sabato 1 maggio 2010

Brazilian Pearls: Veloso e l'Africa


Caetano Veloso: Bicho (Philips, 1977)
 
Tracklist - Download - Cover Artwork 1; 2; 3; 4

 Il segreto del carisma di Caetano Veloso è sempre stata la capacità di mescolare il sacro con il profano, di spostare continuamente i suoi obiettivi, di saper essere innovatore e conservatore allo stesso tempo. Sul finire degli anni Settanta, spinto anche dal solito prezioso contributo dell'amico Gilberto Gil, Veloso sembra interessarsi in modo concreto alle radici africane. Partecipa nel 1977 al Festival di Arte e Cultura negra a Lagos, in Nigeria. Ed è una esperienza che lo colpisce. I frutti si sentono nel suo disco successivo ''Bicho'', pubblicato sempre nel '77. 



''Ero appena tornato da un viaggio in Africa con Gil, dove ero entrato in contatto con la musica juju della Nigeria. E' un disco storico, perchè porta per la prima volta la musica juju in Brasile con il pezzo 'Two Naira Fifty Kobo'. Poi c'è 'Um indio' con un tempo quasi reggae'', ricorderà. Bicho è solare. Sentendosi ormai maturo, il cantautore, dopo aver viaggiato e sperimentato, decide di dare spazio al proprio io. Ancora una volta in controtendenza rispetto alla rotta della musica brasiliana. L'allentarsi della pressione della dittatura, che comincia ad avviarsi verso verso quella stagione che verrà definita con untermine assai esplicito, ''abertura'', apre nuovi orizzonti e molti cantautori iniziano ad appropriarsi di certi temi fino a quel momento tabù. Il disco, solo nove pezzi (ma tutti straordinari) è accompagnato da una serie di disegni dello stesso Caetano, disegni dove predominano i colori pieni di luce. E sono questi i colori anche della musica. Un disco di dolci melodie con un ritmo caldo. C'è una riedizione di ''Um indio'', c'è una canzone di Jorge Ben (''Olha o Menino''). Ben tre brani sono dedicati agli animali (Bicho, in portoghese vuol proprio dire animale). Il primo è ''A Grande Borboleta'' (''La Grande Farfalla''): ''La grande farfalla / porta su un'ala la luna / e il sole sull'altra / e tra le due la seta ...''. Il secondo è ''Tigresa'' (''La Tigre''): ''Mentre i peli di questa dea / tremano al vento ateo / lei mi racconta senza certezza/ tutto quello che ha vissuto / che amava la politica / nel 1966 / e oggi balla nel frenatico Dancin days''. Questi ultimi versi sono polemici nei confronti della critica impegnata di sinistra che non perdona a Veloso il suo anticonformismo: ''Dancin Days era una discoteca di Nelson Motta che io adoravo. E dove incontravo molti di questi critici di sinistra impegnati a ballare'' dichiarerà. La terza canzone animalista è ''O Leãozinho'' (''Il Leoncino'') dedicata al figlio Moreno, che è del segno del leone.
 


Il disco si chiude con una soave melodia, ''Alguem Cantado'', dove Caetano presenta la sorella Nicinha, che mostra una voce incredibilmente suggestiva. Ma merita una citazione anche ''Odara'', posta in apertura, un altro brano funky dalla facile cantabilità. Insomma un disco dove gli orizzonti si allargano, si espandono e si muovono verso cento direzioni, in cui scopre (o forse è meglio dire riscopre) la black music (ne è ulteriore conferma anche, ''Bicho Baile Show'', ''jazzistico'' live di un anno successivo - ma proposto solo nel 2002 dalla Universal - dove l'artista bahiano è suportato dalla Banda Black Rio, vedi sotto) nelle sue infinite sfumature, nei suoi ritmi. Per concludere: un capolavoro che personalmente non fatico a definire ''da isola deserta''.


6 commenti:

  1. Grande Caetano, il livello della sua discografia è sorprendente O_O

    E di Joia (1975) che mi dici? A me piace da morire, acustico, essenziale, esalta la bellezza della sua voce :)

    RispondiElimina
  2. ho una passione viscerale per Caetano, la sua voce mi incanta e Bicho è veramente un gran bel disco...ho incontrato la sua musica quasi per caso circa vent'anni fa con Circulado Vivo e mi ha completamente rapito...grazie per la tua 'celebrazione'

    RispondiElimina
  3. Long live Caetano *_*

    Tzè, mi sono quasi 'offesa' quando ieri sera Leonardo (allenatore del Milan) ha citato Renato Zero e non il suo illustre connazionale Caetano...;)

    RispondiElimina
  4. Ciaoraga! E benvenuto a te CheRotto. Mi sono fatto un giretto sul tuo blog per vedere cosa ti piace e ho scoperto (tra le tante cose) che stai inserendo i fantastici volumi della Easy Tempo. Beh, complimenti.

    Per quanto riguarda Veloso, sono ormai più di quindici anni che ho inziato a racattare tutti i suoi lavori con l'intenzione di arrivare a possedere (riuscendoci) l'intera discografia originale del bahiano, grazie anche all'aiuto di alcuni amici che, liste alla mano, sono ritornati dai loro viaggi in Brasile, con alcuni pezzi del catalogo di non facile reperibilità che avevo loro commissionato. Tanto per dire di quanto sia innamorato della musica di quest'uomo.

    Per quanto riguarda i dischi da voi citati: Joia è sicuramente un ottimo lavoro, molto riflessivo. Mi trovo d'accordo anche sul fatto di come l'essenzilità dei brani (soprattutto bosse) che lo compongono contribuiscano ad evidenziale la bella voce di Caetano. In realtà il disco avrebbe dovuto essere doppio, ma la casa discografica bocciò l'idea, imponendosi di farne uscire due singoli e separatamente (1975), a pochi mesi di distanza uno dall'altro: Joia, appunto, e Qualquer Cosa, logicamente abbastanza simili.

    Facciamo un bel salto (anche se ce ne sarebbero di cose da dire e dischi meravigliosi da raccontare) e arriviamo alla fine degli anni novanta, e più precisamente al 1989, anno di uscita di quel capolavoro che è Estrangeiro, dopo il quale nessuno si sarebbe aspettato un disco di cotanto livello e invece (ancora una volta, e grazie all'ottima produzione di Arto Lindsey) il miracolo si rinnova con Circulado, a cui succederà (come da tradizione nella discografia di Veloso che è solito alternare un disco in studio a uno dal vivo) proprio quel Circulado Vivo (1992) a cui ti riferivi tu, CheRotto, dove Veloso inserisce solo tre brani di Circulado, preferendo alternare qualche cover (Jokerman di Dylan, ad esempio) a un buon numero di vecchi brani, tra i quali anche ''Um Indio'', contenuto sul disco da me proposto in questo post (''Bicho'') a chiudere il ''Circulado'':

    ''Um indio scenderà da una brillante stella colorata/.../Dopo lo sterminio della ultima nazione indigena/Più avanzato delle più avanzate tecnologie/Egli arriverà senza paura come Muhammed Ali/Egli arriverà, i miei occhi l'hanno visto, appassionato come Peri/Egli arriverà, i miei occhi l'hanno visto, tranquillo ed infallibile come Bruce Lee/Egli arriverà, i miei occhi l'hanno visto, forte e sacro come i figli di Gandhi''
    UM INDIO

    Grazie ancora, a presto.

    RispondiElimina