lunedì 17 maggio 2010

Texas, passato e presente


ROKY ERICKSON with OKKERVIL RIVER
True Love Cast Out All Evil (Chemikal Underground, 2010)



Roky Erickson appartinene a quel genere di artisti che molti non esiterebbero a definire ''maledetti''. Nel suo caso, questa definizione si fà ancora più calzante se consideriamo i frequenti ''passaggi'' in centri di salute mentale, le terapie a base di elettroshock, il carcere e le perdite irreversibili del musicista texano. Nemmeno il talento dimostrato con uno dei gruppi di rock psichedelico più importanti di ogni tempo, i 13th Floor Elevators, è valso a rendere il suo nome immediatamente riconoscibile ai più, a dargli la notorietà che invece avrebbe meritato. Okkervil River, dal canto suo, è un'ottima band di Austin che in più di dieci anni di attività si è sempre mantenuta libera da vincoli di mode e commercio e la cui musica si muove a metà tra classic rock e indie rock (chi ancora non li conosce vada a ripescarsi almeno ''Down The River Of Golden Dreams'' ''Black Sheep Boy'' e ''The Stage Names''). E' da una brillante intuizione del loro manager che è nata l'idea dell'incontro con Erickson: il presente che riprende e filtra con molto ripetto il passato di un uomo che a sua volta ridiventa protagonista. Anche per questo ''True Love Cast Out All Evil'' è il brillante risultato di una collaborazione che va molto al di là di una semplice rivisitazione della memoria. Prodotto da Will Sheff degli stessi Okkervil River, le dodici canzoni prescelte per questo lavoro, escono da un cilindro di 60 brani disponibili e abbracciano più di trent'anni della vita artistica di Erickson. Una delle migliori sorprese è constatare come la voce del ''vecchio'' suoni ancora maledettamente carica di tinte espressive, di come riesca a dispensare emozioni dall'inizio alla fine. ''Devotional number one'' e ''God is everywhere'', i brani che emblematicamente aprono e chiudono il disco, sono costruiti su due field recording e si presentano quasi identiche a come Erickson le registrò durante uno dei tanti periodi di reclusione a partire dalla ''casalinga'' qualità sonora. ''Ain't blues too sad'' é un tema di country-blues costruito su una base d'organo hammond e interpretato magistralmente da Erickson. La splendida ''Goodbye sweet dream'' si muove su territori appena più psichedelici e a mio parere costituisce uno dei vertici del disco assieme alla successiva ''Be and bring me back home'' che, non so perchè, mi ha ricordato parecchio certe cose dei Green On Red. Poi ancora il ritmatissimo pop-rock alla Big Star di ''Brick back the past'' che lascia spazio alla ben più riflessiva (e autobiografica?) invocazione per pianoforte e voce di ''Please Judge'' (''Non sbattere dentro quel ragazzo ...''). La parte più cruda, distorta e visionaria arriva invece con la bellissima ''John Lawman'', prima di tornare a canovacci ancora parecchio classici (ma dalle differenti tonalità) con ''True Love Cast Out All Evil'' (un country denso e riflessivo), ''Forever'' (un avvicinemento al soul) e ''Birds'd Crash'' (una ballata rock costruita su una base soavemente distorta). Okkervil River si limitano ad accompagnare il maestro, ma lo fanno benissimo. Ne esce un disco meraviglioso, un profondo esercizio musicale che oltre a restituirci uno splendido Roky ci chiarisce una volta di più quanto amore, speranza e spiritualità siano l'essenza della sua sua muisica e del rock più autentico in generale. Sono commosso. Come minimo (8)

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