lunedì 27 aprile 2009

Pellicole dal sottosuolo: ''L'Esquive'' (La schivata) di Abdellatif Kechiche

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In l' ''Esquive'' (La schivata) il regista di origine tunisina Abdellatif Kechiche (al suo secondo film da regista dopo Tutta colpa di Voltaire) punta la macchina da presa su un gruppo di ragazzi della periferia parigina. Sono adolescenti che vivono in uno stato di emarginazione, per lo più figli di immigrati di origine araba. Dunque, esempi da manuale di una comunità in perenne conflitto con quella parte del mondo che mira solo ed esclusivamente al proprio benessere. Detto in questo modo, La schivata sembra il solito film con i soliti risvolti drammatici, diviso a metà tra l'esibire un'umanità arrabbiata e violenta e il giustificare le possibili reazioni alle ingiustizie subite. Kechiche, però, compie un'operazione diversa. Sfruttando l'espediente narrativo di una recita scolastica nella quale sono impegnati i vari personaggi, il regista franco-tunisino non mette a tema il classico conflitto razziale o tra ceti sociali, ma fa regredire lo scontro tra i giovani protagonisti a qualcosa di più elementare e non per questo meno radicale : in primo piano sono i sentimenti, l'amore, gli sbalzi di umore e le decisioni che per un adolescente sono vissute come qualcosa di definitivo, di vitale.
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Attraverso la metafora dell'opera teatrale, il gioco dell'amore e del caso di Marivaux, nella quale ogni protagonista finge di essere quello che non è (l'arte come terapia per mettersi nei panni di un altro e non per rimanere sempre uguali a se stessi) il nostro sguardo può restringersi o diventare ampio, possiamo farci interpreti della prospettiva degli altri o rimanere irretiti nel nostro punto di vista. Per questo Kechiche ricrea sul set una lingua nuova, potentissima, tagliente e aggressiva, in grado di esprimere al meglio il meticciato culturale regnante nella banlieue; una lingua che prende in prestito il vocabolario del francese per innestarlo sulle sonorità dell'arabo, dando vita a qualcosa a metà strada tra la lingua parlata e il rap. La schivata è un film che esprime freschezza e che rinuncia in partenza a quella visione paternalistica di chi dall'alto della propria cultura pensa di poter giudicare e osservare in modo compassionevole i reietti. Messa da parte la morale, i ragazzi protagonisti della storia si muovono tra amore e odio, amicizia e inimicizia, guardando al presente come se fosse già il futuro. Ognuno di loro esprime qualcosa di umano che non può essere ridotto semplicemente all'appartenenza a una religione o a una patria. Un film utile e originale. Ma forse è poco.
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Titolo originale: L'Esquive
Regia: Abdellatif Kechiche
Produzone: Francia - 2003 - Drammatico
Durata: 117'
Interpreti: Nanou Benhamou, Sara Forestier, Osman Elkharraz, Sabrina Ouazani, Hafet Ben-Ahmed, Aurelie Ganito
Sceneggiatura: Abdellatif Kechiche
Fotografia: Lubomir Bakchev
Scenografia: Michel Gionti
Montaggio: Ghalya Lacroix - Antonella Benveja
Costumi: Mario Beloso Hall
Suono: Sophie Bousquet-Foures

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