Le poesie di Patrizia Cavalli

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Ho tentato di (ri)visitare alcune stupende poesie di Patrizia Cavalli attraverso le immagini e i colori dell'arte, Picasso in primis. Accostamenti a parte, resterà pur sempre l'occasione di ...''...sviluppare ora un' attitudine riflessiva di genere filosofico intorno ai misteri di ciò che solo in apparenza è chiaro: le ragioni e le condizioni del piacere e del dolore, i mutamenti impercettibili e decisivi che confondono o che intensificano quello che sentiamo o siamo...''.

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Le mie poesie non cambieranno il mondo

Qualcuno mi ha detto

In un punto del loro acuto svolgersi

Anche quando sembra che la giornata

Ma per favore con leggerezza

Seguita la vita come prima

L'educazione permette di mangiare

Non ho seme da spargere per il mondo

Sentirsi dire che la vita è crudele

Due scalini saranno la ditanza

Quante tentazioni attraverso

All'ombra di una metafora

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Il cielo

Ti odio perché non ti amo più

Lontano dai regni

Che orrore immaginare due corpi

Fingo di aspettarti per ingrandire i minuti

Maledetto sia lui, gozzoviglia di nuvole

La pioggia mi riporta

Addosso al viso mi cadono le notti

Arrivano, lentamente e pesanti da lontano

Per distrarsi dal tempo bisogna avere molte occupazioni

L'onda che si ritira e si allontana

Essere testimoni di se stessi

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L'io singolare proprio mio

Eri così vicina

Se ora tu bussassi alla mia porta

Tu te ne vai e mentre te ne vai

Avevo un corpo bugiardo e compiacente

Come alle tante mie calzette

Ormai è sicuro, il mondo non esiste

Io per guarirmi dei miei noiosi amori

Io scientificamente mi domando

Era alla luce terribilmente sabato

Con la sua grande alberatura il sogno

Meglio morire leggeri

Tutti i miei sensi raccolti in uno

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da ''Poesie (1974-1992)'', Einaudi, 1992

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Io lì c'ero già stata

Piccione zoppo. Ridicolo

L'Eden

Più ci si annoia e più ci si affeziona

Ah resta dove sei! Io qui (video)

Andavo nel silenzio prima

Poggiata a un davanzale davanti ad una strada

Guardavo avanti, non certo per principio

Così ferma stupefatta la giornata

L'ora che chiama fuori a luce intera

Guardare la bellezza e mai farla propria

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Morti perchè si muore

Ah, ma è evidente, muoio

Mi sveglierò domani. Ancora resto

Persino il sonno adesso mi dispiace

Muoiono i vivi e pure i morti muoiono

Come fatica la vita! Sa

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In nessun modo mai spirituale

Amore non è vero che svolazza

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Amore non mio e neanche tuo

Scarsa custode di quell'immagine

Bene, vediamo un po' come fiorisci

Sei come un ricco arancio

Rabbia furente, mia disperazione

Benché non dolorista ti ringrazio

Ero in pace ed eccomi dannata

Amore semplicissimo che crede alle parole

Andrò all'inferno certo andrò all'inferno

Se tu ci pensi proprio molto bene

Che poco mondo è il mio che è sempre nel bisogno

No, io non posso amare quel che sei

Sì, sì, come l'altr'anno, tra il ventitré

Mi sembra di volere, ma che cos'è che voglio?

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da ''Pigre Divinità e Pigra Sorte'', Einaudi 2006

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