. .
Si può sorridere senza avere un lavoro? Santa, José, Lino e Amador ci provano nel bar di Rico, ex compagno di fabbrica costretto a reinventarsi la vita dopo il brutale licenziamento. Siamo a Gijón, Galizia, nord della Spagna: i lunedì non sono più i primi giorni di settimane spese intorno a un tornio o con un trapano in mano. Santa, ''leader'' quasi suo malgrado, è incazzato nero perchè, oltre a essere stato cacciato, i padroni gli chiedono pure il risarcimento di un lampione mandato in frantumi durante i giorni della lotta e degli scioperi. Vive solo in una modestissima stanzetta di una pensione, ogni tanto una prostituta, quando capita qualche espediente (fa il babysitter sostituendo di nascosto la figlia di Rico in una lussuosa villa con piscina).
.
.
José è sposato con Ana ed è lei ora che porta i soldi a casa, umiliandosi a tempo determinato in una ditta che inscatola pesce (e infatti è ossessionata dal suo odore). Lino, invece, non si dà per vinto e partecipa a numerosi colloqui tentando di rilanciarsi ''travestendosi'' da giovane, ma il mondo del lavoro che ipocritamente lo accoglie non è più in grado di ascoltarlo. Amador è quello che sta peggio: non rassegnato intinge la sua sconfitta nell'alcol, vivendo tra i rifiuti accumulati in casa. Santa sogna gli ''antipodi'' (''li c'è il lavoro qui no, lì si scopa, qui no'' dice), José gioca al superenalotto, Lino si tinge i capelli e Amador si getta dalla finestra: ma oramai di queste ''risorse umane'' il neocapitalismo rampante non sa più che farsene.
.
.Al giovane regista Fernando León de Aranoa (premi a valanga per ciscun'opera realizzata sia corta lunga o ducumentaria), preferito in patria e agli Oscar all'Almodovar di Parla con lei, interessano le piccole grandi sporcizie che si nascondono nelle crepe delle società occidentali post-industriali, tanto è vero che i ''fatti'' o sono fuori campo (il suicidio di Amador, i colloqui di Lino...) o sono già accaduti. Ciò che più interessa qui è la capacità di resistenza umana, il valore dell'unità (''Abbiamo perso - dice Santa -perchè non siamo rimasti uniti, e perdendo il lavoro abbiamo ucciso il futuro dei nostri figli''). Senza un minimo di retorica, I lunedì al sole si può anche considerare un film militante e ideologico, ma senza il linguaggio della militanza e dell'ideologia. Si canta Volare di Modugno, si intrecciano anche alcune note di Tom Waits, si vedono le partite allo stadio di straforo. Ma qui scatta la metafora impietosa: si vede solo una porta, proprio quella dove lo Sporting Gijón non segna mai.
.
.Regia: Fernando León de Aranoa
Produzione: Spa/Fra/Ita - 2002 - Drammatico - Durata: 115'
Interpreti: Javier Bardem, Luis Tosar, José Angel Egido,
Nieve De Medina, Enrique Villen, Celso Bugallo,
Joaquin Climent, Aida Folch, Serge Riaboukine
Sceneggiatura: Fernando Leon de Aranoa - Ignacio del Moral
Produzione: Spa/Fra/Ita - 2002 - Drammatico - Durata: 115'
Interpreti: Javier Bardem, Luis Tosar, José Angel Egido,
Nieve De Medina, Enrique Villen, Celso Bugallo,
Joaquin Climent, Aida Folch, Serge Riaboukine
Sceneggiatura: Fernando Leon de Aranoa - Ignacio del Moral
Fotografia: Alfredo Mayo
Scenografia: Julio Esteban
Montaggio: Nacho Ruiz Capillas
Costumi: Maiki Marìn
Musiche: Lucio Godoy
.
Scenografia: Julio Esteban
Montaggio: Nacho Ruiz Capillas
Costumi: Maiki Marìn
Musiche: Lucio Godoy
.
.
.
.
Nessun commento:
Posta un commento