''Africa Bogaloo - The Latinitzation of West Africa'' investiga i rapporti sonori tra Africa e America Latina (Cuba in particolare). Non a caso la maggior parte dei suoni latin hanno avuto origine in Africa; tornati nel continente sono stati accolti (impressi su disco o trasmessi via radio) con grande entusiasmo. Qualche esempio: negli anni Cinquanta molte regioni africane furono, ad esempio, letteralmente travolte dal calypso, al punto che tanti artisti vollero cambiare nome per dare un tocco latin alle proprie produzioni; è il caso di Gerald Pine (Sierra Leone) che divenne Geraldo Pino, oppure Jean Serge Essous (Congo Brazzaville) che per un certo periodo si fece chiamare Jerry Lopez. Alcuni artisti componevano in spagnolo, altri inventavano parole che vagamente suonavano spagnole. Il passaggio dal post-colonialismo agli anni Sessanta contribuì al libero transito di musiche che nomi come l'Orchestra Baobab (e il leader Balla Sidibe) seppero tradurre in una efficace mescolanza di locale e latino. Nel loro pezzo ''On Verra Ca'' (presente nella compilation, nel video sotto viene invece proposto un altro brano dell'Orchestra)c'è già tutto lo stile Mbalx (molto influenzato dal latin groove) che Youssou N'Dour in seguito porterà in classifica. Altre bad senegalesi seguiranno quel filo sonoro: su tutte l'Orchestre N'Guewel di cui è presente una splendida versione di Mi Guajiro, grande classico cubano. Per non parlare di Baba Sosseh che modellò il suo stile di cantante salsa sul suo eroe domenicano Johnny Pacheco... Track list qui
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Occhio alla collana Soundway (un gioiello dietro l'altro in catalogo), materiali splendidi compilati dallo stesso boss dell’etichetta Miles Cleret che ha viaggiato molte volta in Africa (e in America Latina) per regalarci delle autentiche, incredibili tracce originali di quel tempo: oscure A-side, B-side e resti di album rarissimi. Ecco le ultime chicche per quanto riguarda il continente africano:
''Ghana Special'' è una delle ultime raccolte di musica africana perfette per chi non è alla ricerca di suoni completamente alieni. Il materiale di questa compilation è infatti familiare anche per chi è troppo abituato alla musica occidentale, trattandosi soprattutto di reinterpretazioni in chiave afro di funk, jazz e psych rock. Due cd di ipnotici brani di afro-pop, ricchi di squillanti assoli di sax, linee di basso elastiche e groovy, chitarrone alla Santana, tastiere, congas deliranti e botta e risposta vocali. Se volete saperne di più vi consiglio di visitare il magnifico blog di T.P. Africa.
L'ottima Strut, dopo le ''esplorazioni'' in Nigeria ed Etiopia apre una serie articolata su tre tomi indaga ora le sonorità sudafricane più popolari tra Sessanta e Settanta. In particolare questo primo volume, ''Next Stop….Soweto Vol.1: Underground Township Jive 1969-1976'' punta il dito sul township jive (o mbaganga), compilando soprattutto 45 giri fuori catalogo in un mix contagioso di chitarre, fiati, doo-wop africanizzato e tanto, tanto ritmo. Entrando qui si possono trovare ulteriori informazioni, consulatre la track list, ascoltare i materiale e, volendo, anche scaricare qualche brano.
Con il suo arsenale di musicisti virtuosi, Fela Kuti creò qualcosa di completamente unico che lui stesso definì Afrobeat music, frutto del miscuglio geniale di tendenze culturali diverse, come la psichedelia americana, il jazz, il funky, il movimento delle Pantere Nere e la musica africana tradizionale. Ha venduto milioni di dischi in tutta l'Africa e ha contribuito in modo decisivo alla lotta per l'emancipazione culturale del continente. La sua repubblica autoproclamata di Kalakuta era un simbolo di libertà in un paese violentato dal regime militare. Kuti era uno dei bersagli principali della dittatura: non si contano le volte in cui fu picchiato, arrestato e imprigionato. Attraverso la musica ottenne redenzione e potere. Questo album antologico, anche se limitato, con le sue tredici canzoni divise in due cd, rende omaggio a un artista eccezzionale, che canta e suona come se la sua vita dipendesse da questo.
Ancora Fela in ''Black' Man's Cry: The Inspiration Of Fela Kuti'': cover e brani ispirati dal padrino dell'afro-beat approvate dalla famiglia dello stesso Fela. Un antologia che mette in fila tracce rare o addirittura inedite composte da musicisti nigeriani, ghanesi e colombiani. Meravigliosa la copertina. Track list e informazioni qui
Scusa se ti infesto di commenti, ma sbrago anch'io per tutti questi progetti di Strut e label affini O_O Gli ultimi due numeri sulla Nigeria, quello sul Ghana, Africa Boogaloo della Honest Jon's, l'Orchestra Baobab...troppa roba, e tutta di livello superiore.
RispondiEliminaNon riesco a trovare Soweto, sigh :(