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a sinistra Michel Piccoli, a destra il maestro Manuel De Oliveira
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Del maestro portoghese Manoel De Oliveira bisognerebbe parlare tanto quanti sono i suoi anni: 100+1. Dando un occhiata alla sua filmografia mi sono accorto: 1) Il suo primo film è datato 1931; 2) La sua media realizzativa, soprattutto negli ultimi anni (e nonostante/per l'età) è altissima (di più di un film all'anno); 3) Nel momento in cui scrivo è in produzione l'ennesima opera del maestro (''Singularidades de uma Rapariga Loira''); 4) I suoi lavori, piacciano o meno, sono sempre colti e didattici, ed è comunque evidente la mano del grande regista 5) Guardando la sua filmografia, limitandomi agli ultimi anni, mi rendo conto di aver visto solo un quarto delle sue opere (ben 16 film realizzati dai 90 ai 100 anni). Ma la cosa più importante è che, malgrado tutto, De Oliveira non è ancora tornato a casa a vivere dei ricordi e della sua straordinaria carriera. Un monumento del cinema.
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Del maestro portoghese Manoel De Oliveira bisognerebbe parlare tanto quanti sono i suoi anni: 100+1. Dando un occhiata alla sua filmografia mi sono accorto: 1) Il suo primo film è datato 1931; 2) La sua media realizzativa, soprattutto negli ultimi anni (e nonostante/per l'età) è altissima (di più di un film all'anno); 3) Nel momento in cui scrivo è in produzione l'ennesima opera del maestro (''Singularidades de uma Rapariga Loira''); 4) I suoi lavori, piacciano o meno, sono sempre colti e didattici, ed è comunque evidente la mano del grande regista 5) Guardando la sua filmografia, limitandomi agli ultimi anni, mi rendo conto di aver visto solo un quarto delle sue opere (ben 16 film realizzati dai 90 ai 100 anni). Ma la cosa più importante è che, malgrado tutto, De Oliveira non è ancora tornato a casa a vivere dei ricordi e della sua straordinaria carriera. Un monumento del cinema.
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Ritorno a casa è del 2001. Qui di anni ne aveva 92, il maestro. Il film fu presentato a Cannes dove (come a Venezia -e affettuosamente lo dico-), si saranno stancati di vederlo. In verità una grande fetta di pubblico e più di un critico considerano la visione dei suoi film spesso punitiva, pur magari riconoscendone una certa bontà artistica. Per smentirli ecco un De Oliveira breve, spiritoso e persino ''lieve'', semplice (a dispetto della storia raccontata): un'analisi della vecchiaia e del dolore di straordinaria finezza. Ritorno a casa è quasi una non storia che si svolge all'inizio del 2000 in una Parigi fiabesca: la città delle luci, in cui il superfluo sembra avere la precedenza sull'essenziale.
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Il protagonista (un meraviglioso Michel Piccoli) è un grande attore francese avanti negli anni. Una sera recita in teatro ne ''Il re muore'' di Eugène Ionesco, la parte del sovrano costretto ad affrontare il disfacimentofisico e la morte e, chiuso il sipario, il suo agente e alcuni polizziotti lo informano che la tragedia ha fatto irruzione anche nella sua vita: in un incidente d'automobile sono infatti morti sua moglie, sua figlia e suo genero. E' rimasto solo con un nipote bambino, che però vive più spesso insieme agli altri nonni. All'inizio la sofferenza non sembra devastare la vita dell'attore. E' ben accudito in casa, e la compagnia teatrale è una seconda famiglia per lui. Poi lo aiutano e lo rassicurano le abitudini: fare compere, camminare, bere un caffè e leggere il giornale al bar, andare a prendere il nipote a scuola e giocare con lui e con le automobiline elettriche fino a sera.
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L'attore inizia a dormire molto, si sente a volte confuso, ma tranquillo. Lo sostengono gli impegni: un regista americano (un bravo John Malkovich) gli offre una parte in un film tratto dall' ''Ulisse'' di Joyce e lui accetta, ma sin da subito la nuova avventura gli sembra insormontabile. La truccatura che dovrebbe ringiovanirlo gli sembra grottesca. Il lavoro non gli piace più, gli si presenta soltanto come un'occasione di fatica e di paura di sbagliare. Anzichè studire le battute, si addormenta. Sul set un giorno si interrompe: ''Devo riposare. Torno a casa'' dice. A casa lo sfinimento, il passo lento e difficile, l'immenso sforzo per salire le scale, il mutismo, lasciano capire che no ce la fa più, che anche per lui è finita: senza che se ne accorgesse il dolore ha compiuto il suo lavoro terminale, e la perdita delle persone amate è pure perdita di se stessi. La semplice grazia e l'intensità profonda fanno del film un piccolo, perfetto, capolavoro.
.Titolo originale: Je rentre a la maison
Regia: Manoel De Oliveira
Produzione: Fra/Por - 2001 - Drammatico, Durata: 90'
Interpreti: Michel Piccoli, Catherine Deneuve, John Malkovich,
Antoine Chappey, Leonor Baldaque, Ricardo Trepa,
Leonor Silveira, Jean-Michel Arnold, Adrien De Van,
Sylvie Testud, Andrew Wale, Robert Dauney
Sceneggiatura: Manoel De Oliveira
Fotografia: Sabine Lancelin
Scenografia: Yves Fournier
Montaggio: Valerie Loiseleux
Costumi: Isabel Branco
. Produzione: Fra/Por - 2001 - Drammatico, Durata: 90'
Interpreti: Michel Piccoli, Catherine Deneuve, John Malkovich,
Antoine Chappey, Leonor Baldaque, Ricardo Trepa,
Leonor Silveira, Jean-Michel Arnold, Adrien De Van,
Sylvie Testud, Andrew Wale, Robert Dauney
Sceneggiatura: Manoel De Oliveira
Fotografia: Sabine Lancelin
Scenografia: Yves Fournier
Montaggio: Valerie Loiseleux
Costumi: Isabel Branco
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