venerdì 4 dicembre 2009

Mali blues 2009 (seconda parte)

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Non fai neppure in tempo ad impachettare il tuo bel post di fine anno dedicato ai ''desert blues singers'' maliani, in cui non solo tributi il grande mentore del genere (re Ali Farka Toure) ma, più in generale, tiri le somme di alcune delle pagine migliori della musica africana per quanto riguarda l'anno che ci siamo appena lasciati alle spalle, che spunta inespettata (ma più che gradita) la sorpresa. Che fare allora? Scioglire il fiocco (regale anche quello, come è giusto che sia quando si parla di quest'uomo) e inserire nello stesso pacco questo inaspettato regalo che la provvidenza e i reconditi forzieri della World Circuit avevano gelosamente custodito e ora hanno deciso di consegnarci? Non se ne parla nemmeno, visto che, anche se si tratta di un singolo (un singolo?), i due nomi di cui stiamo per parlare (anzi tre, se vogliamo aggiungerci quello del contrabassista cubano Cachaito Lopez) basterebbero da soli a giustificare non uno, ma cento o mille di questi post. Un singolo, avete capito bene: si chiama Kala Djula, e per il momento è una preziosa e splendida anticipazione dell'uscita, prevista per febbraio 2010, del seguito postumo di In The Heart Of The Moon, la straordinaria collaborazione del 2005 tra due fuoriclasse assoluti della musica maliana, il cui titolo, semplice ed essenziale, prende il nome dagli stessi due autori: ''Ali & Toumani'' (Ali Farka Toure e Toumani Diabaté, appunto). Ma andiamo per ordine.
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Ali Farka Touré
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L' otto marzo del 2006, a ventiquattr'ore dalla morte di Ali Farka Toure, i lanci di agenzia annunciavano la morte di questo grandissimo cantante, chitarrista, autore, messaggero nel mondo della dignità e del genio africani. Si è saputo soltanto allora che da molto soffriva di un tumore alle ossa e si è capito che i silenzi sempre più lunghi fra un disco e l'altro non erano dovuti né a un (improbabile) blocco dello scrittore (uno che poteva contare anche su un vasto repertorio sconosciuto ai più) né al fatto che agli studi di registrazione e ai tour preferisse sempre più il ruolo di patriarca in una cittadina (Niafunké) di cui era contemporaneamente il sindaco e il maggior datore di lavoro. Che preferisse coltivare quella terra ingrata, riarsa, bellissima. Quello stesso otto marzo il presidente del Mali gli ha conferito alla memoria la massima onoreficenza di un paese fermatosi per i funerali.
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ALI FARKA TOURE & TOUMANI DIABATE
In The Heart Of The Moon (World Circuit, 2005)
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Toure aveva appena ultimato il suo ultimo capolavoro (''Savane'') che sarebbe stato pubblicato postumo l'autunno successivo. L'ultimo disco uscito quando ancora era in vita è quindi proprio quel In The Heart Of The Moon di cui sopra, in coppia con Toumani Diabaté, già premiato da un Grammy, il secondo per il nostro dopo quello di cui era stato insignito per un altro capolavoro a quattro mani, Talking Timbuktu, del 1994, realizzato con Ry Cooder che, assieme al contrabassista cubano Cachaito Lopez, ha prestato il suo discretissimo contributo anche in In Heart of The Moon. L'idea era quella di realizzare un disco che portasse in superficie la profonda unità musicale e culturale dell'Africa occidentale, uno sguardo d'amore sulle canzoni tradizionali maliane. Da un lato Ali Farka Touré, chitarrista, cantante e re della musica rurale del nord, dall'altra il ben più giovane conservatore Toumani Diabate, virtuoso incontrastato della kora, l'arpa liuto a 21 corde della tradizione mandinga. Ecco perché Heart of The Moon, oltre a essere un disco incantevole, cullante fino all'ipnosi, è una orgogliosa rivendicazione delle radici africane (''abbiamo deliberatamente deciso di suonare solo cose che appartengono alla storia del Mali. Nessuna composizione nuova, solo cose degli anni '50, '60, '70, perchè le nuove generazioni non le conoscono e per noi era importante riportarle alla luce'' Toumani Diabaté) e che si pone in aperta collisione con la deriva pop della world music (''Tantissima gente, anche in Africa, è oggi presa da questa smania tecnologica. Io non sono un purista, ho sempre mescolato le mie tradizioni musicali a quelle di altre culture, come il flamenco spagnolo, il koto giapponese, la musica indiana, quella cinese, o ancora il blues di Taj Mahal e il jazz con Roswell Rudd. Questo disco però lo vedo come un monito alle nuove generazioni - attenti, va bene la tecnologia, ma dovete essere voi stessi. Perchè le radici sono la cosa più importante e non possono essere rimosse con troppa semplicità'') e i grandi eventi benefici per l'Africa (''Al Live8 servivano gli interlocutori giusti. E' come se decidessi di venire a casa tua a spiegarti quali sono i tuoi problemi. Ti mancherei di rispetto'').
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Toumani Diabaté
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Non è un caso che i dischi di questi artisti siano usciti o usciranno per l'inglese World Circuit, come precisò in un intervista lo stesso Diabaté: ''La rispetto molto perchè è un etichetta che ama davvero la musica africana e non ne fa un business''.
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Ali Farka Touré
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Nel libretto del cd di In The Heart Of The Moon, Ali Farka Touré racconta di avere tenuto in braccio un Toumani bambino e di avere suonato con suo padre Sidiki, spiegando e puntualizzando come, nonostante i due siano frutti di culture molto differenti e lontane (sembra che l'incontro in musica di un griot del sud e un esponente della della cultura songra/peul del nord sia qualcosa di assolutamente inedito), appartengano pur sempre a una grande identità maliana. In oltre Nick Gold, il produttore della World Circuit, riferisce che l'album è stato inciso in diretta, in quattrosedute totalmente improvvisate, e che questi due straordinari musicisti che sembrano avere un'intensa telepatia, avevano in precedenza suonato insieme tre ore, nell'arco di quindici anni.
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Presumibilmente, quindi, anche ''Ali & Toumani'' il disco postumo del duo in uscita il prossimo Febbraio (e anticipato dal nuovo singolo Kala Djula), di cui abbiamo riferito all'inizio, è figlio di quelle sedute di registrazione (delle quali, attraverso questo splendido video messo a disposizione dalla stessa World Circuit, si possono percepire lo straordinario clima di rilassatezza e la bellezza della musica proposta). Per chi si stia ancora chiedendo come l'uscita di un singolo possa scomodare un intero post, corra ai ripari e inizi a farsi massaggiare cuore e mente dalla musica profusa da Kala Djula. Del nuovo disco parleremo quando uscira, bene, ne siamo certi.
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