.''Un giorno stavo andando in bicicletta a casa di un amico che abita in campagna. Era un percorso di cinque chilometri e il vento soffiava così forte nella direzone opposta che alla fine dovetti smontare dalla sella e trascinare la bicicletta a piedi. Proprio quando giunsi davanti al vialetto di casa, il vento cambiò direzione. Lì c'era uno stagno. Mi svestii e mi tuffai. Ero tutt sudato per la sfacchinata, e in giro non c'era nessuno. Quando riemersi vidi intorno le teste di alcune tartarughe sbucare dall'acqua. Guardai il cielo e le nuvole si muovevano rapidamente. Allora capii che era in arrivo un grande temporale. Per cui mi rifugiai in fretta in casa. Non appena entrai il temporale scoppiò. Si vedeva la pioggia scendere per quasi un miglio dal cielo. La luce illuminava le goccie di sbieco, facendole sembrare come schiere di persone in marcia verso il suolo. Poi una raffica di vento spalancò le finestre e le tende si misero ad ondeggiare nella stanza. Non so perchè ma quel momento mi è rimasto a lungo impresso nella mente. In generale sono queste le immagini che mi colpiscono e che cerco di trasformare in storie. Il concetto stesso di storia è vago. Per questo mi sono sempre sentito attratto dal mondo della poesia''.
David M. Stith
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David M. Stith è uno dei nomi caldi di questo 2009. Già ''Curtain Speech'', l'EP dell'anno scorso, ne aveva evidenziato la non comune vena poetica, il talento cristallino, nel contesto di quel sottogenere musicale (negli ultimi tempi forse anche troppo abbusato e modaiolo) giornalisticamente battezzato alt-folk. DM Stith è uno degli acquisti più recenti di Asthmatic Kitty Records (l'etichetta del grande Sufjan Stevens, per la quale aveva iniziato a lavorare come grafico e visual artist.
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Nato e cresciuto Rochester, ma ora traslocato definitivamente a Brooklyn, Stith proviene da una famiglia di musicisti, ma è l'incontro, la collaborazione e l'amicizia con un altro artista in casa Ashmatic Kitty, Shara ''My Brightest Diamond'' Wordena, a spingerlo e a stimolarlo a comporre le canzoni per il “Curtain Speech”, sorta di antipasto del recentissimo ''Heavy Ghost'', esordio su lunga durata e disco molto particolare, oltre che bellissimo.
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Quì l'alt-folk acquista spessore e valica le frontiere del genere prendendo le distanze con i cliché triti e ritriti del genere. Stith, proiettato verso una ricerca personalissima, mette in luce un intensa vena lirico-onirica, riuscendo a fondere e a mescolare tradizioni gospel, ritmi tribali, cantautorato folk e tessiture orchestrali inquietanti, fino a creare un suono non riconducibile ad altri. Che la musica ogni tanto sposti i suoi orizzonti è cosa buona e giusta, e questo piccolo capolavoro ne è degna testimognanza. Provare per credere.
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''Una notte feci un sogno assurdo. Mi apparve la madre del mio migliore amico, che era morta per un cancro quando lui era al college, e per tutta la vita aveva portato sul capo una parrucca. Io non l'avevo mai incontrata, ma ora era lì davanti ai miei occhi, ritta sui suoi tacchi e con le mani protese. Mi stava consegnando la sua parrucca. Mi svegliai sconvolto, in preda a una serie di emozioni contrastanti. Quello che riuscii a fare fu solo rinchiudermi nello stanzino dove di solito registro, tirare fuori quel frammento e cominciare a cantarci sopra le prime cose che mi venivano in mente. E' così che è nata ''Wig'', l'ultima canzone dell'album. Per me è un pezzo emblematico di quello che volevo dire con questo disco. Il suo carattere di composizione estemporanea racconta meglio di altri quell'urgenza poetica che avevo bisogno di trascrivere in musica''.
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DM STITH: Morning Glory Clouds
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