella''. «Di fronte alle scenografie di Luzzati, si ha quasi sempre l’impressione di finire mani, piedi e pensieri dentro un sogno. Emanuele Luzzati ci accompagna poi piano piano nelle stanze segrete del teatro e ognuno costruisce i propri spazi dentro la testa, poi li riverbera sulla scena, per il tramite delle figurine, dei colori, degli occhi spezzati o dei veli pendenti», aveva dichiarato anni fa Giorgio Strehler, rendendo omaggio a questo artista fra i più originali del nostro teatro.
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Rientrato in Italia, si divide subito fra la prosa e la lirica: ''Nel 1936 nel vecchio Carlo Felice - ha raccontato una volta - assistetti ad una rappresentazione dell ''Elisir d’amorè. Cantava Tito Schipa e mi commossi: a quell’epoca avevo in casa un teatro di burattini, mi divertivo ad animarli. E per mia sorella realizzai subito un Elisir d’amore. Nacque allora la mia passione per la lirica e per il teatro dei burattini''. Il teatro essenziale, quello delle finzioni visibili e, proprio per questo, capaci di trasformarsi simbolicamente e coinvolgere emotivamente, come è facile capire anche da questi tre cortometraggi animati rossiniani.

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