sabato 27 febbraio 2010

Persone che sanno come dirre addio

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Ieri, 26 febbraio 2010, Johnny Cash avrebbe compiuto 78 anni. A sette anni di distanza dalla sua morte, esce invece il secondo disco postumo dell'uomo in nero. Quando muore un'artista, ancor di più se una leggenda come Cash, c'è sempre il rischio di grattare il fondo del barile nel far uscire a tutti i costi una raccolta di canzoni rimaste inedite. E invece, anche l'ultimo capitolo della collaborazione fra Cash e Rick Rubin, ''American VI: Ain't No Grave'' rappresenta, a suo modo, una delle tappe importanti di una vita artistica già di per se memorabile. Le session di registrazione vennero effettuate nel corso del 2002, pochi mesi prima della scomparsa di Cash che aveva appena seppellito sua moglie June, e la sua salute stava peggiorando notevolmente. Non c'è da stupirsi, quindi, se anche le dieci tracce di questa ultima tappa dei suoi American Recordings sono pervase di mortalità, anche se Cash dichiarerà senza paura: ''Nessuna tomba potrà trattenermi''. Una tappa importante, si diceva, in virtù della sensibilità estrema con cui questo singing cowboy accosta ancora una volta le sue canzoni nonostante la sofferenza, non solo per la malattia che lo stava consumando, ma anche per una vita sospesa fra eccessi e un religiosissimo senso del peccato, che rendono sempre i suoi pezzi dichiarazioni di amore tenerissimi e toccanti. Anche la formula è sempre la solita: arrangiamenti essenziali, qualche cover (brani di Sheryl Crow, Kris Kristoferson , Tom Paxton...), un originale ("First Corinthians", tra le ultime cose scritte da Cash) e qualche brano tradizionale riarrangiato tra i quali spicca anche quello della title track con quelle parole ''Ain’t no grave that can hold this body dow'' che fanno venire i brividi. Ci sono persone che sanno come dire addio.
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1 commento:

  1. Condivido con tutto il cuore e aggiungo: che sanno farsi ricordare con immenso affetto :)

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