domenica 6 dicembre 2009

Roteando

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Rota in un disegno dell'amico Fellini
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A trent'anni dalla sua morte Nino Rota resta attualissimo, e nel suo ambito può essere certamente annoverato tra le figure più rilevanti del secolo scorso. La sua universalità va ricercata soprattutto nella capacità del compositore di operare senza troppo distacco in più di una direzione. Non solo come braccio musicale di Fellini, non solo come grande autore di colonne sonore a servizio di grandi e piccoli capolavori della cinematografia italiana (da La bella di Roma a Fortunella, da Rocco e i suoi fratelli a il Gattopardo) e di alcuni classici internazionali come la saga del Padrino di Coppola che nel 1975 gli fruttò un Oscar per la miglior musica (a voler contarle tutte, si arriva a più di 150 colonne sonore).


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Rota (questo è il punto) fu anche autore di importanti pezzi concertistici, opere teatrali, da ballo e di musica sacra (soprattutto a inizio carriera), per un totale di oltre trecento titoli. In ogni caso per chi fosse interessato ad approfondire la sua biografia (visto che non sarò certo io a farlo) c'è sempre la pagina di wikipedia a disposizione.
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Tornando alle colonne sonore: sembra che il maestro le componesse lavorando su appunti presi durante i colloqui con i registi. Il film lo vedeva solo dopo aver composto gran parte delle musiche, e quasi mai per intero. Fellini ricordò così i loro incontri di lavoro: ''Improvvisamente, nel mezzo del discorso, metteva le mani sul pianoforte e partiva, come un medium. Si produceva come una rottura del contatto, e sentivi che non ti seguiva più, non ti ascoltava più, come se i concetti, le spiegazioni, i suggerimenti ostacolassero il corso creativo''. Se non che proprio come un vero medium, una volta ''rientrato in se, non ricordava quello che avveva appena suonato''. Fu così che Fellini decise di collocare dei registratori nella stanza durante i loro incontri, per non perdere nessuna delle invenzioni musicali del maestro, ''ma bisognava metterli in azione senza che lui se ne accorgesse, altrimenti il contatto con la sfera celeste si interrompeva''. Veniva dipinto come timido, smemorto, generoso e eternamente in viaggio. Sembra che non rispettasse orari e scadenze e che non capisse il valore de denaro. ''Nino Rota era un uomo sempre allegro ma trasognato, come immerso nell'ascolto di voci soprannaturali; attraversare insieme una strada poteva essere esasperante, ti voltavi ed era rimasto imbambolato e sorridente in mezzo al traffico. Arrivava e spariva a suo totale piacimento, viveva solo, dividendosi tra parecchi indirizzi e nessuno sapeva dove si trovava, spesso nemmeno lui, che per raccapezzarsi telefonava da qualche alberghetto dov'era capitato...''
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Nino Rota - Si fischietta Fellini (ascolta)
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Molti continuano a etichettare Rota come ''il compositore di Fellini'' in una sorta di sudditanza che non é mai esistita giacchè nessuno dei due poteva negare l'altro, ovvero l'uno era motivo di continuità dell'altro (mi viene da pensare che qualcosa del genere possa essere accaduto a Morricone con Sergio Leone), anche se in effetti con Fellini, Rota creò quel personalissimo modo di scrivere per il cinema contro ogni logica di semplice commento, di struttura musicale portante e narrante fine solo al film, con in più quella sorta di impronta di sogno indefinito, surreale, e onirico che è tipica della visione felliniana. Ecco allora che la strana alchimia prodotta dall'intensa collaborazione fra Fellini e Rota ci risulta tanto più evidente accostando la musica alle immagini di due artisti sicuramente particolari e unici nella loro immensa originalità.


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Sono molti i musicisti che (soprattutto) negli ultima anni si sono cimentati con la musica del grande compositore e gli hanno reso omaggio attraverso splendide interpretazioni e riletture rispettose, assimilandone lo spirito, ma filtrandolo attraverso una prospettiva e una sensibilità propria, e avviando allo stesso tempo una sorta di Rota-rinascimento. Tra i migliori lavori svolti in questo senso vorrei citarne almeno due: uno è quello di Caetano Veloso, che non ha mai nascosto la sua ammirazione-venerazione per l'universo Felliniano in genere (Rota compreso) culminata nel 1999 con un vero e proprio omaggio intitolato ''Federico e Giulietta'' che riprendeva le registrazioni di un (unico) concerto-gioiello, una sorta di recital speciale, che il grande cantautore brasiliano aveva tenuto due anni prima davanti a una platea sanmarinese, su invito di Maddalena Fellini, la sorella del regista...; l'altro è il recentissimo “Nino Rota, l’amico magico” degli Avion Travel, dove il gruppo di Servillo rende omaggio al grande compositore, che lo stesso Fellini amava chiamare ''l'amico magico''.


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A questi due splendidi lavori (ai quali ho dedicato un approfondimento in altrettanti post di questo blog), visto che non c'è due senza tre, potremmo aggiungerne un terzo, un po' più vecchio (del 1995): ''Tribute to Nino Rota'' ad opera della Gap Band, con 8 temi rotiani riarrangiati attraverso una atmosfera antica, da banda Jazz, da orchestrina Jazz degli anni '20 e '30, da intervalli musicali del vecchio varietà televisivo; tutto molto congeniale quando si tratta di Rota e delle sue composizioni felliniane.
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