"I'm in love with a girl who doesn't know I exist"(Anoter Sunny Day, Sarah Records, 1988)
... e scusate il ritardo
JOANNA NEWSOM
''Have One On Me'' (Drag City, 2010)
''Ma lascio il tuo prezioso cuore al suo tripudio di cuori preziosi'', sono le ultime parole che si odono in ''Ys'' (Drag City, 2006). Verdetto: dopo cinquantacinque minuti di seduzione, nessun cuore potrà mai essere liberato dall'incantesimo di Joanna Newsom. Cinque brani meravigliosi, melodie incredibili, dolcissime, avvolgenti, senza sbavature di sorta. Un capolavoro. Dovrebbe bastare questo aggettivo che è sempre più difficile abbinare ad un prodotto musicale, quantomeno in quell'ambito che usiamo chiamare genericamente popolare, intendo tutto ciò che comunemente comprende rock e pop (appunto), nelle varie sfacettature. Ma come si fa ad etichettare in un genere, qualsiasi esso sia, i dischi di Joanna Newsom? E già il fatto che il suo strumento sia uno strumento difficile e atipico come l'arpa ci dice a cosa si può andare incontro scegliendo di comporre alla sua maniera. Per non parlare poi di quell'atipicità di un canto dai toni ''infantili'' e un po' lamentosi, che hanno riscosso ampii (e meritati) consensi di culto e che hanno richiamato l'attenzione su di lei, bellezza ''acqua e sapone'' non priva di un certo fascino enigmatico, la cui ambizione affonda le proprie radici proprio nella consapevolezza, o forse in un indecifrabile istinto, di avere qualcosa di genuino e di essenziale da esprimere attraverso versi e musica.
Il nuovissimo ''Have One On Me'' riconferma la Newsom ad altissimi livelli, anzi ai massimi, ma con qualche differenza importante rispetto al precedente capolavoro; innanzitutto la durata del disco, che poco prima della sua uscita aveva destato in molti più di qualche perplessità, salvo poi doversi arrendere all'evidenza che la qualità di tutte le canzoni ne giustifica ampiamente la lunghezza. Un po' tutti, probabilmente si aspettavano poche canzoni con un minutaggio importante e testi lunghissimi, proprio come nel caso del già citato secondo disco della cantautrice americana, e invece ecco il malloppone: 18 traccie divise in tre cd (avete letto bene) e ben due ore di musica. E che musica!
Il disco è ancora una volta un piccolo capolavoro di scrittura dove l'arpa resta lo strumento principe, ma ciò che sorprende maggiormente è la qualità degli arrangiamenti e delle orchestrazioni, perchè anche in questo caso, nessuno pensava o si aspettava che si sarebbe potuto far meglio di ''Ys'' (anche perchè li cerano rispettivamente Steve Albini, Jim O'Rourke e Van Dyke Parks dietro a registrazione, mixaggio e arrangiamenti) e invece quelli di questo lavoro non sono davvero da meno. Un'altra differenza importante traspare dall'uso che la Newsom fa della voce, che in ''Have One On Me'' sembra aver guadagnato in profondità, dando linfa a canzoni un po' più ''solari'' dal punto di vista strumentale grazie anche all'ingresso, in alcuni casi, di batteria, pianoforte e strumenti a fiato. Certo la storia dei tre cd richiede un po' di pazienza e il lavoro va assaporato un po' aper volta e ascoltato in diversi momenti, ma ne vale la pena. Ancora una volta il coraggio e la creatività, in termini sia stilistico/estetici che di impatto emotivo, ci danno la conferma del talento e delle capacità della bella americana. Parlare solo di splendida conferma mi sembra ingeneroso.
Non tutti la pensano così purtroppo...mah...
RispondiEliminaSinceramente non ho letto molto a riguardo (solo la recensione di Stefano Isidoro Bianchi su Blow Up e, in rete, quella di Onda Rock, che comunque lo hanno trattano bene). Il problema è che si tratta di un disco che (forse più di altri) per essere apprezzato fino in fondo, richiede un ascolto attento, e visto la mole del lavoro mi viene da pensare che molti di quelli che lo hanno giudicato male lo abbiano fatto troppo precipitosamente e non siano nemmeno arrivati alla metà del primo cd. Ribadisco il mio parere: splendido!
RispondiEliminaSono totalmente d'accordo con te!
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