Ancora un disco di impegno civile da parte di uno dei più grandi batteristi della storia del jazz che fonda la propria etichetta discografica (Candid) per poter elevare la sua protesta contro il razzismo e dichiarare il desiderio di emancipazione. I versi del poeta dissidente Oscar Brown vengono così affidati alla drammaticità vocale dell'allora moglie di Max Roach, Abbie Lincoln, mentre le percussioni dello stesso batterista si legano agli esuberanti interventi dello sfortunato trombettista Booker Little e del veterano sassofonista Coleman Hawkins (altri due mostri sacri del jazz). Il clamore attorno al lavoro fu così risonante da decretarne il boicottaggio in vari territori, tanto che al musicista fu permesso di rientrare in studio di registrazione solo dopo sei anni. Valenze sociali a parte, musica di eccelsa qualità.
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Il disco è stato ristampato quest'anno dalla Poll Winners.
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