BECK
Sea Change (Geffen, 2002)
Beck ha nel suo DNA il potere mutante (non caso un suo disco del 1998 si chiamava proprio ''Mutations''), la capacità di cambiare pelle (e genere) a piacimento per poi tornare sempre ad essere se stesso. Così il signor Hansen, nel corso degli anni è passato quasi con indifferenza dal country all'hip-hop, dall'indie pop al funky, spesso (anche se non sempre) con massima sincerità espressiva e profondità nel proporre emozioni che si appicicano dentro chi ascolta come dei veri e propri tatuaggi. Nelle canzoni di ''Sea Change'', dalla prima all'ultima, il piano estetico della musica di Beck è talmente aderente alla sua storia da fare impressione. L'anima di un grande songwriter e basta, che si mette a nudo senza strafare. Ed è in questo continuum di chitarre acustiche scintillanti, orchestrazioni melodiche e di un languore per nulla incline ad autocelebrarsi che Beck completa, in qualche modo, se stesso. ''Sea Change'' è ''semplicemente'' un disco di musica corale, dalla presa poetica, magnetica e universale. [Tracklist]
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