venerdì 18 dicembre 2009

Una discografia per gli anni ''0'' / Virginia Rodrigues


VIRGINA RODRIGUES
Nós (Hannibal)


Virginia Rodrigues: Nos

Di lei, o forse sarebbe meglio dire, della sua voce, bella da sembrare soprannaturale, si innamorò per primo Caetano Veloso, ascoltandola con i tamburi degli Olodum a Salvador de Bahia, e infatti fu lui, nel 1997 a curare la produzione artistica e a firmare le note di copertina di ''Sol Negro'', primo disco della corpulenta bahiana, ex domestica, Virginia Rodriguez. Uscito per un etichetta locale, l'album venne ristampato l'anno successivo dalla Hannibal e suscitò molti entusiasmi, soprattutto negli Stati Uniti, dove fra gli estimatori più accesi si segnalarono, il New York Times e soprattutto David Byrne. Non era facile dare un degno seguito a un disco così divino. ''Nos'' per un verso gioca la carta rassicurante della conferma del team produttivo del predecessore, con Celso Fonseca (a curare il suono delle chitarre, gli archi, le inflessioni orchestrali, gli arrangiamenti sottili) e Caetano Veloso (attento alla direzione artistica, e che stavolta concede adirittura un paio di strofe cantate), dall'altra cambia registro, in parte allontanandosi dai registri dal sapore jazz e gospel di ''Sol Negro'', cercando (e trovando) sensazioni prepotenti anche nel repertorio legato ai riti religiosi locali. In apertura, la Rodriguez ''Canta Para Exu'', tra gli dei della religione Candonblé, nel finale invoca l'antico "Reino De Daomé", origine della spiritualità vudù. In mezzo, "Raca Negra", vertice emotivo di un disco tutto di livello eccelso, rende esplicito questo caloroso omaggio all'Africa di Brasile (o al Brasile d'Africa) tanto vicino per immaginario agli Orishas cubani. A tratti la ricerca assume i toni di una, peralto mai pedante, ricerca filologica, in altre circostanze l'intensità dei temi e lo spessore del contesto si accompagnano a scelte sonore più easy, sconfinanti nella festosa atmosfera di "Afrekete" o nell'arrangiamento Jazzy di "Oju Oba". ''Nos'' si traduce dunque in un viaggio (lontano dai clichè turistici) tra strumenti acustici, percussioni ed archi in grado di trasportare con sè amanti della cultura black, raffinati frequentatori dei lidi samba, spiritual house, e tropicalisti irriducibili. [Tracklist]
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