martedì 11 maggio 2010

Tango e fumetti

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Jorge González
FUEYE - IL SUONO DEL TANGO
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1916. Una nave salpa dal porto di Genova e naviga per 40 giorni. Al suo interno sono imbarcati centinaia di italiani ed europei diretti a Buenos Aires. Quì comincia la storia di Antonino Dufour, genitori francesi e italiani, e del suo bambino, Horacio, di otto anni. A Buenos Aires conosceranno il bandeonista Vicente “Gordo” Rial che introdurrà Horacio alla vita notturna e gli farà conoscere il mondo dei tangueros, della prostituzione e della mafia. Seguiremo l'infanzia e l'adolescenza di Horacio, le sue aspirazioni e il desiderio di lasciarsi alle spalle la classe ''bassa'' a favore di una condizione più agiata e di potere, fino alla sua vita adulta negli anni Sessanta. Attraverso i MAGNIFICI disegni di Jorge González (classe 1970, non l'ex wrestler, ma un interessantissimo giovane autore argentino trapiantanto in Spagna) vivremo sulle note del tango la sua storia e il processo di cambiamento sociale, politico e culturale che l'immigrazione europea conobbe in Argentina all'inizio del Ventesimo secolo. ''Fueye'' (001 Edizioni, 2009) è tango, solitudine e passione. E' la musica del porto, della nostalgia, del convertillo, dell' alienazione dell' immigrato. Opera vincitrice del "Premio Internazionale Graphic Novel" Fnac.
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Una curiosità: il bandoneonista Marcelo Mercadante, ispirandosi ai disegni di Jorge González per comporre la musica che accompagna la lettura di Fuye (i brani, messi gratuitamente a disposizione dal suo autore, si possono scaricare direttamente QUI o dal sito di Mercante), si fa trasportare dagli umori del fumetto, si immedesima negli ambienti, nelle atmosfere dei bordelli dove si ballava tango, tra allegria e nostalgia, e crea la sua musica di conseguenza. Disegno e note si fondono per ricreare la Buenos Aires dell'inizo del secolo scorso, tra solitudine e senso di alienazione, allegria e sollievo.
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E arriviamo a ''Carlos Gardel'' (Nuages, 2010). Come nel caso di Fueye, anche questo fumetto supera la particolarità dell' argomento a favore di una più intima esplorazione dello spirito di un Paese e di una società in erba, alla ricerca della propria identità. Tutto merito di due mostri sacri dei comics come José Muñoz (classe 1942) e Carlos Sampayo (1943) , autori di quest'opera nuova dall'agile narrazione e dalla bella fattura che (al pari di quella di Gonzalez) raccomando a tutti gli amanti del fumetto come uno degli acquisti della stagione.

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Muñoz & Sampayo
CARLOS GARDEL
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Il sodalizo artistico tra i due argentini continua con ottimi risultati da più di tre decadi, quando nel 1974 Muñoz e Sampayo si incontrarono per la prima volta in Spagna, dando inizio a una traiettoria che ha sempre valorizzato la ricerca delle loro identità culturali. Con questo magnifico lavoro dimostrano una profonda attenzioni nei confronti di un mito come Carlos Gardel e della musica che ''cantava e ronzava, ma non sapeva leggere ne scrivere'', spiega Sampayo. Secondo quest'ultimo la particolarità del cantante risiedeva in una speciale ''capacità intuitiva''. Sempre Sampayo attribuisce a Gardel l'abilità di aver rinforzato un'identità di mito ''non del tutto chiara''. Nel prologo gli autori assicurano però che il libro ''non vuole essere ne un elogio ne, tantomeno, una diattriba'' e che la loro intenzione non è assolutamente quella di ''smontare un mito o inventarne uno nuovo''. Sceneggiatore ed esperto di musica (ma anche romanziere e giornalista) Sampayo ci conduce con questo lavoro alle origini (del mito) del tango nel suo contesto sociale e storico. Come anche nell'anteriore ''Wats Waller'' (Coconino, illustrato da Igort) o in ''Billie Holiday'' (edito in Italia da Rizzoli, con i disegni José Muñoz), anche in questo lavoro Sampayo sembra incontrare la sua dimensione perfetta.
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Da parte sua Muñoz, adattandosi perfettamente alla figura misteriosa del grande cantante argentino, (E' morto o no? Quando è nato? E Dove? Argentina o Uruguai? Era socialista o conservatore ? Gay o etero?...) diventato leggenda forse anche in conseguenza di una misteriosa e improvvisa sparizione, (proprio per questo) gioca su un'indefinitezza grafica con i disegni in bianco e nero che ritraggono il volto del personaggio (ma forse sarebbe meglio dire la maschera, come indicano gli autori nella prefazione) in modo ''etereo'' e ''diafano''. In questa costruzione della figura di Gardel, prendono vita anche personaggi immaginari. I propri creatori confessano che il cantante ''invitava alla congettura evitando la precisione''. Tuttavia quel tocco immaginario che Muñoz e Sampayo danno (oppotunamente) al loro lavoro non impedisce di ragruppare nelle vignette del fumetto anche molti personaggi reali degli anni Trenta e Quaranta, che hanno condiviso avventure ed esperienze con lo stesso Gardel. Tra questi, ad esempio, Alfredo Palacios (primo deputato socialista nel parlamento argentino) o Alfredo Le Pera (poeta brasiliano e autore della maggior parte dei successi del cantante). Attraverso le canzoni e la voce dell'artista (dichiarato patrimonio dell'umanità dall' UNESCO nel 2003) Muñoz e Sampayo evocano le notti porteñas degli anni in cui Buenos Aires diede riparo a molti europei. Oltre a concentrarsi nella cultura argentina, gli autori dichiarano il loro amore per la musica, in generale. Infatti, non è la prima volta che gli autori danno una nota musicale alle loro vignette, come accennato poco sopra nel caso di Fats Waller o di Billie Holiday.
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Una volta deciso che volevamo fare una storia su Gardel, ci serviva un filo conduttore. Sembra niente, ma senza filo si disfano le cuciture di qualunque storia. E un buon filo è sempre d'oro. Oscar Zarate è accorso in nostro aiuto; non era la prima volta. La conversazione è stata più o meno la seguente:

-Perchè Gardel, Oscar?
-Perchè lui è il Paese. Attraverso Gardel, io darei voce al Paese. E' la Repubblica Argentina, quella che parla. E' la sua voce. E' Miss Argentina che diventerà Miss Universo.
-Dare voce al paese...
-Prima di Gardel non c'era niente, niente che lo rappresentasse. L'Argentina è il suo manager, il suo agente. Gardel risponde a un desiderio profondo, al bisogno che un Paese ha di affermarsi come tale. Prima era qualcosa di ambiguo. Con Gardel prende forma il primo eroe popolare, anch'esso ambiguo. Inoltre, una volta eletto, nessuno può destituirlo: è un incarico a vita. E lui era disposto a rispettare questo accordo.
-Allora pensi che potremmo fare una storia sull'identità?
-Penso che sarebbe un buon filo conduttore, forse il migliore.
A partire da questo momento, José ed io abbiamo assegnato a Gardel il compito di rafforzare un'identità ''non del tutto chiara'' - specie dalle parti del Rio De La Plata - grazie alla sua qualità di '' mito''. E il lavoro è venuto come volevamo. Grazie tante, Oscar.

Carlos Sampayo
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CARLOS GARDEL
El Día Que Me Quieras [Antologia] (1998)

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-Ma tu non eri socialista?
-Io sono un'artista, ragazzo. E tutto il mondo può apprezzare l'arte.
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