sabato 20 febbraio 2010

O Hawai'i Nei appendix (una piccola discografia "hawaiana")

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GABBY PAHINUI & RY COODER
The Gabby Pahinui Hawaiian Band Vol 1 (Panini 1975, 1991)
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BOB BROZMAN & CYRIL PAHINUI
Four Hands Sweet & Hot (Windham Hill Records, 1999
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Ry Cooder e Bob Brozman sono due diavolacci. Ormai se le sono fatte quasi tutte. Le musiche dell'altra parte del mondo intendo. Ry e Bob sono quel genere di artisti che portano a spasso le loro chitarre con la stessa naturalezza con cui i comuni mortali escono fuori con il cane. E come si sa, quando si incontra un altro essere dotato del medesimo animale, si incomincia a scambiare qualche parola, indipendentemente dalla rispettiva classe sociale di apparteneza. Così Cooder e Brozman, ovunque vadano si siedono e si mettono a suonare, convincendo sempre tutti che è bello scambiarsi opinioni chitarristiche. Questi due artisti, statunitensi che del loro paese si terrebbero soltanto qualche brindello country e una bottiglia di blues d'annata gettando a mare tutto il resto, devono essersi stropicciati gli occhi dalla gioia alla vista di tali messe di ukulele e chitarre di recupero giunte lì attraverso chissà quali baratti. Senza contare il fascino di voci suadenti come solo da quelle parti sanno esserlo. Questi due dischi (in compagnia, rispettivamente, di Gabby Pahinui e di Cyril Pahinui) rappresentano al meglio alcune delle loro paradisiache gite hawaiiane.
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TAJ MAHAL & THE HULA BLUES BAND
Hanapepe Dream (Tradition & Moderne, 2001)

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Sornione e solare, divertente e sognante. Dal disco di Taj Mahal in compagnia della sua band delle Hawaii (Hula Blues Band) spira una piacevole brezza insulare e si sprigionano fragranti profumi tropicali. Il gusto carismatico musicista ha qui riunito quattro brani tradizionali di diversa matrice (ad esempio caraibica, degli anni intorno al 1930, nel caso di King Edward's Throne), due sue composizioni, una della Hula Blues Band, una di Richie Havens, una di John Hurt e l'ennesima All Along the Watchtower di Bob Dylan. In chiusura uno strumentale d'origine misteriosa (ma con gli inconfondibili glissando delle chitarre hawaiiane), che da il titolo al disco. La contagiosa rilassatezza con cui il lavoro è stato realizzato si percepisce all'ascolto ed è già un valido motivo per sguazzare beati tra le note ed i suoni di questa produzione. Una meraviglia!
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ARTISTI VARI
The Rough Guide Hawaii:
Slide and Slack Key Surfing Sound (World Music Network, 2001)
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Un gioiello. Compilation (forse una delle migliori della serie) che, con gusto, passa in rassegna alcuni degli artisti più rappresentativi di quelle terre (ma soprattutto acque). Se non possedete nulla in tema e voleste mettermi un po' di questa musica in casa, consiglierei di iniziare proprio da qui. Se fate il download e una volta estratto lo zip vi viene chiesta la password, copite e icollate questa: posted_first_at_chocoreve
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ARTISTI VARI
Hawai'i: Under The Rainbow (Winter & Winter, 2006)
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A differenza di quanto si potrebbe pensare non si tratta di una compilation intesa a rieditare senza logica vecchie matrici buone per gli amanti dell'exotica. E' stato lo stesso proprietario dell'etichetta, Stefan Winter, a recarsi di persona nel paradiso terrestre hawaiano nel tentativo di raccogliere e documentare, come una sorta di novello Alan Lomax, quanto ancora rimane di un mondo da lui sinora immaginato, come egli stesso ha dichiarato, ''attraverso i quadri di Paul Gauguin e le visioni del Taboo di Murnau''. Registratore e microfono alla mano il suo percorso si è snodato in particolare sull'isola di O'ahu, tra canti dolcissimi, piccole percussioni, chitarrine, ukulele e steel guitar. La presenza più avvertita è comunque quella del rumore delle onde.
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MIKE COOPER
Rayon Hula (Hipshot, 2004-Room 40, 2009)

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Mike Cooper, compositore britannico di stanza a Roma con un amore di lunghissima data per l'arcipelago polinesiano e Haiti in particolare (a partire dalle camice che indossa) ci inoltra al disco più sperimentale del loto: Rayon Hula, uscito nel 2004 in edizione limitata per la Hipshot, etichetta personale dello stesso Cooper, e appena ristampato (ma sarebbe meglio dire riproposto in download) dalla Room 40. Per maggiori informazioni vi rimando allo splendido post di Borguez dedicato al disco dal quale potete anche accedere a una interessante intervista di Daniela Cascella al compositore.


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